Bonus 80 euro in busta paga: spetta anche ai disoccupati, ma non a tutti. Ecco chi ne ha diritto e chi rischia di perderlo

Valentina Brazioli

30/05/2014

Bonus 80 euro in busta paga: a chi spetta? Se già da giorni i lavoratori dipendenti hanno potuto verificare la sua effettiva erogazione, la questione per i disoccupati è un po’ più complessa. Non tutte le prestazioni a sostegno del reddito, infatti, danno diritto alla somma promessa dal Governo Renzi; in altre situazioni, invece, si potrebbe perdere improvvisamente il diritto al credito. Ecco qual è la situazione.

Bonus 80 euro in busta paga: spetta anche ai disoccupati, ma non a tutti. Ecco chi ne ha diritto e chi rischia di perderlo

Bonus 80 euro in busta paga: «a chi spetta» è stata forse la domanda più frequente nelle ultime settimane, tale da rendere necessarie tutta una serie di circolari esplicative da parte dell’Agenzia delle Entrate. Se per i lavoratori dipendenti la questione sembra essere più o meno definita, con i beneficiari che hanno già potuto in questi giorni verificare la presenza o meno del credito nel loro stipendio mensile, i dubbi per i disoccupati sono più numerosi. A fare un po’ di chiarezza su questo aspetto peculiare, è giunta l’apposita circolare n. 67/2014, che contiene alcune informazioni da studiare con attenzione.

Bonus 80 euro in busta paga: sì ai disoccupati, ma non a tutti

A quanto pare, infatti, c’è disoccupato e disoccupato, ovvero non tutti coloro che – purtroppo – sono costretti a beneficiare di prestazioni a sostegno del reddito possono sperare di vedere erogati i famosi 80 euro. A guardare l’elenco fornito dall’Inps, possono stare tranquilli i soggetti che usufruiscono delle seguenti prestazioni:

  • Aspi;
  • mini Aspi;
  • indennità di mobilità ordinaria;
  • disoccupazione speciale per l’edilizia;
  • sussidi per lavoratori socialmente utili;
  • sussidi erogati per programmi di Welfare to Work
  • crediti da lavoro a carico del Fondo di Garanzia;
  • indennità di maternità per congedo obbligatorio;
  • congedo obbligatorio paterno;
  • Cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga;
  • indennità di malattia;
  • indennità di congedo parentale;
  • congedo facoltativo del padre;
  • indennità antitubercolari;
  • permessi ex legge 104;
  • prestazioni di congedo straordinario:
  • disoccupazione agricola.

Le prestazioni escluse, invece, sono:

  • Tfr fondo di garanzia;
  • tfr esattoriali;
  • una tantum co.co.pro;
  • anticipazione Aspi e mini Aspi;
  • mobilità;
  • compendio/Sussidio Lsu;
  • indennità maternità per lavoratrici autonome;
  • indennità maternità e malattia per gli iscritti alla Gestione separata;
  • trattamenti di famiglia;
  • assegno maternità e assegno nucleo familiare dei comuni;
  • assegno maternità dello Stato.

Conviene rimanere disoccupati?

Tra gli aspetti da tenere maggiormente in considerazione, c’è quello della differenza tra prestazioni erogate periodicamente e quelle intascate in un’unica soluzione. Quest’ultime, infatti, non fanno ottenere il diritto al bonus. E’ il caso dell’anticipazione Aspi, mini Aspi e mobilità, pensate al fine di far intraprendere al disoccupato un’attività di lavoro autonomo. Non essendo pensate per il sostegno alla stato di disoccupazione, ma come contributo allo sviluppo dell’autoimprenditorialità fanno perdere il diritto ai famosi 80 euro mensili: una differenza che, da qui a dicembre, può costare al disoccupato fino a 640 euro.

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