Arcuri furioso su mascherine: “Falso che farmacisti ci rimettano”

Marco Ciotola

11/05/2020

Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri sulla polemica mascherine: “Falso che i farmacisti potrebbero rimetterci soldi, garantito rimborso”

Arcuri furioso su mascherine: “Falso che farmacisti ci rimettano”

“È falso che i farmacisti ci stiano rimettendo dalla vendita di mascherine”. Lo ha annunciato solo pochi istanti fa il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, che è intervenuto sulla polemica innescata dalla carenza di mascherine in Italia e a tutte le presunte penalizzazioni derivanti dal prezzo fisso.

Per Arcuri non è corretto collegare le difficoltà nel reperirle alle possibili perdite economiche, perché a tutti i distributori che hanno acquistato prima del prezzo fisso è stato garantito un rimborso:

“Non è vero che i farmacisti ci stanno rimettendo o potrebbero rimetterci economicamente, perché ai distributori è stato garantito un rimborso per le mascherine acquistate prima della definizione del prezzo a 50 centesimi, più IVA. L’unica evidente verità è che, non essendo in grado di approvvigionarsi delle mascherine, provano a scaricare sul Commissario o peggio sul prezzo le loro responsabilità”.

Solo uno scaricamento di responsabilità quindi secondo il Commissario, che ha invitato con forza a finirla con a “bugie e strumentalizzazioni”, spiegando che problemi di rifornimento non possono essere imputati alla sua figura.

Arcuri furioso su mascherine: “Falso che farmacisti ci rimettano”

Sulla questione mascherine introvabili era intervenuta in mattinata anche Federfarma, parlando di un prezzo attualmente troppo basso quello in essere ora, e lasciando intendere che l’esaurimento delle scorte sia stato causato proprio dal costo inferiore “ai 96 centesimi di Spagna e Francia”.

Ecco perché - ha proseguito Federfarma - le mascherine del decreto, «calmierate» a 50 centesimi, sono finite praticamente in tutte le farmacie dove sono state consegnate, Roma in primis, sicuramente la prima grande città italiana dove è emerso il problema.

Per i farmacisti manca quindi la disponibilità, un elemento che di fatto lo stesso Arcuri non ha negato, ricollegandolo però alle “due società di distribuzione hanno dichiarato il falso, non avendo nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere”.

Quelle garantite dal commissario costituiscono solo un’integrazione, cosa diversa - evidenzia - dalla fornitura:

“Integrare non vuol dire essere il solo fornitore delle farmacie. Il Commissario può dilazionare il termine di validità dell’accordo, purché i farmacisti trovino le mascherine e le vendano a 0,50 centesimi più IVA, avendo il ristoro garantito”.

Ed è stato proprio quest’ultimo elemento, quello del rimborso, che ha fatto infuriare Arcuri, scagliatosi contro le numerose critiche relative al prezzo e a una presunta perdita per chi vende, quando in realtà - ha assicurato - a tutti distributori è stato garantito un rimborso per le mascherine acquistate prima del prezzo fisso.

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