Assegno unico 2024, a marzo arriva in ritardo per tutte queste famiglie

Simone Micocci

11 Marzo 2024 - 10:52

Quando viene pagato l’Assegno unico di marzo? Per alcune famiglie arrivo ritardato all’ultima settimana del mese.

Assegno unico 2024, a marzo arriva in ritardo per tutte queste famiglie

Ancora una settimana di attesa per il pagamento dell’Assegno unico universale di marzo, nonché per conoscere con esattezza gli effetti del ricalcolo effettuato dall’Inps sulla base del nuovo Isee.

Il pagamento dell’Assegno unico è infatti in programma tra il 18 e il 20 marzo 2024, come ufficializzato dall’Inps con messaggio n. 15 del 2024, ma per molte famiglie l’accredito verrà rimandato alla fine del mese. Come abbiamo avuto modo di spiegare, infatti, tutti quei nuclei familiari che nel 2023 percepivano il Reddito di cittadinanza, dove l’Assegno unico era integrato nella ricarica mensile, hanno dovuto presentare una nuova domanda entro la fine del mese scorso al fine di mantenere il diritto al sostegno per i figli a carico.

Tuttavia, per la prima ricarica successiva alla domanda di Assegno unico le tempistiche per il pagamento sono ritardate, ecco perché per le famiglie interessate ci vorranno più giorni per ricevere il pagamento.

Quando arriva l’Assegno unico a marzo 2024

Come anticipato, per la generalità delle famiglie l’Assegno unico di questo mese è in pagamento tra lunedì 18 e mercoledì 20 marzo. Non c’è un criterio con cui viene deciso chi lo riceve prima e chi dopo, per quanto sia comunque possibile sapere con esattezza quando viene pagato l’Assegno unico di marzo accedendo all’area personale MyInps, dove pochi giorni prima dall’accredito sarà presente un messaggio con la data esatta della disposizione di pagamento. La stessa informazione si può recuperare anche dall’applicazione IO.

Diversamente, ricevono l’Assegno unico nell’ultima settimana di marzo, quindi tra il 25 e il 30, le famiglie che hanno fatto domanda per la misura il mese scorso.

Una situazione che come già abbiamo avuto modo di spiegare riguarda un gran numero di famiglie, ossia tutte quelle che fino a dicembre 2023 erano beneficiarie di Reddito di cittadinanza e che nonostante l’addio al sostegno (sostituito dall’Assegno di inclusione) hanno continuato a beneficiare dell’Assegno unico integrato fino a febbraio 2024.

Tuttavia, entro l’ultimo giorno del mese scorso hanno dovuto presentare la nuova domanda, pena la sospensione dei pagamenti. Per queste famiglie quindi l’Assegno unico a marzo arriverà eccezionalmente in ritardo, per poi riprendere con regolarità nelle mensilità successive.

Chi invece non ha assolto all’obbligo di invio della nuova domanda ha ancora tempo per recuperare. Chi fa richiesta di Assegno unico tra marzo e giugno, infatti, riceve il primo pagamento nel mese successivo ma mantiene il diritto anche alle mensilità arretrate.

Assegno unico, il dubbio del nuovo importo

Marzo è un mese importante per l’Assegno unico, in quanto le famiglie conosceranno l’importo che verrà percepito per tutto il resto dell’anno.

L’Inps ha infatti effettuato il ricalcolo dell’importo sulla base del nuovo Isee, operazione che a seconda dei casi può portare un aumento o una riduzione rispetto a quanto pagato a febbraio.

Capire in anticipo cosa aspettarsi è semplice: se l’Isee è aumentato allora ci sarà un taglio dell’Assegno unico, diversamente bisogna aspettarsi un incremento. Per scoprire di che cifre si tratta basta consultare la tabella con gli importi che trovate di seguito, dove in base alla fascia Isee di appartenenza sono indicate le cifre spettanti.

Assegno unico, tabella importi 2024
Clicca qui per scaricare la tabella aggiornata con i nuovi importi.

Come potete notare dalla tabella, quando l’Isee nonostante le variazioni non si discosta dalla prima soglia, quella che va da 0 a 17.090,61 euro, non bisogna aspettarsi variazioni (né in positivo né in negativo). Lo stesso vale per coloro che si trovano nell’ultima soglia, quella con Isee superiore a 45.574,96 euro, per i quali l’importo riconosciuto sarà comunque quello minimo (57 euro per figlio minore, 28,50 euro per i maggiorenni più eventuali altre maggiorazioni).

E se il nuovo importo non dovesse piacere c’è sempre modo per aumentarlo ricorrendo - laddove possibile - all’Isee corrente.

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