Posso fare la terza dose del vaccino Covid se voglio?

Giorgia Bonamoneta

04/10/2021

Chi si può vaccinare con la terza dose? Per chi non risulta nelle categorie a rischio sembra non ci sia modo di prenotare una dose aggiuntiva. È davvero così?

Posso fare la terza dose del vaccino Covid se voglio?

Non ci sono solo persone che il vaccino non vogliono farlo, gli anti-vaccinisti soprannominati “no vax”, ma anche chi vuole fare una terza dose il prima possibile. Ma si può fare una terza dose se non si è una categoria fragile e a rischio?

La risposta è ancora no. Infatti al momento gli unici che riceveranno la terza dose sono coloro che rientrano nella categoria dei più fragili, come gli immunodepressi o gli anziani. Con il ciclo completo (due dosi standard, tranne nel caso del vaccino di Johnson & Johnson) le persone sane, in un’età compresa tra i 16 e 65 anni, non sono considerati a rischio.

Le motivazioni per evitare di fare la terza dose sono diverse e riguardano tanto l’ambito scientifico quanto quello etico. La comunità scientifica protende verso un “no” alla terza dose generalizzato in mancanza di ulteriori dati. Non perché faccia male, o chissà cos’altro, ma semplicemente perché potrebbe essere inutile e i vaccini servono a tutto il mondo. L’obiettivo attuale di tutti i governi è, dopotutto, raggiungere il 90-95% di popolazione vaccinata.

Terza dose di vaccino: può richiederla chiunque?

Abbiamo già spiegato in questa sede perché il termine “terza dose” utilizzato da chiunque, a partire dai salotti televisivi fino alle testate giornalistiche, risulti essere un errore cruciale nella narrazione della campagna di vaccinazione.

Non sono infatti sempre i no-vax i protagonisti di errori di comprensione, di ansie e paure, anche i “vaccinisti” rischiano di cadere nell’inganno. Infatti la cosiddetta terza dose non esiste. Quella che stanno somministrando agli anziani o alle persone immunodepresse è una dose aggiuntiva che serve per portare il livello di copertura di queste categorie a quello delle persone “sane”.

Per questo non si può fare la terza dose, pur volendolo, se non si è in una di questi due gruppi di individui. In ogni caso, il sito della regione dove prenotarsi non prevede che si possa fare.

Prenotare la terza dose: chi, quando e come

Prendiamo il sito della Regione Lazio come esempio per la modalità di prenotazione della dose addizionale (terza dose) di vaccino. Sulla pagina si trovano 4 categorie di individui che possono prenotare il vaccino e sono:

  • Adesioni personale sanitario non vaccinato (art. 4 DL 44/2021)
  • Persone non ancora vaccinate
  • Dose addizionale estremamente vulnerabili
  • Over 80

A partire dal 29 settembre alle ore 24:00 le ultime due categorie hanno potuto prenotare un dose booster (anziani nati nel 1941 e che hanno ricevuto le due dosi da almeno 180 giorni) o addizionale (persone immunodepresse).

La terza dose fa male?

Una volta compresa l’impossibilità al momento di prenotare una dose aggiuntiva (e compresa la differenza tra “terza dose” e “richiamo”) non rimane altro che rispondere a un’altra domanda che sorge spontanea: “Perché non si può fare la terza dose se voglio farla?”.

Ci sono svariate criticità e rispondere non è quindi semplicissimo. Da una parte la risposta più banale potrebbe essere che non si ha bisogno di una dose aggiuntiva se si è in salute e già completamente vaccinati, quindi protetti. Ma nel dettaglio, approfondendo il dubbio, si potrebbe arrivare a capire tutte le altre motivazioni.

Una tra queste è la mancanza di studi, che pian piano stanno arrivando, sulla questione delle dosi eterologhe, ovvero differenziate o sulla reattogenicità di dose in dose sempre maggiore. L’altra, di carattere etico, ci vuole ricordare come il resto del mondo, quello fuori dall’Occidente è ancora in una fase iniziale della campagna di vaccinazione e che i vaccini servono a tutti.

Insomma, come per il vaccino antinfluenzale, sono le categorie a rischio a essere richiamate alla protezione costante. Anche se il coronavirus rimarrà endemico, questo non vuol dire che saremo obbligati (o meno) a vaccinarci ogni sei mesi. Almeno fino a quando gli enti preposti non daranno il via in maniera ufficiale e con prove scientifiche a riguardo.

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