Reddito di cittadinanza, aumentano i controlli nel 2023: ecco chi rischia

Teresa Maddonni

25 Gennaio 2023 - 15:40

Nuova stretta sul reddito di cittadinanza nel 2023: Inps e ministero della Giustizia hanno siglato un protocollo operativo per limitare le frodi. L’annuncio dell’Istituto. Ecco chi rischia.

Reddito di cittadinanza, aumentano i controlli nel 2023: ecco chi rischia

Per il reddito di cittadinanza nel 2023 controlli più stringenti. È quanto annuncia l’Inps in un recente comunicato pubblicato sul sito ufficiale.

Ma chi rischia di più dai nuovi controlli sul reddito di cittadinanza? I controlli sui percettori e sui richiedenti del reddito di cittadinanza avvengono, come già accaduto in passato, mediante lo scambio di informazioni con il ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio.

Proprio il 20 gennaio scorso, infatti, è stato siglato il Protocollo operativo tra l’Inps e il dicastero, precisamente il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria - DAP, che consentirà, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, il controllo mensile automatico di chi percepisce il reddito di cittadinanza.

Vediamo allora, sulla base di quanto comunicato dall’Inps in merito ai controlli sul reddito di cittadinanza 2023 d’accordo con il ministero della Giustizia, chi rischia di più.

Reddito di cittadinanza, aumentano i controlli nel 2023: chi rischia

L’aumento dei controlli sul reddito di cittadinanza nel 2023 determina per percettori e richiedenti il rischio di vedere decadere il sussidio, come da protocollo siglato tra l’Inps e il ministero della Giustizia, oltre che a sanzioni penali.

Le verifiche sul reddito di cittadinanza avverranno attraverso lo scambio di dati tra Inps e ministero. I controlli sono volti a verificare preliminarmente, come si legge nel comunicato Inps, l’eventuale stato detentivo di richiedenti il reddito di cittadinanza, e questo quindi avviene prima dell’erogazione del sussidio da parte dell’Istituto.

Ma non è finita qui, perché i controlli non saranno solo a monte del riconoscimento del reddito di cittadinanza, ma verranno effettuati dall’Inps anche per l’eventuale revoca del beneficio e quindi si prevede “il recupero della prestazione indebita in caso di omessa dichiarazione, in forza dell’articolo 7, comma 10, del decreto-legge n. 4 del 2019”.

A rischiare quindi sono i soggetti percettori del reddito di cittadinanza in stato detentivo. Il reddito di cittadinanza, infatti, non può essere riconosciuto, ai soggetti che si trovano nelle suddette condizioni, ma le cronache hanno riportato spesso di detenuti con il sussidio.

Ricordiamo che i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza devono presentare il modulo SR181 (modello Esteso) per segnalare la sopravvenienza di componenti in stato detentivo o ricoverati in istituti di cura o anche la cessazione dello stato detentivo o di ricovero.

Lo stesso modello va utilizzato per eventuali dimissioni volontarie dal lavoro, o anche per la variazione della condizione lavorativa di uno dei componenti del nucleo familiare successivamente alla presentazione della domanda del reddito di cittadinanza.

“Con il nuovo protocollo - scrive l’Istituto di previdenza - prosegue l’intensa collaborazione tra Inps, la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati (DGSIA), il Dipartimento per gli Affari di giustizia (DAG) e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, finalizzata al potenziamento delle verifiche sulle prestazioni erogate dall’Istituto. Ancora una volta, la Pubblica Amministrazione lavora in squadra a servizio della collettività e, applicando la tecnologia, migliora la qualità dei propri servizi.”

Reddito di cittadinanza, aumentano i controlli nel 2023: i dati

Intanto in merito al reddito di cittadinanza esistono dei dati che portano a comprendere quanto fatto finora con i controlli dell’Inps in collaborazione con la Guardia di Finanza.

Le Fiamme Gialle tra gennaio 2021 e maggio 2022 hanno effettuato controlli che hanno portato a rilevare illeciti per 288 milioni e alla denuncia di 29mila beneficiari. Dei 288 milioni di euro:

  • 171 milioni sono stati percepiti indebitamente;
  • 117 milioni sono stati richiesti in modo fraudolento e non riscossi.

Secondo l’Osservatorio su reddito e pensione di cittadinanza pubblicato dall’Inps il 24 gennaio, nel 2022 i nuclei beneficiari di almeno una mensilità del sussidio sono stati 1,69 milioni, per un totale di 3,66 milioni di persone coinvolte.

Nel mese di dicembre 2022, i nuclei beneficiari sono stati 1,17 milioni e di questi:

  • 1,05 milioni del reddito di cittadinanza;
  • 123mila della pensione di cittadinanza.

Le persone coinvolte sono state 2,48 milioni e l’importo medio erogato a livello nazionale è stato di 549 euro e più precisamente:

  • 580 euro per il reddito di cittadinanza;
  • 291 euro per la pensione di cittadinanza.

Per maggiori dettagli rimandiamo al comunicato completo dell’Inps, ricordando la scadenza del 31 gennaio per il rinnovo dell’Isee se non si vuole incorrere nella sospensione del reddito di cittadinanza nel mese di febbraio.

Osservatorio su reddito e pensione di cittadinanza
Comunicazione Inps del 24 gennaio 2023: dati su reddito di cittadinanza e pensione.

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