Bond oggi: Btp inflation in discesa libera. Opportunità da sorvegliare
Lorenzo Raffo
25 maggio 2022
Sia i Btp Italia sia i Btp€i correggono, con cali dovuti solo al fattore rialzo tassi. I rendimenti però resistono bene. Quattro esempi.
Sempre loro in primo piano: gli “inflation linked” italiani, sia come Btp Italia sia come Btp€i, restano protagonisti della scena obbligazionaria, confermando un ruolo decisivo nella protezione dei portafogli, piccoli o grandi che siano. Negli ultimi giorni si sono registrati vari eventi che meritano attenzione. Li approfondiamo in chiave operativa.
Btp Italia, la caduta prosegue
I timori o la quasi certezza di un prossimo rialzo dei tassi incide pesantemente sulle quotazioni anche dei Btp Italia, seppur tendenzialmente corti rispetto alla maggior parte dei Btp a tasso fisso. I rendimenti, nondimeno, restano più che attraenti grazie alla rivalutazione delle cedole basata sull’andamento dell’inflazione nostrana.
Il più lungo di tutti, l’ottobre 2027 (Isin IT0005388175), ieri ha quasi rotto al ribasso quota 102, chiudendo poi la seduta a 102,27 e aprendo questa mattina a 102,66. Il massimo dell’anno a 109,77 è ormai lontano e lo yield al 5,6% lo rende particolarmente allettante nella fase in corso. C’è tuttavia un interrogativo: scenderà ancora e infrangerà quota 100? In tal caso il suo “appeal” diventerebbe cruciale ma graficamente appare più probabile un ulteriore arretramento fino a quota 101, su cui si è appoggiato già due volte nel 2020.
Impietoso il confronto con un coetaneo Btp a tasso fisso, quale il 2,2% 2027, che attualmente rende poco sopra il 2%.
Confronto tra “fratelli”
Gli scossoni sui Btp Italia stanno determinando una loro anomala specifica curva dei rendimenti, da cui escono vincenti proprio i più lunghi, maggiormente colpiti dal calo delle quotazioni. Se il 2027 si attesta al 5,6% su identica quota si colloca il maggio 2026 (Isin IT0005332835), che ieri ha chiuso a 102,29 e oggi aperto a 102,36, con un pareggio quindi rispetto al più lungo.
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È pur vero che il 2027 ha una cedola base (tasso reale annuo) dello 0,65% contro lo 0,55% del 2026. La differenza è minima in un contesto di inflazione ma se il vento cambiasse di direzione quei 10 pb peserebbero incidere nel raffronto.
Btp€i, domani un’asta
Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che domani giovedì 26 maggio sarà effettuata l’asta della quarta tranche di un Btp€i, indicizzato all’inflazione europea, dalle seguenti caratteristiche: scadenza 15 maggio 2033, cedola annua 0,1%, Isin IT0005482994. L’importo non sarà così rilevante da comportare movimenti sulle quotazioni ma il titolo merita attenzione.
Quotava ieri infatti sui 92,2 euro contro un’apertura oggi a 92,96, con un rendimento a scadenza – complice l’indicizzazione ai prezzi al consumo Eurostat – sull’8,4%. È indubbio che l’inflazione svolge un ruolo predominante su uno yield così elevato, ma anche la discesa sotto quota 100 qualche effetto lo determina: incide infatti per lo 0,85%, che fino a non tanto tempo fa avrebbe sedotto gli investitori bastonati dai rendimenti negativi. Un titolo quindi da seguire, soprattutto se la correzione delle quotazioni dovesse proseguire o addirittura accentuarsi.
In testa c’è sempre lui
Il più seguito resta però l’“esasperato” Btp€i 0,15% 2051 (Isin IT0005436701) – di cui si è già scritto altre volte in questo blog. Perché “esasperato”? Per tre motivi:
● rende ancora l’8,8%, sebbene in leggera contrazione rispetto ai massimi di qualche settimana fa;
● la quotazione è scesa a 74 euro, quasi sui minimi storici, contro un massimo nello scorso ottobre a 109,6;
● ha una “duration” di 19,4, valore molto alto, da cui dipende il crollo del prezzo. Proprio per questo motivo si caratterizza per veloci escursioni intraday, rendendolo interessante anche per chi opera con trading veloci.
Per ora ancora loro
Gli “inflation” rimangono primi attori e lo saranno senza interruzioni per un certo tempo, sebbene il fattore inflattivo sia destinato a rientrare lentamente dentro a solchi ben più contenuti. L’effetto rialzo dei tassi determina tuttavia correzioni pesanti e per valutarne il carico c’è un riferimento grafico da seguire con attenzione. È quello dell’andamento del Btp€i 2,35% 2035 (Isin IT0003745541), un titolo emesso nel 2004 e che ha vissuto tutte le complesse vicende delle correlazioni fra inflazione, politiche monetarie e crisi del debito italiano. Con le sue spalle larghe ne ha viste di ogni tipo.
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