AI Act e videogame: ecco cosa dobbiamo sapere
Pasquale Borriello
10 febbraio 2025
Il primo pacchetto normativo dell’AI Act è appena entrato in vigore, coinvolgendo anche gli sviluppatori e gli utilizzatori dei videogiochi. Ecco come.
L’AI Act classifica i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati nei videogiochi come a ’rischio minimo’ o ’nessun rischio’. Questo significa che la maggior parte delle applicazioni AI nei giochi non sarà soggetta a regolamentazioni stringenti. Tuttavia, alcuni impatti potrebbero comunque esserci.
In primo luogo, diventano operativi i divieti per tutti i sistemi di intelligenza artificiale che presentano un rischio inaccettabile per le libertà e i diritti fondamentali degli esseri umani (art. 5 del regolamento). Sono proibiti i sistemi progettati per manipolare il comportamento umano. Questo include l’uso di tecniche subliminali o lo sfruttamento delle vulnerabilità dei giocatori, specialmente i minori. Tale regolamentazione potrebbe influenzare alcune pratiche di monetizzazione nei giochi.
Esistono anche obblighi di trasparenza: gli sviluppatori di videogiochi potrebbero dover informare i giocatori quando stanno interagendo con un sistema AI, come un chatbot o un NPC generativo (NPC = non playing character), se ciò non è evidente dal contesto. Inoltre, qualora gli NPC gestiti dall’IA dovessero operare al di fuori dell’ambito previsto, potrebbero essere considerati a rischio.
Non dimentichiamo che i giochi cambiano sempre: l’uso di sistemi di riconoscimento delle emozioni tramite webcam potrebbe far classificare il gioco come ’ad alto rischio’ secondo l’AI Act, imponendo obblighi più stringenti.
Infine, l’utilizzo dei deepfake nei videogiochi, come la riproduzione di persone reali, potrebbe richiedere una chiara divulgazione in conformità con l’AI Act. Consideriamo non solo i videogiochi di simulazione, come Formula 1 o Calcio, ma anche quelli intrinsecamente controversi, come GTA.
Tutto questo rientra, in un senso più ampio, nell’obbligo di alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale (art. 4 del Regolamento) da parte degli sviluppatori e dei divulgatori (deployer) di sistemi di IA. In questa categoria rientrano ovviamente anche gli sviluppatori che utilizzano sistemi di IA (ad esempio i modelli linguistici) sviluppati da altre aziende.
Oltre a fornire avvertenze in modo appropriato, cosa potrebbe implicare la necessità di alfabetizzare gli utenti dei videogiochi?
D’altra parte, come avvenuto in altri settori, l’AI Act ci pone di fronte a questioni etiche oltre che tecniche, e l’industria dei videogiochi non farà eccezione. Chissà se i produttori dei videogiochi creeranno delle versioni ‘adattate’ al mercato UE o coglieranno l’occasione per affrontare i temi più spinosi a livello generale e globale.
In aggiunta, quest’anno è prevista l’uscita di uno dei videogiochi più attesi degli ultimi anni, GTA 6, che utilizzerà ampiamente l’intelligenza artificiale all’interno di un contesto di gioco controverso. Sarà interessante osservare quello che accadrà.
Alcuni dei contenuti di questo articolo, comprese le immagini, potrebbero essere stati creati utilizzando strumenti di AI Generativa e successivamente sottoposti a controllo e revisione da parte dell’autore.
Pasquale Borriello
CEO di Arkage, tra le prime agenzie di comunicazione in Italia a credere negli esports come piattaforma di comunicazione e membro dell’Osservatorio Italiano Esports.
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