Bond oggi – Quelli che piacciono ai mercati: un Bei in sterline al 5,5%
Lorenzo Raffo
14 ottobre 2022
L’area obbligazionaria inglese ritrova vigore dopo anni di marginalità. Un sovranazionale merita attenzione da parte di chi voglia cogliere la fragilità strutturale del settore.
Tutto è debole su questo fronte: le quotazioni dei bond, la valuta e il rating di molti emittenti nazionali. L’area della sterlina ha letteralmente invertito il suo trend rispetto a inizio anno, quando era semplicemente inavvicinabile. È il caso allora di tornare a rivalutare un mondo interessante soprattutto in termini di volatilità, come gli Etf relativi al debito inglese hanno ampiamente confermato nelle ultime settimane.
Non volendo però inseguirla ma cercando soltanto rendimento in ottica anche di un cambio strutturalmente debilitato e di un suo eventuale consolidamento (da seguire in merito i livelli nel cross Eur/Gbp di 0,85 e poi di 0,818 contro lo 0,87 in corso) un titolo che sta piacendo ai desk operativi e che si presta pure al piccolo investitore è un Eib/Bei scadenza 2025. Queste le caratteristiche: Eib 25 Gbp 5,5 – Isin XS0110373569 – tasso fisso 5,5% - scadenza 15/4/2025 – taglio 1.000 Gbp – cedola annuale – quotazione sul Mot – aliquota fiscale 12,5%.
Salgono gli scambi
L’effetto richiamo sull’obbligazionario in sterline fa sì che le contrattazioni, latitanti fino poche settimane fa, abbiano ritrovato forza da fine settembre in poi. Lo spread del Bei 2025 è sui 50 pb ma vacillante, a seguito di una domanda nettamente superiore rispetto all’offerta. Il “market maker” c’è, sebbene la liquidità sia maggiore sulla Borsa di Francoforte. Al momento la quotazione si aggira sui 102 con un rendimento lordo del 4,6%, che salirebbe al 5% in presenza di una discesa sui 101.
Nella fase in corso la curva dei titoli di Stato inglesi evidenzia uno yield su una scadenza equivalente attorno al 3,6% e quindi il Bei – pur con un rating AAA contro l’AA del Regno Unito – si colloca al di sopra di ben 100 pb. Lo conferma un governativo britannico, pure 2025: il Gilt 2% 07st25 (Isin GB00BTHH2R79) ha il vantaggio di quotare sotto 100 e più precisamente sui 95,8 ma con un rendimento sul 3,7%, che conferma quanto indica la “yield curve” britannica.
L’alternativa
Volendo scegliere una strategia più diversificata si può prendere in considerazione l’opzione dell’Etf iShares Core UK Gilts (Isin IE00B1FZSB30 – valuta denominazione Gbp – cedole semestrali – rendimento in corso sull’1,2%). Non è certo il fattore distributivo quanto interessa ma la volatilità dello strumento, complici gli interventi della Banca centrale inglese, come bene evidenzia il suo grafico dal 27 settembre. Il crollo sotto i 12 euro (valuta di negoziazione) contro massimi 2021 a quasi 17 euro sottolinea un’estrema debolezza, tale da giustificare un piano di entrate scaglionate su ulteriori correzioni dovute sia alla moneta di riferimento sia a ulteriori cali dei Gilts, replicati su tutte le scadenze ma soprattutto su quelle a sei-dieci anni.
Molto più speculativo e volatile l’iShares Gbp Index-Linked Gilts (Isin IE00B1FZSD53), relativo ai titoli indicizzati all’inflazione, dinamici e fortemente correlati all’andamento dei tassi, poiché con scadenze molto lunghe. Il quadro complessivo dei bond in sterline ritrova quindi vitalità dopo anni di secondo piano, a causa allora della compressione dei rendimenti. È un risveglio che merita quindi un po’ di interesse, pur con un’incidenza ancora modesta all’interno di un portafoglio obbligazionario.
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