Sul Forex la sterlina è una delle majors che subisce di più la forza del dollaro, nel frattempo la BoE interviene sui bond.
Solo poche settimane fa abbiamo visto l’intervento diretto sul mercato da parte della BoJ e subito dopo della BoE. La Gran Bretagna si trova in una situazione molto particolare dovuta al cambio di governo, evento che ha dato l’occasione al mercato di aumentare la volatilità proprio sui minimi contro il dollaro affondando ulteriormente la sterlina verso la parità con il dollaro.
Un annuncio sui tagli fiscali in Uk ha portato a un forte flash crash che ha portato sterlina verso 1,0350, i minimi assoluti dal 1983, e all’intervento della Bank of England per salvare una situazione che poteva diventare pericolosa per l’economia britannica. Vediamo insieme la situazione macroeconomica in Uk per renderci conto di cosa sta succedendo a una della majors più importanti del Forex.
Economia britannica fuori controllo?
Il contesto macroeconomico che caratterizza l’economia inglese risulta essere fragile per diversi aspetti. Innanzitutto, il livello dell’inflazione rimane molto elevato, al 9,9%, considerando il fatto che il target di inflazione della Bank of England è quello del 2%.
Per contrastare questo aumento, la BoE ha programmato una serie di rialzi dei tassi di interesse che per il momento sono fermi al 2,25%, livello più alto rispetto a quelli della Bce e più basso rispetto a quelli della Fed. In sostanza, la sterlina incorpora un tasso di interesse e un costo del denaro maggiori rispetto all’euro e minori del dollaro, un elemento a favore di una ripresa della sterlina sui mercati almeno per il lungo periodo. A peggiorare il quadro macroeconomico non di certo roseo, è stato l’annuncio di un programma di riduzione della pressione fiscale domestica, che ha portato il mercato a vendere, non solo la sterlina, bensì anche il fondamentale mercato obbligazionario che ha visto dei crolli molto importanti sui prezzi, con conseguente forte aumento dei rendimenti dei titoli sulle varie scadenze.
In pratica, il mercato ha venduto tutto ciò che riguardava l’economia Uk, portando gli analisti della BoE a valutare una qualche forma di intervento per evitare il peggioramento di questa situazione. In effetti, dopo l’annuncio del taglio fiscale e del conseguente sell-off sui titoli obbligazionari, la BoE è intervenuta direttamente sul mercato comprando obbligazioni il 28 settembre, mentre di recente ha annunciato un nuovo intervento diretto proprio sui Gilts (titoli di Stato Ul) per un ammontare di 65 miliardi di sterline. In sostanza, la BoE sta cercando di mantenere la stabilità finanziaria dell’Uk in previsione di un ulteriore aumento dei tassi di interesse.
Sterlina, rimbalzo tecnico importante
Proprio nelle scorse giornate di trading, abbiamo analizzato l’andamento della sterlina nel lungo periodo, ipotizzando un sostanziale recupero dai livelli minimi toccati a fine settembre. La situazione per il momento rimane invariata, con un eventuale recupero che necessita di almeno 3 mesi per vedere la sua realizzazione.
Per il momento la sterlina ha conseguito un test importante su un livello che era stato individuato come target di movimento ribassista dopo aver toccato gli 1,15, ossia area 1,09. Questo livello, individuato su grafico daily, ha fatto da supporto e questo potrebbe essere un segnale del fatto che il mercato sta valutando l’ipotesi che la sterlina stia battendo dei minimi appetibili per un rialzo di lungo periodo.
Attenzione, stiamo parlando di un segno del fatto che il mercato sta fermando la discesa sui minimi, non stiamo parlando di segnali rialzisti. Servono mesi prima di rivedere un eventuale rialzo della sterlina. Per il momento rimaniamo a osservare quello che sta facendo il mercato e, qualora tra qualche settimana sterlina dovesse rimanere al di sopra dei minimi battuti a fine settembre, potremmo iniziare a ipotizzare seriamente un suo eventuale rimbalzo di lungo periodo.
Cosa succederà sui mercati obbligazionari?
I mercati obbligazionari sono complessivamente in tensione su scala globale. L’Uk è preoccupato nel vedere i propri titoli gravitare intorno al 4,5% di rendimento, ma in tal senso ricordiamo che i titoli di Stato italiani si ritrovano con rendimenti sul decennale vicini al 5%, una differenza enorme considerando i volumi necessari per muovere un mercato così importante.
La situazione richiede tempo prima di vedere un cambiamento sostanziale, in quanto gli interventi delle banche centrali non stanno ancora diminuendo l’inflazione a livello internazionale, fattore che incide direttamente sui rendimenti dei bond. Bisognerà ancora attendere forse l’inizio del 2023, prima di vedere una situazione di leggero miglioramento sui comparti meno rischiosi come il Forex e il mercato obbligazionario.
leggi anche
Trading, cos’è il panic selling?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti