La guerra è una cosa che può succedere, parola di Barbero

Alessandro Cipolla

01/04/2025

Il video dell’intervento di Alessandro Barbero alla Biennale Democrazia 2025 dove spiega quale sarebbe l’unica differenza tra le guerre dal 1945 a oggi e quelle che ci sono state nel passato.

Cosa c’è di diverso tra le guerre moderne - per intenderci quelle combattute o ancora in corso dal 1945 in poi - rispetto a quelle che si sono svolte in passato? Un argomento questo che è stato affrontato in dialogo con Manuela Ceretta alla Biennale Democrazia 2025 da Alessandro Barbero, popolare storico e autentica star del web dove i video dei suoi interventi sono da tempo tra i più cliccati.

Tra kit di sopravvivenza in caso di guerra e 800 miliardi messi sul tavolo per armare e ammodernare gli eserciti, l’Europa sembrerebbe temere che da un momento all’altro il conflitto in atto da oltre tre anni in Ucraina possa allargarsi a tutto il Vecchio Continente.

Nel suo ragionamento Barbero parte dal fatto che le guerre ci sono sempre state, un “comportamento umano” che dopo la Seconda Guerra Mondiale ci si è illusi di poter superare per arrivare a una sorta di pace universale.

A partire dal secolo scorso però a cambiare è stata la percezione che abbiamo della guerra, con l’illusione concreta che “l’Onu, dotata di un suo esercito, potesse effettivamente intervenire dovunque c’era un conflitto che minacciava di esplodere e impedirlo”.

Per Alessandro Barbero adesso solo una cosa sarebbe cambiata tra le guerre recenti e quelle per dire ottocentesche: quelle di oggi non vengono dichiarate e, come nel caso della Corea, a volte neanche vengono ufficialmente concluse.

Le guerre di oggi secondo Barbero

Nel video il professor Barbero ha spiegato che in passato la “guerra viene dichiarata e ci sono dei canali precisi per dichiararla e la si combatte sapendo che certe cose si possono fare, certe no”.

Una sorta di modus operandi bellico che esiste da sempre, ma dopo il 1945 quando il mondo si è detto “basta guerre” allora non ci sono state più guerre, nel senso che non vengono dichiarate.

Non si manda più l’ambasciatore con la dichiarazione di guerra e quindi non si è neanche più tenuti a rispettare certe regole. Lo sapete vero che la guerra di Corea non è mai finita? Sono passati settant’anni, ma non hanno mai firmato un trattato di pace - ha spiegato Barbero -. La Corea del Nord e la Corea del Sud hanno firmato solo un armistizio dicendo beh, per il momento smettiamo di spararci, ma siamo sempre in guerra fra noi. Tecnicamente quei due paesi sono in guerra l’uno contro l’altro”.

Nelle Falkland per esempio Argentina e Regno Unito non hanno mandato gli ambasciatori a dire “ti dichiaro guerra”, perché hanno avuto il terrore di dire “siamo in guerra”. Vladimir Putin poi continua a definire quella in Ucraina come “un’operazione speciale”.

La conclusione di Barbero così è lapidaria: “Dal 1945 in poi tutti hanno sempre mascherato le loro guerre in questo modo, con formule più o meno felici”.

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