Bond oggi – Btp: meglio la buona cedola o la bassa quotazione?
Lorenzo Raffo
20 novembre 2023
Su quale emissione di Btp puntare? Favorire il coupon o il “low price”? Un confronto fra le due strategie e un vincitore che le soddisfa entrambe.
L’apertura di seduta con un rendimento del decennale italiano al 4,33% impone un’analisi delle possibili evoluzioni future e soprattutto di dove indirizzare la scelta in termini di emissioni: meglio una componente cedolare medio-alta (che magari è penalizzante come quotazione) oppure puntare sul fattore prezzo – naturalmente più basso possibile – e quindi sulla variabile “duration”?
Innanzi tutto occorre segnalare che il Btp ha sì rotto dei livelli interessanti - al ribasso come rendimento e quindi al rialzo come quotazione - in un contesto però di una certa prudenza generale. Il giudizio di Moody’s è stato infatti positivo (rating immutato con “outlook” da negativo a stabile) ma il quadro generale resta debole, a causa di un debito italiano sempre altissimo.
Yield del Btp, come potrebbe evolvere
Numeri alla mano ecco i riferimenti grafici per il rendimento del decennale:
- Supporti (in presenza di un suo rialzo e quindi di debolezza delle quotazioni): 4,55% e 4,75%
- Resistenze (in presenza di un suo ribasso e quindi di rafforzamento delle quotazioni): 4,20% e 4,05%.
La forchetta resta strutturata sopra il 4% e perciò un passaggio al di sotto di questo livello sarebbe il vero segnale di consolidamento.
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Btp: buona cedola o bassa quotazione?
Inevitabile la domanda e inevitabile la risposta. Al momento è preferibile puntare su una via di mezzo e quindi il compromesso migliore sta – se non si diversifica su più emissioni – in un Btp che soddisfi entrambe le richieste. Il migliore esempio in tal senso è rappresentato dal 4,2% 2034 (Isin IT0005560948), emesso l’1/9/2023. Ha pertanto uno storico modesto. Garantisce nella fase in corso uno yield lordo al 4,3% e netto al 3,8%, in base alla quotazione di apertura odierna di 99,38 euro.
Si caratterizza tuttavia per una “duration” (sensibilità ai tassi) di 8, valore non elevatissimo ma comunque capace di assicurare rimbalzi di prezzo in presenza di politiche più espansive da parte della Bce. Il recente collocamento impedisce di evidenziare riferimenti grafici relativi a livelli di rafforzamento, dato un massimo storico a 100,8 euro, poco sopra le quotazioni in corso, mentre non sbarra il passo nell’indicare un minimo a 93,46 euro.
Il mercato va un po’ più lungo
In realtà gli scambi su Borsa Italiana stanno premiando – come da qualche tempo – Btp più lunghi: per esempio il 4% 2037 (Isin IT0003934657) e il 4,5% 2053 (Isin IT0005534141): di quest’ultimo in particolare piace la quotazione sotto i 96 euro e la duration maggiore di 15,5. In effetti anche queste emissioni appaiono interessanti nell’ottica indicata, sebbene meno indicate per chi abbia una visione da cassettisti, cioè di investitori che vanno a scadenza. Strategia che presuppone comunque di scegliere un solo titolo, sul quale aumentare o diminuire nel tempo le posizioni in rapporto all’andamento delle quotazioni.
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