Bond oggi – Btp, preferire le emissioni corte: lo “consiglia” anche il Tesoro
Lorenzo Raffo
23 dicembre 2022
Annuncia di voler ridurre quelle riferite al tratto a breve della curva dei rendimenti. Che costituiscono un’opportunità da cogliere. Quattro occasioni con scadenza massima 2026.
È un appuntamento tradizionale per fine anno quello del calendario del debito pubblico per i dodici mesi successivi e delle linee guida per la sua gestione. Nel caso del 2023 il rendez-vous risulta particolarmente importante per tre motivi:
- la corsa dell’inflazione determina un quadro del tutto inedito;
- il Tesoro dovrà garantire la copertura del fabbisogno a costi il più possibile in linea con l’andamento del mercato, obiettivo non semplice;
- c’è il timore che la graduale riduzione degli acquisti da parte della Bce possa determinare vuoti di liquidità.
Quindi la sfida si fa calda e lo stesso documento relativo alle linee guida lo afferma: si dovrà determinare una progressiva e scalare riduzione delle emissioni nel tratto a breve della curva dei rendimenti. Il che è logico, stante l’attuale situazione esposta a favore delle vite residue fino a 5 anni.
Ciò in presenza di una previsione di emissioni lorde complessive nel 2023 di titoli a medio/lungo termine tra i 310 e i 320 miliardi di euro contro i 285 miliardi (di cui però 7 in concambio) nel 2022.
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L’avviso (implicito) è chiaro
Inevitabile trarre una conclusione: al momento è più opportuno cogliere l’anomalia della curva selezionando da parte di chi acquista sul secondario maturities fino ai quattro/cinque anni in ottica di investimento da portare a scadenza, affiancandole magari a extralunghe per entrate scaglionate in previsione di variazioni delle quotazioni, che nel 2023 potrebbero essere altrettanto violente quanto quelle registrate nel 2022, con l’ipotesi che ciò avvenga anche in alcune fasi al rialzo.
Sul primo fronte ecco allora quattro Btp da valutare se l’obiettivo è appunto di andare a scadenza.
- 2023: Btp Italia Ap23 (Isin IT0005105843): consente di cogliere l’ancora elevata inflazione italiana. Sceso questa mattina di poco sotto i 100 euro, ha un potenziale elevato rendimento a rimborso, stimabile attualmente oltre il 10% su base annua;
- 2024: Btp 0% Dc24 (Isin IT0005452989): trattandosi di un tasso zero – erede delle politiche monetarie ultraespansive della Bce – quota poco sopra i 94 euro. Sarebbe però consigliabile mettere un ordine sotto tale livello, ipotesi realistica considerando che vi è già approdato a ottobre. Rendimento in corso sul 3% circa;
- 2025: Btp 2,0% Dc25 (Isin IT0005127086): in questo caso si torna su un’emissione classica, oggi scambiata sui 96 euro, con rendimento lordo al 3,4%;
- 2026: Btp 0% Ag26 (Isin IT0005454241): di nuovo un tasso zero, preferibile a un equivalente zero coupon anche per motivi fiscali, decisamente bastonato nella fase in corso, data la quotazione sugli 88 euro, con rendimento al 3,5%.
Si consideri infine che la scelta consentirà di neutralizzare in futuro minusvalenze fiscali causate da altri investimenti entro i quattro anni a disposizione, per compensarle se realizzate fino al 2022.
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