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di Mauro Finiguerra e Lara Zampini e Alberto Michelis e BCFormula

Holding pura o mista? Chi fa bene la strategia, vince

La holding può svolgere diverse attività non soltanto quella di gestione delle società partecipate, con regole, vantaggi e costi che variano.

Holding pura o mista? Chi fa bene la strategia, vince

Oltre alla gestione delle partecipazioni la holding può svolgere anche altre attività a favore delle società partecipate. Ad esempio può prestare servizi amministrativi e contabili, può predisporre business plan di gruppo e presentare pratiche di richiesta finanziamenti, può gestire le procedure antiriciclaggio e privacy, può acquisire servizi digitali, commerciali, di marketing in favore delle operative e chiederne il rimborso, e via elencando.

Quando la holding svolge solamente l’attività di gestione delle partecipazioni o l’attività di fornitura di servizi alle partecipate, i cosiddetti servizi infragruppo, parliamo di holding pura.

Quando invece la holding svolge anche altre attività in modo indipendente e non a favore delle partecipate, ci si trova di fronte a una holding mista.

La holding mista assume naturalmente un rischio maggiore a causa dell’attività commerciale che essa svolge parallelamente a quella di gestione partecipazioni e di fornitura di servizi infragruppo.

Per questo motivo, quando le funzioni principali della holding sono quelle di ridurre il rischio d’impresa, di fungere da cassa per dare liquidità alle società partecipate e per sviluppare gli affari e di proteggere il patrimonio aziendale, è consigliabile utilizzare una holding pura.

I rapporti fra holding e partecipate: i costi

Fra la holding e le partecipate possono intercorrere rapporti economici che devono essere gestiti contabilmente e fiscalmente.

Dunque vi sono regole molto precise da rispettare. Le attività svolte a favore delle partecipate e viceversa devono essere reali e oggettivamente dimostrabili.

Innanzitutto i costi devono essere reali e le cessioni di beni o le prestazioni di servizi devono essere state veramente effettuate.

I costi devono essere calcolati a valore normale, o meglio di mercato, cioè non si possono applicare costi gonfiati o sottostimati per spostare fittiziamente da una società all’altra.

I costi devono rispettare il principio di libera concorrenza ovvero non possono essere diversi da quelli che si sarebbero applicati se gli stessi servizi o gli stessi beni fossero forniti da società indipendenti di terzi soggetti.

Le holding e i documenti: fatture e contratti

Le fatture della holding devono riportare natura, quantità e qualità dei beni e servizi scambiati altrimenti gli organi di controllo potrebbero ritenere i costi indeducibili e l’Iva indetraibile.

È inoltre necessario che tutti i movimenti finanziari coincidano con gli importi delle fatture scambiate.

È inoltre anche necessario che a sostegno dello scambio documentale vi siano contratti dotati di data certa dove vengono indicate le condizioni di fornitura, i prezzi e le modalità di esecuzione dei servizi.

Qualora poi la holding svolga l’attività di cash pooling per le società partecipate, occorre predisporre necessari contratti di finanziamento indicando condizioni economiche a valori di mercato (tassi di interesse).

Holding, oggetto sociale e codice Ateco

Considerato che la holding deve essere iscritta nel Registro delle Imprese e che poi deve essere attivata con riferimento all’attività principale da essa svolta, risulta molto importante definire correttamente l’oggetto sociale nella maniera più ampia possibile, ma poi attivare soltanto quella o quelle attività che viene/vengono effettivamente svolta/e.

È consigliabile sempre inserire l’oggetto sociale più ampio possibile, sia per evitare ulteriori spese notarili per modifiche statutarie future, sia per poter svolgere più ampi attività.

È però in questo caso necessario definire con estrema attenzione l’attività principale svolta e le eventuali attività secondarie, individuando con precisione il codice Ateco che descrive in modo oggettivo l’attività effettivamente svolta.

Infatti non è escluso che in futuro la società holding possa svolgere anche attività diverse da quelle della sola gestione delle partecipazioni e delle altre attività di supporto alle partecipate.

Bisogna sapere tuttavia che, in caso di controllo fiscale, le autorità non eseguiranno la verifica sulla attività indicata nel codice Ateco, ma su quella effettivamente svolta dalla società, indipendentemente dal codice indicato al Registro delle Imprese.

La strategia di costituzione della holding

Quando si intende costituire una holding dunque è necessario predisporre una preliminare strategia operativa che riguarda anche le società partecipate e le ipotesi di sviluppo futuro della holding e delle partecipate.

Detta strategia deve tenere in considerazione molte variabili, fra le quali i rapporti con le operative, le modalità di svolgimento dell’attività, la fiscalità dei soci e delle società, la contribuzione previdenziale dei soci, e così via.

Pertanto si ricorda che per la molteplicità delle scelte che bisogna fare e delle variabili che bisogna tenere in considerazione è sempre necessario ricorrere all’aiuto di professionisti esperti e preparati in materia, per evitare di commettere errori che potrebbero costare molto cari.

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