Note di Vino

Note di Vino

di Antonella Coppotelli

Come leggere l’etichetta di un vino? Guida facile per neofiti e non solo

Antonella Coppotelli

25 febbraio 2025

L’etichetta di un vino racchiude un mondo di informazioni preziose per il consumatore ed è sinonimo di garanzia per il produttore.

Come leggere l'etichetta di un vino? Guida facile per neofiti e non solo

Saper leggere correttamente l’etichetta di una bottiglia aiuta a comprendere una serie di nozioni quali la tipologia del vino, la sua provenienza, le sue caratteristiche organolettiche e, soprattutto, a orientarsi verso una scelta più consapevole.

Abbiamo già visto il significato delle sigle delle denominazioni di origine, ma in realtà le etichette raccontano molto di più e sono, in un certo senso, la carta di identità del prodotto in bottiglia. Infine (nota soggettiva assolutamente inutile ai fini dell’articolo e della scelta del vino) alcune di esse sono davvero belle da vedere.

Attraverso il loro design possono esprimere non solo la sensibilità artistica del tempo ma anche la filosofia e lo stile del produttore. In quest’ultimo caso (non lo nego) dove a emergere vi sono anche coerenza visiva e un packaging accattivante, personalmente sono maggiormente attratta verso di esse.

Prima, però, di essere attratti dal bello, cerchiamo di capire il buono e cosa debba esserci obbligatoriamente o meno. Come sempre questo articolo non ha la presunzione di sostituirsi ai libri di testo né ai professionisti del settore ma si prefigge lo scopo di semplificare alcuni concetti per la lettura dei vini bianchi, rossi e rosati. Per le bollicine faremo prossimamente un focus a parte.

Elementi obbligatori dell’etichetta di un vino

La normativa europea (Reg. UE 1308/2013) stabilisce che le etichette dei vini devono contenere informazioni obbligatorie e ben visibili a colpo d’occhio per garantire la trasparenza e la tutela del consumatore. Questi elementi includono:

  • Denominazione di vendita: ogni bottiglia deve indicare se il vino è DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) o vino generico.
  • Gradazione alcolica: espressa in percentuale di volume alcolico (% vol.), indica la quantità di alcol presente nel vino.
  • Volume del contenuto: indica la capacità della bottiglia, solitamente 0,75 L per le bottiglie standard, ma possono essere presenti formati più piccoli (375 ml) o più grandi (1,5 L e oltre).
  • Paese di origine: l’etichetta deve riportare il paese in cui il vino è stato prodotto.
  • Nome dell’imbottigliatore e/o produttore: questa informazione è fondamentale per risalire all’azienda produttrice o all’imbottigliatore. Spesso si trova la dicitura “Imbottigliato da…” seguita dal nome della cantina e dalla località.
  • Lotto di produzione: codice numerico che identifica la partita del vino, utile in caso di eventuali richiami del prodotto.
  • Indicazione della presenza di allergeni: dal 2011 è obbligatorio specificare se il vino contiene solfiti, o altre sostanze che possono causare reazioni allergiche in alcuni soggetti. La dicitura più comune è “Contiene solfiti”.
  • Indicazioni sul confezionamento: l’etichetta deve riportare il materiale della bottiglia (vetro) e la modalità di riciclo.
Esempio etichetta di Vini DOP Esempio etichetta di Vini DOP Fonte: Il mondo del Sommelier edito da AIS

Elementi facoltativi dell’etichetta di un vino

Oltre alle informazioni obbligatorie, molte cantine aggiungono elementi utili per fornire ulteriori dettagli sul vino:

  • Vitigni utilizzati: non è sempre obbligatorio, ma spesso è un’indicazione nei vini monovitigno (es. “100% Sangiovese” in un Brunello di Montalcino).
  • Metodo di vinificazione e affinamento: si riferisce ai dettagli sulla fermentazione e sulla maturazione del vino, come “Affinato in barrique per 12 mesi”.
  • Note di degustazione: è la descrizione del profilo aromatico e del gusto del vino, ad esempio: “Aromi di frutti rossi, vaniglia e spezie, con un finale persistente”.
  • Suggerimenti di abbinamento: sono le indicazioni sui migliori accostamenti gastronomici, come “Perfetto con arrosti e formaggi stagionati”.
  • Temperatura di servizio consigliata: dati utili per esaltare le caratteristiche del vino, es. “Servire a 16-18°C”.
  • Annata: l’anno della vendemmia è fondamentale per valutare la qualità del vino, specialmente nei prodotti DOC e DOCG.
Esempio etichetta IGP Esempio etichetta IGP Fonte: Il mondo del Sommelier edito da AIS

Come interpretare le altre sigle sulle etichette?

Le etichette dei vini italiani possono presentare alcune sigle e diciture particolari come per esempio:

  • Superiore: indica un vino con caratteristiche qualitative superiori al disciplinare standard, spesso con una gradazione alcolica leggermente più alta.
  • Riserva: vino che ha subito un periodo di invecchiamento più lungo rispetto alla versione base (es. Barolo Riserva deve invecchiare almeno 5 anni).
  • Classico: specifica che il vino proviene dalla zona storica di produzione (es. “Chianti Classico”).

Le fascette e i contrassegni di Stato per i vini DOP

I vini a denominazione di origine DOC e DOCG (o DOP) presentano un elemento distintivo: la fascetta di Stato, un contrassegno che garantisce il rispetto del disciplinare di produzione. In buona sostanza cosa sono? A cosa servono e dove le trovo? Cerchiamo anche qui di semplificare brutalmente.

Le fascette di Stato sono rilasciate dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) e vengono apposte sul collo della bottiglia. La loro funzione è certificare che il vino abbia superato i controlli previsti dal disciplinare di appartenenza e hanno colore verde per le DOC e rosa per le DOGC. Possono contenere ulteriori informazioni quali:

  • logo del consorzio;
  • il numero progressivo e la serie alfanumerica;
  • il volume nominale del prodotto contenuto nel recipiente espresso in litri;
  • QR code o certificazioni digitali: alcuni produttori forniscono informazioni aggiuntive tramite un codice scansionabile.

Antonella Coppotelli

Responsabile Area Marketing & PR Money.it

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