Note di Vino

Note di Vino

di Antonella Coppotelli

Guida semplice alle tipologie (e non solo) di vino

Guida estremamente semplificata su alcune tipologie di vino con un breve pit stop su modello e categoria per meglio orientarsi nel meraviglioso mondo della degustazione.

Guida semplice alle tipologie (e non solo) di vino

Émile Peynaud, padre costituente della moderna enologia, era solito asserire che “una delle più grandi difficoltà in degustazione è saper apprezzare (e quindi valutare) ciascun vino all’interno della propria categoria.” Perché citare e scomodare una delle personalità più importanti di questo mondo?

Il motivo è presto detto: per imparare a degustare in maniera corretta un vino è importante conoscere e chiarire i concetti di tipologia, modello e categoria cui una bottiglia si riferisce.

E non per stabilire quale sia quello di maggior gradimento (Marco Ricciardi dell’AIS docet ancora) ma semplicemente per descrivere nella maniera più onesta e pulita possibile ciò che abbiamo nel bicchiere.

Essendo ancora una pivella (e temo che lo resterò a lungo) che si appresta a concludere non senza timore il Primo Livello del percorso AIS, mi soffermerò su questi concetti con l’intento di semplificare ma non di banalizzare per poi passare a un veloce assaggio di alcune tipologie di vino.

Tipologia, modello e categoria

Prima di entrare un pochino più nel dettaglio, è necessario riassumere cosa si intenda per tipologia, modello e categoria; questo anche per rendere più “edibile e potabile” l’affermazione di Peynaud e aiutarci in un orientamento più chiaro. Nello specifico, quindi, possiamo schematizzare così:

  • tipologia: si riferisce a una macro suddivisione e classificazione in gruppi su base enologico-produttiva;
  • modello: questo concetto fa riferimento al contesto geografico e al vitigno da cui proviene il vino e che nella maggior parte di casi è espresso nella Denominazione di Origine;
  • categoria: definiti i primi due, ci si può spingere verso quest’ultima, volta a entrare ancora più nel dettaglio del vino che stiamo degustando e che può identificare, ad esempio, una particolare modalità produttiva che caratterizza la bevanda.

Sintetizzando ancora di più attraverso un esempio, immaginiamo di degustare una fantomatica bottiglia che per l’occasione chiameremo “Amarone Classico della Valpolicella DOCG AIS - Frittole 1984” maturato in legno. Trovandoci dinanzi a essa, e leggendo attentamente l’etichetta o la scheda tecnica, la possiamo “scomporre” così:

  • tipologia: vino rosso strutturato e maturato in legno;
  • modello: i vitigni di riferimento sono Corvina, Corvinone e Rondinella che nella percentuale di utilizzo, espressa nel disciplinare di riferimento, rientrano nella denominazione DOCG;
  • categoria: affinamento in botti di rovere da 25 a 38 hl per minimo 3 anni e successivamente in bottiglia per minimo 6 mesi.

Memorizzato questo schema, proviamo ad addentrarci in una schematizzazione più ardita che strizza l’occhio anche a quella che in gergo si definisce la scheda analitico-descrittiva del vino. In realtà quest’ultima è molto più complessa e completa e per padroneggiarla adeguatamente, bisogna esercitarsi tanto, per la gioia del nostro palato, e scontrarsi con mille dubbi e ritrosie nel mettere nero su bianco ciò che vediamo, odoriamo e gustiamo.

Tipologie di riferimento del vino Tipologie di riferimento del vino Fonte: la Degustazione edito da AIS

Alcune tipologie di vino

Come ben mostra l’immagine condivisa, possiamo suddividere il vino in 5 macro tipologie. In questo articolo vedremo sommariamente solo le prime tre, rimandando a un futuro articolo le ultime due (Vini Spumanti e quelli Dolci-Liquorosi), meritando un approfondimento a sé.

I vini rossi sono ottenuti dalla fermentazione di uve a bacca nera, con una macerazione delle bucce che conferisce colore, tannini e aromi complessi. La struttura di un vino rosso dipende dalla varietà di uva, dal metodo di vinificazione e dall’affinamento. Le caratteristiche principali sono:

  • Colore: amaranto, rubino, carminio, granato e aranciato.
  • Struttura: di medio corpo, di corpo pieno e robusta.
  • Aromi: fruttati (ciliegia, prugna, frutti di bosco), speziati (vaniglia, pepe, liquirizia), terziari (cuoio, tabacco, cacao) nei vini invecchiati.

I vini bianchi si ottengono da uve a bacca bianca o da uve a bacca nera vinificate senza macerazione delle bucce. Possono essere freschi e fruttati o strutturati e complessi, a seconda del vitigno e del metodo di produzione. Le caratteristiche principali sono:

  • Colore: verdolino, paglierino, dorato, ambrato e mogano.
  • Acidità: elemento chiave che conferisce freschezza e longevità.
  • Aromi: floreali (acacia, gelsomino), fruttati (agrumi, pesca, mela), minerali e burrosi nei vini affinati in legno.

I vini rosati si producono principalmente attraverso un breve contatto delle bucce con il mosto, ottenendo una tonalità rosa più o meno intensa. Sono spesso freschi e fruttati, ideali per aperitivi e piatti leggeri. Le caratteristiche principali sono:

  • Colore: fiore di pesco, ramato, salmone, corallo, peonia.
  • Aromi: fragola, lampone, rosa, agrumi.
  • Acidità: presente per dare freschezza e beva.

Il discorso sarebbe ben più lungo e articolato, ovviamente e come sempre rimandiamo agli ambiti di competenza per una preparazione seria e accurata.

D’altra parte il vino è un organismo vivente verso il quale mettiamo a disposizione tutti i nostri sensi per capirlo e apprezzarlo; un po’ come accade con le persone o come dovrebbe avvenire, ma questa è un’altra storia.

Quindi con quale bottiglia vi cimenterete adesso per esercitarvi sulla distinzione di tipologia, modello e categoria?

Fatecelo sapere nei commenti e, nel frattempo, prosit!

Antonella Coppotelli

Responsabile Area Marketing & PR Money.it

Per maggiori informazioni su Note di Vino scrivere un'email a redazione@money.it