Hai perso soldi con investimenti su certificates, opzioni e CFD? Ecco come avere un rimborso
Marco Fabio Delzio
28 novembre 2024
Anche con strumenti ad alto rischio come certificates, covered warrant, opzioni e CFD è possibile recuperare soldi da investimenti.
Certificates di investimento, covered warrant, opzioni e CFD hanno tutti in comune la caratteristica di essere contratti derivati, strumenti finanziari che ancorano o derivano il rendimento del capitale investito a quello ottenuto da una o più variabili di mercato.
Al variare di quest’ultime, identificate spesso con il termine di “sottostante” o “underlying”, i risparmi investiti subiranno una variazione di prezzo che potrà essere diretta (sale il prezzo del sottostante, sale quello del derivato) o inversa (sale il primo, scende il secondo). Così come il rendimento ottenuto potrà risultare identico oppure amplificato (il sottostante scende dell’1%, il derivato del 10%) rispetto a quello dell’underlying.
Quest’ultima caratteristica, comune a molti degli strumenti finanziari derivati, corrisponde all’effetto leva e rappresenta uno degli elementi di rischio più importanti per gli investitori.
Come spesso accaduto, la presenza della leva finanziaria in uno strumento farà sì che a una giornata marcatamente negativa per il sottostante (es.: un -10%) possa corrispondere il completo azzeramento del capitale investito nel derivato (ossia un -100%, qualora la leva sia stata pari a 10).
Per tale motivo, non sono rare le perdite da Derivati come Certificates e CFD.
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È quindi evidente che strumenti derivati quali certificates di investimento, covered warrant, opzioni e CFD siano strumenti finanziari estremamente rischiosi per gli investitori, caratterizzati da una elevata complessità che li rende inadatti a tutti quei clienti che non hanno maturato nel tempo una specifica conoscenza ed esperienza in tali strumenti.
Questi ultimi, ideati e creati da società di investimento internazionali quali WisdomTree, sono offerti anche dalle principali banche italiane, come Unicredit, Intesa Sanpaolo, Fineco e BNP Paribas.
In questo secondo scenario, dunque, in capo a questi intermediari si configura anche un potenziale conflitto di interessi alla luce dei costi di ingresso/uscita/gestione, talvolta nemmeno validamente pattuiti con il cliente e in tal caso nulli, o comunque risarcibili e tali da erodere il capitale investito ad ogni transazione, fino a raggiungere cifre decisamente importanti dopo anni di operazioni di trading eseguite per conto dei clienti.
L’investimento in contratti derivati, spiegato bene
I Certificates (o Certificati) sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati che incorporano diverse strategie di investimento più o meno speculative/aggressive e che consentono all’investitore di esporsi all’andamento di uno o più specifici sottostanti.
Tale replica dei risultati ottenuti dal sottostante può essere semplice (sottostante e Certificato ottengono la stessa performance percentuale) oppure amplificata. In questo secondo caso siamo in presenza di Certificates a leva. Tra i sottostanti che più comunemente sono alla base dei Certificates, troviamo azioni, indici, valute, materie prime come petrolio o gas e tassi di interesse.
Quanto invece ai CFD (Contract for Difference), questi strumenti sono contratti derivati negoziati fuori borsa ovvero OTC, Over-the-Counter, direttamente tra cliente e banca. Il rendimento dei CFD dipende da come la banca li ha strutturati e in generale discende dalla differenza tra il prezzo del sottostante al momento dell’apertura della posizione e lo stesso prezzo al momento della chiusura.
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I CFD sono strumenti derivati che sfruttano il meccanismo della marginazione, che di fatto comporta la presenza della leva finanziaria. Quindi prevedono il versamento iniziale di una somma che rappresenterà solo una frazione del controvalore del contratto.
Da ultimo le opzioni, e in maniera simile i covered warrant, sono contratti derivati che attribuiscono all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo, a comprare (opzioni “Call”) o vendere (opzioni “Put”) un determinato strumento sottostante, ad una certa data e ad un prezzo prefissato (c.d. “Strike”). In questi casi, dunque, l’esborso per l’investitore e quindi il capitale a rischio corrisponderà al prezzo di tali opzioni.
I rischi per chi investe in certificates, covered warrant, opzioni e CFD
Come visto, non è raro incorrere in perdite da derivati come certificates di investimento, covered warrant, opzioni e CFD in quanto sono strumenti estremamente complessi con profili di rischio/rendimento che, di fatto, li rendono inadatti a buona parte dei risparmiatori.
Esiste ad ogni modo una granitica giurisprudenza, nella quale rientra ad esempio la Cassazione n. 35789 del 2022.
Secondo quest’ultima, anche se in presenza di un investitore esperto, l’intermediario sarà comunque tenuto a risarcire le perdite subite dal risparmiatore se, all’atto dell’investimento, risulteranno essere stati violati gli obblighi informativi, di comunicazione e di trasparenza in capo all’intermediario stesso.
Quando si può avere un rimborso da investimenti in derivati
A titolo di esempio, le violazioni della normativa che più frequentemente occorrono sono:
- mancato rilascio di informazioni al cliente su tutte le fonti di rischio e le caratteristiche dello specifico strumento finanziario derivato che verrà acquistato;
- mancata o quantomeno non corretta ricostruzione del profilo finanziario del cliente (c.d. questionario MiFID) da parte della banca;
- mancata o errata valutazione della compatibilità dell’investimento in Certificates, Covered Warrant, Opzioni o CFD rispetto al profilo del cliente.
Quando si è in presenza delle violazioni sopra richiamate sarà possibile contestare alla propria banca tale comportamento e richiedere un risarcimento per recuperare le perdite.
L’offerta di Martingale Risk
L’azione proposta da Martingale Risk è proprio nei confronti degli intermediari finanziari che spesso vendono tali strumenti ai risparmiatori che non li conoscono o non ne sono stati informati adeguatamente. In questo modo si concretizza il rischio di subire in modo incolpevole gravi perdite finanziarie.
Martingale Risk è disponibile ad avviare un’azione risarcitoria senza richiedere alcun costo anticipato, ma solo una percentuale sulle somme recuperate.
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