John Fitzgerald Kennedy, chiamato anche JFK o con il diminutivo Jack (Brookline, 29 maggio 1917 – Dallas, 22 novembre 1963), è stato un politico e saggista statunitense, 35º presidente degli Stati Uniti d’America dal 1961 al 1963.
Nato nella influente famiglia Kennedy, cattolica di origine irlandese, si laureò all’università di Harvard nel 1937. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruolò, comportandosi valorosamente nel Pacifico e venendo insignito della Navy and Marine Corps Medal. Finito il conflitto aderì al Partito democratico, si candidò nel 1946 alla Camera dei rappresentanti, nella quale ottenne un seggio, e nel 1952 al Senato, risultando nuovamente eletto.
Nel 1960 assunse la leadership del partito e si candidò alla presidenza, scegliendo Lyndon Johnson come candidato alla vicepresidenza. Nelle elezioni dell’8 novembre sconfisse il vicepresidente uscente Richard Nixon e s’insediò alla Casa Bianca il 20 gennaio dell’anno successivo.
La sua breve presidenza, in epoca di guerra fredda, fu segnata da alcuni eventi molto rilevanti: lo sbarco nella Baia dei Porci, la Crisi dei missili di Cuba, la costruzione del Muro di Berlino, la corsa allo spazio, gli antefatti della Guerra del Vietnam e l’affermarsi del Movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Kennedy fu assassinato il 22 novembre del 1963 a Dallas, in Texas. Lee Harvey Oswald, un ex marine di simpatie marxiste, fu arrestato poco dopo il fatto e accusato dell’omicidio, ma venne a sua volta ucciso due giorni dopo da Jack Ruby, prima di poter essere processato. L’FBI e la Commissione Warren conclusero che Oswald aveva agito da solo. Nel corso degli anni successivi numerosi interrogativi furono sollevati sulla dinamica dell’attentato e sulla reale identità dell’autore; nel 1979 la United States House Select Committee on Assassinations pubblicò un rapporto nel quale si concluse che l’atto di Oswald fu probabilmente frutto di una cospirazione.