1 Dicembre: anche l’Italia partecipa alla giornata contro l’AIDS

Gaja Gabriele

1 Dicembre 2015 - 09:10

Martedì 1 dicembre 2015 è la giornata mondiale per la lotta contro l’AIDS, un’occasione per continuare ad informare su un tema che sembra essere dimenticato.

1 Dicembre: anche l’Italia partecipa alla giornata contro l’AIDS

AIDS in ItaliaDal 1981, anno della scoperta del virus, l’AIDS ha causato la morte di più di 25 milioni di persone nel mondo e dal 1982, anno della prima diagnosi positiva in Italia, sono stati registrati circa 68.000 casi. Già dal primo caso in Italia L’AIDS aveva raggiunto livelli alti in tutto il mondo e l’intera comunità era sensibile al fenomeno.Cosa che non ha fermato il progresso della malattia che registra solo nel 2014 più di 3.600 casi di positività al HIV con un incidenza maggiore tra le persone sotto i trent’anni. Spesso la prevenzione è quasi nulla, la maggior parte dei malati non sa di esserlo, non vengono più consigliati esami sulla sieropositività e per quelli a cui viene diagnosticata come unica soluzione resta la terapia antiretrovirale. 

Terapia antiretrovirale e vaccino italianoLa terapia, introdotta nel 1996, riduce le potenzialità di contrarre l’infezione per gli individui non sieropositivi e dovrebbe, ma non garantisce, tenere sotto controllo la proliferazione del virus per gli individui sieropositivi, non vieta quindi alla malattia di raggiungere la fase più avanzata.

Nel 1998 l’Istituto Superiore della Sanità (ISS) supportato dal Ministero della Salute, ha sponsorizzato un proprio studio di un vaccino sperimentale, usufruendo di un finanziamento pubblico che si aggira attorno i 28 milioni di euro. Dopo anni di insuccessi, nel 2014, l’ISS cerca nuovamente finanziamenti per continuare la sperimentazione ma i passi avanti si possono definire nulli. Oggi, 17 anni dopo l’impegno dell’ISS, l’istituto tace sulla questione, come d’altronde fa la pubblica informazione. Il virus continua a manifestarsi senza diminuire colpendo maggiormente tramite trasmissione sessuale.

In tutta Italia oggi le associazioni interessate organizzano eventi volti alla sensibilizzazione, prevenzione e informazione, sperando che non resti un impegno relegato ad un giorno solo all’anno.

E’ indubbio che le mancanza di campagne di sensibilizzazione sulla malattia in materia di prevenzione e diagnosi, o sull’uso del preservativo, influisca sulla proliferazione del virus e sull’interesse della comunità, ma nell’ultimo decennio il problema è stato messo da parte, forse per una questione economica in quanto anche le malattie possono ormai considerarsi allo stesso livello di una moda per i media. Le vecchie generazioni hanno rimosso o hanno distorto le informazioni e le nuove generazioni sembrano essere estranee al problema se non totalmente inconsce. Per questa, come per altre tematiche importanti a livello mondiale, l’Italia sembra ancora restare indietro.

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