Concorso scuola 2016: la notizia di un cambiamento nel conteggio degli anni da supplenti e quelli di ruolo, anche negli istituti paritari, ha cambiato le carte in tavola.
Concorso scuola 2016: ecco tutte le novità dopo la notizia che verranno conteggiati solo gli anni da supplenti o non quelli di ruolo, anche negli istituti paritari.
Il concorsone è alle porte: 200.000 insegnanti si stanno preparando per la prova scritta ed orale che decideranno il loro futuro.
Tra meno di quarantotto ore scadrà il termine ultimo per la presentazione della domanda di iscrizione che porterà a circa 63 mila assunzioni in tutta Italia. Le novità intorno al concorso scuola 2016 si sono rincorse ed accavallate tra di loro negli ultimi giorni, ma quella che arrivata nelle ultime ore ha fatto storcere il naso a più di una persona.
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Concorso scuola, supplenze e anni di ruolo: quali saranno conteggiati?
Il Ministero dell’Istruzione ha fatto sapere, infatti, che ai fini del punteggio per gli insegnanti verranno conteggiati gli anni svolti da supplenti e non quelli di ruolo nelle scuole paritarie. Questo significa che del curriculum dei docenti verrà considerato solo il lavoro svolto a tempo determinato e non quello a tempo indeterminato.
Ovviamente, il paradosso ha fatto infuriare le decine di migliaia di insegnanti precari che in questi anni hanno comunque svolto centinaia e centinaia di ore come professori a tutti gli effetti nelle scuole paritarie e che adesso non solo non si vedono riconosciuto il percorso fatto, ma addirittura si sentono quasi penalizzati.
Il provvedimento del Ministero è ancor più pesante dal momento che il concorso scuola 2016 è il primo nel quale vengono riconosciuti gli anni di insegnamento nel calcolo del punteggio finale. Per questo, è molto probabile che fioccheranno i ricorsi.
I moltissimi docenti che negli ultimi 16 anni hanno prestato servizio presso le scuole paritarie, infatti, facevano affidamento sul fatto che dal 2000 questo tipo di istituti è entrato a far parte del sistema unico di istruzione dello Stato italiano a tutti gli effetti. Per questo motivo, non avrebbero mai creduto di vedersi tolto il diritto di riconoscimento dei titoli ottenuti nelle scuole paritarie.
Quando verrà chiesto ai docenti di inserire i dati sugli anni di servizio? Nella domanda online, c’è una sezione dedicata, nella quale gli insegnanti devono dichiarare i loro titoli, compresi quelli conseguiti nelle scuole paritarie. E non stiamo parlando di un fattore trascurabile, dal momento che avranno il valore di 20 sui 100 punti totali della graduatoria, ottenibili dopo aver superato la prova scritta e quella orale.
Concorso scuola 2016: cosa è un istituto paritario
Ma qual è il meccanismo che regola le docenze nelle scuole paritarie, per le quali il Ministero ha operato una netta distinzione tra le ore di servizio come supplenti e come insegnati di ruolo?
Va, innanzitutto, spiegato cosa si intende per istituto o scuola paritaria. All’articolo 2 della legge n. 62 del 10 marzo 2000 si legge:
“Si definiscono scuole paritarie, a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti in particolare per quanto riguarda l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, le istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali, che, a partire dalla scuola per l’infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia di cui ai commi 4,5, e 6”.
Rientrano, dunque, in questo gruppo tutte le scuola private, gestite spesso da ordini religiosi o messe in piedi da benefattori, che si impegnano a fornire un servizio equivalente a quello della scuola pubblica.
Per molti anni, un docente di un istituto paritario è stato considerato di serie B. Ancora oggi, gli istituti privati vengono considerati una specie di ponte verso la scuola pubblica. Questo proprio perché da 16 anni a questa parte gli aspiranti docenti sanno che il loro lavoro in una scuola paritaria ha un peso molto importante ai fini dell’assunzione a tempo indeterminato nella scuola pubblica.
Eppure, oggi è arrivata la doccia gelata: quanto appena detto vale solo per gli insegnanti che abbiano svolto supplenze o a quali sia stato fatto un contratto a tempo determinato. Per chi, invece, è stato assunto di ruolo, sarà impossibile vedersi riconosciuti gli anni di servizio.
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