La pizza fa male alla salute perché contiene sostanze tossiche e cancerogene? Cosa rispondono gli esperti che hanno analizzato farine, carboidrati, cottura e cartoni da asporto.
Mangiare la pizza fa male? Secondo alcuni esperti sì, a causa di diversi fattori che si sommano. Una bufala per i puristi della tradizione nazionale, tuttavia la pizza non ha mai pace. Già nel 2014 era stata tacciata di tossicità dal noto programma Report, che aveva condotto un’inchiesta sulla pizza napoletana, facendo luce sulle sostanze cancerogene della pizza bruciacchiata cotta a legna.
L’allarme pizza cancerogena è tornato aggiungendo informazioni: a renderla un alimento potenzialmente pericoloso per la salute troviamo ingredienti, abitudini di consumo, metodi e tempi di cattura. Facciamo chiarezza.
La pizza fa male: bufala o verità?
Perché mangiare la pizza fa male? Sono diversi i fattori incriminati, ma non tutti sono veri. Ad esempio nel 2002, in seguito a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri mal interpretato, la pizza venne accusata di provocare un tasso altissimo di inquinamento atmosferico, entrando nella black list dei consumatori più eco-attenti. Ovviamente la notizia si rivelò una bufala, smentita dallo stesso ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio: “Non sussistono divieti per l’esercizio di forni a legna ma solo norme che regolamentano le emissioni in atmosfera. Per i forni a legna il rispetto di tali limiti non richiede l’istallazione di sistemi di abbattimento ma solo l’applicazione di buone pratiche di gestione”.
Un’altra fake news, invece, riguardava le norme igienico-sanitarie della cottura, reali ma non se si considerano le altissime temperature di cottura. Un forno in attività raggiunge infatti i 400 gradi, che assicurano l’abbattimento di microrganismi patogeni, spore e tossine.
La verità invece riguarda gli IPA, l’acrilamide e la tossicità dei cartoni da asporto. Vediamo insieme perché la pizza fa male.
Sostanze tossiche nella pizza: le più pericolose
La pizza è cancerogena? La risposta è ambivalente, perché affinché una sostanza o alimento possa far sviluppare una malattia degenerativa come un tumore, occorre che il paziente abbia una predisposizione genetica a sviluppare il malessere. Ciononostante sì, la pizza contiene elementi cancerogeni, vediamo quali:
- IPA (idrocarburi policiclici aromatici). Negli alimenti lavorati la presenza degli IPA è dovuta a processi di lavorazione (come l’affumicatura) e di cottura (come griglia, arrosto, forno e frittura). La pizza è cibo cotto attraverso il processo di combustione del legno, e in quanto tale ad alto rischio. Come detto dalla dotoressa Floriana Boscaino (in un’intervista al Gambero Rosso) “La formazione di IPA può essere minimizzata evitando il contatto diretto dell’alimento con la fiamma, cucinando a temperature più basse per periodi più lunghi. Tutte soluzioni incompatibili con una pizza cotta al forno a legna o una bistecca cotta alla brace, per esempio”.
- Acrilamide è un composto chimico che può causare la formazione di tumori, e si forma attraverso carboidrati, grassi e zuccheri esposti a temperature elevate. Questa sostanza tossica è presente principalmente in cibi quali: pane, pizza, fritti, caffè, cereali. Anche qui, c’è poco scampo per la pizza.
- Sostanze cancerogene nei cartoni da asporto. Sul mercato sono presenti tre tipi di cartoni, quelli in pura cellulosa, quelli in semichimico e quelli in cartone riciclato. Si differenziano per il colore degli interni, in ordine: bianco, marrone e grigio. Quest’ultimo è il più dannoso, perché contenendo residui dei precedenti utilizzi, contiene maggiori sostanze cancerogene.
Infine, anche le micotossine presenti nelle farine sono molto pericolose, anche quando poco cotte, che possono contenere escherichia coli.
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