La catena di distribuzione pesa molto sull’emissioni annuali di CO2. Uno studio di Transport&Environment ha analizzato le emissioni. Ecco quali sono i porti che inquinano di più. La classifica.
Il traffico via mare inquina, ma anche quando le navi sono ormeggiate causano emissioni di CO2 considerevoli. L’organizzazione ambientalista Transport&Environment ha stimato le emissioni di CO2 dei porti europei. Alcuni, più di altri, rappresentano un grande ostacolo all’obiettivo comune di neutralità carbonica.
Secondo l’indagine è il porto di Rotterdam ad aprire la classifica dei porti europei più inquinanti. Le stime di emissioni di CO2 superano gli altri porti di molto, arrivando a generare 13,7 milioni di tonnellate ogni anno per le operazioni di carico e scarico. Subito dopo Anversa e Amburgo, con rispettivamente, 7,4 e 4,7 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.
Nella classifica entra anche l’Italia che, per colpa anche della superficie totale di costa maggiore di altri Paesi, si aggiudica il terzo posto della classifica relativa alle emissioni totali (tutte le attività). In questa classifica totale l’Italia emette circa 15 milioni di tonnellate di CO2, mentre l’Olanda al primo posto ne genera 17,6.
Si potrebbe pensare che il commercio e le altre attività marittime siano in diminuzione rispetto al passato, ma non è così. Negli ultimi vent’anni il trasporto via mare è, insieme a quello degli aerei (+130%), cresciuto del 32% (dati aggiornati al 2019). Qual è la soluzione e l’approccio europeo? Prima di tutto bisogna capire quali sono i porti più inquinanti e perché.
I porti che inquinano di più: la classifica europea secondo Transport&Environment
Lo studio riportato dall’associazione ambientalista Transport&Environment ha prodotto diverse classifiche. Quella dei Paesi europei più inquinanti, quella dei porti più inquinanti e infine quella delle emissioni generate nei porti, di cui l’Italia è triste capofila.
Nella classifica delle emissioni di CO2 dobbiamo quindi distinguere i Paesi e i porti più inquinanti. Iniziamo con la classifica dei porti. La maggior parte delle emissioni prodotte potrebbe essere abbattuta, ma a frenare il miglioramento ambientale, dalla qualità dell’acqua a quella dell’aria, è il mancato investimento in energia alternativa.
Nella classifica della catena di operazioni l’Italia si classifica al 4° posto per emissioni, mentre il primo posto spetta ai Paesi Bassi. Invece nella classifica dei porti più inquinanti, ovvero quelli che emettono più CO2 in un anno - escludendo gli altri tipi di inquinamento, come quello acustico - troviamo al primo posto Rotterdam, poi Anversa e Amburgo.
Posizione | Città | Emissioni |
1 | Rotterdam | 13,7 mln (Mt) |
2 | Anversa | 7,4 mln (Mt) |
3 | Amburgo | 4,7 mln (Mt) |
4 | Algeciras | 3,3 mln (Mt) |
5 | Barcellona | 2,8 mln (Mt) |
6 | Il Pireo | 2,7 mln (Mt) |
7 | Valencia | 2,7 mln (Mt) |
8 | Bremerhaven | 2,3 mln (Mt) |
9 | Marsiglia | 2,3 mln (Mt) |
10 | Amsterdam | 2,1 mln (Mt) |
Dove si classifica l’Italia tra i porti più inquinanti d’Europa?
Un discorso a parte va fatto sull’Italia. Il nostro Paese infatti è alto di posizione in diverse classifiche. Il 2021 è stato un anno di vittorie? Beh, non ovunque. Il podio in questione è sempre quello delle emissioni, ma invece di essere inerente al singolo porto, l’Italia primeggia nella sua interezza.
Così l’Italia si ritrova al primo posto per emissioni generate dalle attività navali nei porti, ovvero per operazioni quali carico, scarico e rifornimento delle navi. In particolare sono le navi petroliere a inquinare di più, perché sono anche quelle che trascorrono più tempo ferme nei nostri porti.
Quante emissioni di CO2 generano le navi in transito nel nostro Paese:
- portacontainer, 4.121.565,74 tonnellate;
- petroliere, 2.152.099,84 tonnellate;
- portainfuse, 1.349.403,64 tonnellate;
- navi da crociera 1.927.633,82 tonnellate.
In totale in Italia le emissioni di CO2 superano i 15 milioni di tonnellate l’anno, nello specifico: 15.035.309,68 di tonnellate.
Perché i porti inquinano così tanto e quali sono le soluzioni
A lungo l’inquinamento generato dai porti è stato escluso dai piani di neutralità carbonica. Si è voltata la testa dall’altra parte all’aumento costante di questo genere di trasporto, che negli ultimi vent’anni è cresciuto del 32%. Un ritmo di crescita rapido, superato solo da quello dei trasporti aerei (+130%).
Migliorano i consumi di carburante, ma non basta. Si prevede che nel 2050 le emissioni derivate dal trasporto marittimo aumenteranno tra il 50% e il 250%. Questi dati si traducono in un aumento delle polveri sottili - tenendo in considerazione solo l’inquinamento dell’aria e le conseguenze sulla salute - con un rapporto almeno 100 volte maggiore delle emissioni dovute al traffico urbano.
La soluzione è una soltanto: transizione ecologica. Sì, anche i porti devono iniziare a investire in soluzioni green.
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