Tornare sulla Luna 50 anni dopo lo storico allunaggio del 1969. Ecco tutto quello che bolle in pentola: da Elon Musk e SpaceX alla Blue Origin di Amazon fino alla Cina. Chi sarà il nuovo Neil Armstrong?
- La Missione Spaziale Apollo 11, che portò il primo uomo sulla Luna nel 1969, non ha più avuto repliche. Quando torneremo sulla Luna? Presto, secondo le intenzioni provenienti dai più celebri esponenti della comunità scientifica. Elon Musk e SpaceX, Jeff Bezos con Amazon, la NASA e la Cina: il prossimo Neil Armstrong potrebbe essere molto più vicino di quello che pensiamo.
Tornare sulla Luna è l’obbiettivo è uno degli obiettivi principali destinato a occupare alcune delle più grandi menti, istituzioni e risorse scientifiche nei prossimi dieci anni. Si guarda sempre più allo spazio per il futuro dell’essere umano e il nostro satellite è una delle “stazioni” più facilmente raggiungibili dalla Terra, con condizioni semi favorevoli allo sviluppo di una potenziale migrazione spaziale (l’altro candidato numero 1 è il pianeta rosso Marte).
Quando vedremo di nuovo un uomo sulla Luna e quanto torneremo sul satellite più importante e affascinante di sempre? Ecco tutto quello che sappiamo.
Tornare sulla Luna: SpaceX ed Elon Musk
Il magnate Elon Musk non ha dubbi: tornare sulla Luna è possibile e la sua SpaceX sarà in prima linea nel portare a termine questo nuovo e ambizioso obiettivo.
Quando? Nel 2023, appena due anni dopo lo sviluppo e il completamento della navicella Starship (che sarà completata entro il 2021). L’ambizioso veicolo aerospaziale permetterà di tornare anche sulla Luna, almeno questo è quando dichiarato da Musk in un’intervista a TIME:
“Potrebbe sembrarvi pazzesco, ma penso che potremo tornare sulla luna in poco meno di due anni, almeno per quanto riguarda un veicolo senza equipaggio. Nei seguenti due anni da questo primo abbordaggio, potremo inviare anche esseri umani”.
Questa stima, se dovesse rivelarsi veritiera, anticiperebbe di un anno le prossime missioni spaziali della NASA, che ha intenzione di inviare la prima donna sulla Luna entro il 2024.
Amazon e Blue Origin: Jeff Bezos e i pacchi dalla Luna
Le risorse economiche di Jeff Bezos, non mancano di certo. Il CEO di Amazon potrebbe presto inaugurare, con la sua Blue Origin, la prima forma di colonialismo spaziale, puntando alla Luna.
Dopo aver presentato alcuni mesi fa il suo primo lander lunare, Blue Origin punta a salvare il pianeta Terra dalla crescente minaccia del surriscaldamento globale, spostando l’industria pesante nello spazio. Prima tappa? Il nostro satellite.
“Il motivo principale per cui dovremmo andare nello spazio è, a mio avviso, salvare il pianeta Terra. Se questa civiltà continuerà a crescere dobbiamo muoverci e andare altrove, sto parlando di qualcosa a cui lavoreranno i nostri nipoti e i nipoti dei loro nipoti. È un progetto grande e che non riguarderà solo questa generazione”.
Per Bezos la Luna rappresenterebbe il punto d’attracco perfetto per dare il via all’ambizioso progetto: la straordinaria vicinanza al nostro pianeta, 3 giorni di viaggio spaziale, l’acqua ghiacciata presente nel sottosuolo, l’energia solare data dalla sua esposizione alla nostra stella e la gravità che agevola il sollevamento di carichi pesanti. Quanto tutto questo dovrebbe realizzarsi non è ancora stato definito, ma sappiamo che Bezos è un tipo decisamente ambizioso (e ricco abbastanza da poter finanziare un progetto di tale portata).
Tornare sulla Luna: il prossimo Neil Armstrong sarà cinese
Dal 2013 la Cina ha iniziato a interessarsi alle missioni spaziali riguardanti il nostro satellite, con lo sbarco della prima sonda atterrata pochi mesi fa (proprio in occasione del cinquantesimo anniversario dall’allunaggio del 1969). La sonda Chang’e-4, ispirato a una dea della mitologia cinese, è atterrata sul lato più lontano della Luna, operazione seguita e guidata dalla China National Space Administration.
Dopo essere restata per anni dietro agli USA nella corsa per lo spazio, ora Pechino potrebbe facilmente superare la NASA con una serie di missioni che vedranno la Luna protagonista: entro il 2022 verrà resa operativa la terza stazione spaziale, per poi inviare i suoi primi astronauti sulla Luna entro il 2030.
Il cratere dove è atterrata Chang’e-4 a gennaio è uno dei più antichi e profondi presenti sulla Luna. Gli scienziati cinesi ritengono sia ricco di minerali preziosi, pronti per essere estratti e sfruttati sulla Terra: “La Cina punta come obiettivo a lungo termine la colonizzazione della Luna, per usarla come una nuova grande fonte di energia” ha dichiarato l’analista Namrata Goswami.
Il ritorno sulla Luna della NASA
La NASA non resta ovviamente a guardare. Attualmente è lo Space Launch System al centro degli investimenti e della ricerca della popolare società spaziale americana. Il nuovo lanciatore spaziale sarà alto 65 metri e potrà sollevare oltre 70 tonnellate di peso.
Il nuovo SLS permetterà di tornare sulla Luna, ma non solo. le navicelle spinte dal lanciatore potranno spingere l’essere umano su Marte, Saturno, Giove e varcare addirittura i confini del Sistema Solare. Il tutto richiederà ancora un po’ di tempo: 2028.
NASA e Roscosmos, agenzia spaziale russa, puntano anche alla realizzazione della prima stazione cislunare da far orbitare intorno al satellite. Questo agevolerebbe i futuri sbarchi sulla Luna, grazie a una base perfettamente idonea (e stazionata) per far soggiornare futuri esploratori lunari. Il progetto è conosciuto come Lunar Gateway, e vedrà la collaborazione delle due superpotenze in nome della scienza. La sua realizzazione potrebbe aver inizio dal 2024, con il termine dei lavori previsto dopo 4 anni. Se dovesse funzionare, il prototipo verrà replicato e si sposterà verso Marte e non solo.
Tornare sulla Luna è un obiettivo tutt’altro che ipotetico, e i prossimi allunaggi potrebbero portare non solo a una rapida capatina, come la passeggiata lunare di due ore e un quarto del 1969, ma a progetti e investimenti decisamente più orientati verso il lungo periodo. La parola d’ordine non sarà più andare sulla Luna, ma restare.
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