La formazione obbligatoria per gli insegnanti è ormai una realtà, oggi sono state emanate le linee guida dal Miur. Vediamo insieme i dettagli.
La formazione obbligatoria per gli insegnanti sembra essere il modo che il Governo ha ideato per cercare di fronteggiare le problematiche dell’alto tasso di bocciature. L’annuncio di corsi di formazione obbligatori per i docenti era arrivato già a luglio e con la fine del periodo estivo sono state pubblicate le linee guida del Miur.
Il settore scuola è in continua trasformazione e a cambiare sono molte cose nell’ambito scolastico a partire dal 2017. I nuovi docenti non solo otterranno l’incarico mediante chiamata diretta, ma tra le novità è previsto anche un periodo di formazione obbligatoria.
La riforma del settore scuola comporterà delle vere rivoluzioni per quanto riguarda le assunzioni, dal momento che a cambiare saranno la maggior parte dei criteri per diventare insegnanti. Prima di tutto dopo il III ciclo di TFA si modificheranno i criteri per l’abilitazione, anche se non è ancora stato deciso nulla. Le novità sono state introdotte anche per quanto riguarda la formazione dei docenti, che ora dovranno diventare anche loro alunni e riprendere a studiare.
Il Governo ha già stanziato dei fondi per applicare delle nuove modalità di formazione dei professori e per creare delle classi di formazione interne agli istituti. Non saranno coinvolti tutti gli insegnanti in questo tipo di formazione, ma solo quelli che sono stati assunti presso le scuole e gli istituti.
Di seguito vediamo tutti i dettagli per quanto riguarda l’obbligo di formazione, come saranno usati 40 milioni stanziati dal Governo e come si svolgerà la formazione obbligatoria per i docenti.
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Formazione obbligatoria per gli insegnanti: le linee guida del Miur
Un nuovo progetto del Miur sta per iniziare e questa volta prende in esame la formazione del docente. Dopo i risultati a del concorso scuola e l’alto tasso di bocciati che si è registrato, il Ministero dell’Istruzione ha pensato di cambiare strategia e di puntare sui corsi per la preparazione.
Per il progetto sono pronti già 26 milioni, che però arriveranno a 40 per riuscire a coprire le spese per tutti i docenti.
La formazione obbligatoria sarà distribuita nell’arco di tre anni e i docenti dovranno svolgere 40 ore di lezione frontale, in cui apprenderanno nuove informazioni e tecniche di insegnamento. Altre 85 ore poi saranno destinate alla ricerca, allo studio e alla riflessione sulle professionalità e saranno articolate in 5 differenti unità, da 25 ore ciascuna.
La crescita personale del docente dovrà andare di pari passo con quella del piano nazionale, ma soprattutto dovrà essere comunicata al Dirigente scolastico. Il docente dovrà infatti inserire le sue attività nel suo portfolio personale, in modo da avere un curriculum aggiornato per la chiamata diretta.
Formazione obbligatoria per gli insegnanti: come funzionerà?
Verranno infatti create due diverse tipologie di corsi e saranno stabiliti dei programmi e obiettivi differenti. I corsi dovrebbero essere di questo tipo:
- la prima tipologia di insegnamento verterà sulla gestione della classe, le nuove tecnologie e la lingua inglese. Punti su cui si registrano le maggiori lacune dei docenti e a cui il Miur vuole provvedere;
- la seconda tipologia invece punterà sulla progettazione e l’organizzazione. In questa formazione potranno accedere anche i dirigenti scolastici. In questo modo si riusciranno a creare dei professori che abbiano una maggiore libertà decisionale e che riescano a gestire anche corsi e progetti interni alla scuola.
I punti che hanno comportato maggiori difficoltà ai docenti durante la fase scritta del corso saranno quindi approfondite.
La formazione sarà obbligatoria e gli insegnanti dovranno partecipare alle lezioni e prendere parte attivamente ai corsi.
Entrambe le linee di insegnamento verranno create in autonomia dagli istituti scolastici, sebbene dovranno essere ideate seguendo le linee guida stabilite dal Ministero.
L’esigenza è quella di creare una formazione duratura e soprattutto che non comporti corse contro il tempo, dato che non ha giovato alla preparazione dei docenti la tipologia fin qui impostata.
Formazione obbligatoria per gli insegnanti: unità formative
L’unità formativa è un’altra novità introdotta dal Miur con la formazione obbligatoria per i docenti. Questa unità formativa sarà l’unità di misura per valutare l’impegno del docente nelle attività formative.
Il funzionamento sarà molto simile a quello dei crediti universitari: ogni unità didattica è pari ad un’unità formativa, fino ad un massimo di 25.
Le unità didattiche saranno composte da 8 ore ciascuna e di queste ore 5 dovranno svolgersi in presenza e non potranno essere effettuate online.
Per riuscire ad ottenere tutte le unità formative nell’anno scolastico sarà quindi obbligatorio svolgere tutte le ore di formazione.
Queste ore potranno essere svolte effettuando le seguenti attività:
- formazione online o presso la scuola;
- sperimentazione didattica e ricerca;
- lavori di ricerca online;
- studio personale e collegiale per approfondire alcune tematiche;
- ideazione di progetti e laboratori.
Le ore che si dovranno svolgere sono 125, distribuite su tre anni. Di queste ore di formazione obbligatoria almeno 40 dovranno essere svolte in presenza a scuola, mentre le restanti potranno essere completate con lo studio online.
Formazione obbligatoria: in classe e online
I corsi saranno seguiti dai docenti solo in parte presso gli istituti, dato che la maggior parte dei moduli della formazione avverrà sulla piattaforma online. In questa sede si potranno anche comprare delle estensioni del corso o altri corsi con i 500 euro di bonus stanziati da Renzi per ogni insegnante.
Le piattaforme online saranno le vere regine di questa tipologia di corsi, dal momento che in questo modo il Miur potrà osservare quali sono le scelte di ogni docente. Il Ministero avrà quindi la possibilità di monitorare i suoi docenti e le scelte che essi faranno.
Le ore di presenza negli istituti saranno invece minime e serviranno a svolgere le parti più importanti del modulo.
Le prime polemiche sono già sorte nel settore, dal momento che il Miur sta chiedendo agli insegnanti di lavorare di più, di presentarsi più preparati, ma non sta proponendo un aumento di stipendio.
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