L’isolamento forzato in questo periodo di quarantena fa male ai bambini. In tanti si sono già mobilitati per richiedere il diritto a un’ora d’aria per tutelare il benessere dei più piccoli.
In questo periodo di emergenza coronavirus, i bambini costretti a casa sono quelli che soffrono di più la quarantena e il limite di movimento. Genitori, educatori, pediatri e organizzazioni lanciano una proposta alle istituzioni: permettere ai più piccoli un’ora d’aria al giorno. Ai bambini la reclusione forzata 24h su 24h fa male.
Parchi e giardini pubblici sono chiusi e ora anche le passeggiate non sono più permesse. I bimbi più fortunati sono quelli che vivono in case grandi con giardini, ma gli altri sono costretti a casa limitando gran parte delle loro attività a TV e videogiochi, accompagnati da cibo spazzatura e da un clima di stress e ansia.
Ma quali sono i rischi per i bambini costretti all’isolamento in casa? Quali danni potrebbero riscontrare a livello fisico e psicologico? Ecco il parere di alcuni esperti e perché è importante sostenere la proposta che prevedere la concessione di un’ora all’aperto al giorno per ogni bambino.
Un’ora d’aria al giorno per i bambini in quarantena, la proposta
Il limite alla libertà di movimento dei bambini è un problema stringente in questo periodo di quarantena, e ora è nata la necessità di trovare una soluzione. In tanti si sono mobilitati per chiedere la concessione di un’ora d’aria per i più piccoli.
Il giornale UPPA - Un pediatra per amico è stato uno dei primi a mettere in luce limiti e rischi che affrontano i più piccoli a restare a casa, parlando di quanto l’isolamento prolungato possa provocare, e sta già provocando, effetti negativi sul loro benessere, tra questi: “alterazioni nel ritmo sonno/veglia, scorrette abitudini alimentari, abuso di tecnologie”. In più, l’esposizione a stress prolungato, che si percepisce fuori e dentro casa, potrebbe causare danni alla salute mentale: “ un’ora d’aria , senza alcun assembramento nel rispetto delle distanze di sicurezza e delle normative, potrebbe essere concessa”, specifica UPPA.
Si sono mobilitati anche genitori, insegnanti, educatori, psicologi e associazioni con una lettera aperta al governo:
“L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, in tempi di coronavirus consiglia almeno mezz’ora d’attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini, passeggiate e giri in bicicletta a distanza di sicurezza”.
Dall’altra parte i pedagogisti Daniele Novara e Marta Versiglia concordano nel dire che per i bambini è fondamentale giocare all’aria aperta, ma mettono in luce la loro capacità di adattamento maggiore che negli adulti: “Hanno molta più fantasia di noi e il gioco fa parte della loro vita, anzi è la loro vita, quindi sono sicuramente in grado di organizzarsi autonomamente”. Quindi, seppur faticoso, per i pedagogisti è necessario seguire la regola di restare a casa.
Emergenza coronavirus: i provvedimenti per i più piccoli
In questa situazione di emergenza dettata dal coronavirus, i bambini sono quelli che ci rimettono di più. Così in alcune città sono state lanciate iniziative per rendere meno complicato questo periodo di quarantena. A Milano per esempio è stata attivata una struttura che ospita i minori con genitori ricoverati in ospedale perché affetti da coronavirus, che non possono contare su una rete familiare in questo periodo di quarantena. L’iniziativa è stata promossa dalla cooperativa sociale La Cordata che mette a disposizione educatori 24 ore su 24. È stata indetta anche una raccolta fondi per l’acquisto di tablet, in modo da consentire ai piccoli di rimanere in contatto con genitori e insegnanti.
Un’altra battaglia vinta a favore dei bambini è quella dei quaderni e pennarelli di nuovo acquistabili. Alcuni reparti cartoleria dei supermercati infatti erano stati chiusi poiché tali merci erano considerate di non stretta necessità. Dato sicuramente vero per gli adulti, ma certo non per i bambini. Dopo le numerose richieste di madri ed educatori, e l’appello lanciato dal sindaco di Milano Beppe Sala, il governo ha deciso di sbloccare la possibilità d’acquisto.
Tale apertura sarà ufficiale quando nelle FAQ che accompagnano il decreto relativo le chiusure delle attività, alla domanda: “Posso consentire ai clienti l’acquisto anche di beni diversi come, ad esempio, abbigliamento, calzature, articoli sportivi, articoli di cancelleria, giocattoli, piante etc?” risponderanno: “Gli ipermercati, i supermercati, i discount di alimentati e gli altri esercizi non specializzati di alimentari vari individuati nell’allegato 1 del dpcm 11 marzo 2020 possono continuare a vendere anche prodotti diversi rispetto a quelli elencati nelle categorie merceologiche espressamente indicate”.
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