“Alla nuova luna”, Salvatore Quasimodo: analisi e significato del testo

Simone Micocci

21/06/2023

Salvatore Quasimodo è uno degli autori scelti per le tracce della Maturità 2023. Il brano scelto è “Alla nuova luna”, scritto in occasione del lancio del primo Sputnik sovietico.

“Alla nuova luna”, Salvatore Quasimodo: analisi e significato del testo

Con il brano “Alla nuova luna”, Salvatore Quasimodo - poeta italiano tra i maggiori esponenti dell’ermetismo - interpreta l’innovazione scientifica omaggiando uno degli eventi più importanti degli ultimi anni per quanto riguarda l’avventura umana nello spazio: il lancio del primo Sputnik - satellite artificiale mandato in orbita intorno alla luna - da parte dell’Unione Sovietica il 4 ottobre del 1957.

Un brano quanto mai attuale: d’altronde viviamo in un periodo in cui l’innovazione scientifica sembra stia per cambiare il mondo, specialmente con gli ultimi sviluppi in merito all’intelligenza artificiale.

E probabilmente è anche questo uno dei motivi per cui il brano “Alla nuova luna” di Salvatore Quasimodo è stato scelto per le tracce della Maturità 2023, con gli studenti che saranno impegnati a spiegarne il significato nonché ad analizzarne il testo con parafrasi e figure retoriche.

Testo Alla nuova luna, di Salvatore Quasimodo

Con questo brano il poeta, originario di Modica, intravede nell’innovazione scientifica, e in particolare nel lancio del primo Sputnik, lo sforzo dell’uomo nel voler emulare il potere di Dio. Come si nota dal testo - che trovate di seguito - anche l’uomo inizia a seminare il cielo con le sue stelle, raccogliendo - e vincendo - la sfida della creazione.

In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò.
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen

Analisi del testo Alla nuova luna, di Salvatore Quasimodo

Un brano che parte con un riferimento biblico “in principio Dio creò il cielo e la terra”, dove riprende il libro della Genesi, proprio per mettere subito in rilevanza il confronto tra Dio e l’uomo.

D’altronde l’individuo “fatto a sua immagine e somiglianza” è consapevole di essere stato creato a immagine di Dio ed è per questo motivo che ne vuole emulare la potenza. Fin dalla sua creazione, infatti, ha iniziato un percorso di crescita e sviluppo, un impegno costante che l’ha portato a raggiungere risultati molto importanti dal punto di vista scientifico tanto da arrivare a creare “le stelle” - o “i luminari” - che Dio stesso aveva creato.

Il brano si conclude anche con un riferimento biblico: quell’Amen che chiaramente rimanda alla formula rituale che conclude ogni preghiera. Così come aveva iniziato, quindi, Quasimodo dona al suo pezzo un’aurea mistica, ribadendo che l’uomo è riuscito così a emulare le gesta di Dio.

Parafrasi e figure retoriche

Il testo del brano “Alla nuova luna” di Salvatore Quasimodo è molto semplice da comprendere. La parafrasi è la seguente:

Come prima cosa Dio creò il cielo e la terra,
poi le stelle e il cielo.
Infine il settimo giorno si riposò.
Tutto questo secondo le scritture della Bibbia.
Dopo tantissimo tempo l’uomo - creato a immagine e somiglianza di Dio - mise nel cielo delle luci simili alle stelle create da Dio, in una notte serena di ottobre.
Amen.

Non ci sono neppure troppe figure retoriche, in un pezzo che per struttura è particolarmente semplice da spiegare. Abbiamo un paio di enjambement (alterazione tra l’unità di verso e l’unità sintattica) nella parte “il cielo e la terra” o anche “nel suo giorno esatto”. Si rileva poi un arcaismo nel definire le stelle come “luminari”.

Significato

Di fatto, anche se possa sembrare un brano in cui Quasimodo omaggia l’individuo per il risultato raggiunto non è proprio così. La poesia, infatti, è anche ironica e soprattutto riflessiva: secondo l’autore, infatti, l’uomo sta preferisce guardare a Dio cimentandosi nel raggiungimento di obiettivi quasi impossibili, come appunto è la conquista dello spazio, anziché occuparsi di cose maggiormente concrete come i problemi del mondo in cui viviamo. Ed è proprio da qui che potrebbe partire lo sviluppo del proprio tema di Maturità.

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