L’Unione Europea ha emanato il provvedimento legislativo più completo al mondo sull’intelligenza artificiale fino ad oggi.
L’AI Act è entrato ufficialmente in vigore giovedì 1 agosto in tutta l’Unione Europea dopo essere stato approvato alla fine di maggio. Si tratta della prima e più completa legislatura sull’intelligenza artificiale al mondo.
L’atto era in lavorazione dal 2021, ma il rilascio di ChatGPT qualche mese dopo ne aveva aumentato l’urgenza.
Il quadro affronta l’intelligenza artificiale su un parametro basato sul rischio, imponendo forti restrizioni sulle applicazioni IA considerate a rischio più elevato. Le aziende che utilizzano l’intelligenza artificiale per attività «High-risk» (alto rischio) dovranno effettuare un’adeguata valutazione e mitigazione del rischio, fornire dati di addestramento di alta qualità e registrare le attività di routine. Il nuovo AI Office (ufficio per l’IA) a Bruxelles esaminerà queste misure per ciascuna azienda per garantirne la conformità.
Esempi di attività «High-risk» includono l’applicazione dell’intelligenza artificiale in dispositivi medici, prestiti bancari e veicoli a guida autonoma.
In alcuni casi, l’uso dell’intelligenza artificiale è considerato “Inaccettabile” e quindi vietato dalla legge. Ad esempio, i sistemi di punteggio sociale che classificano i cittadini dell’UE in base ai loro dati personali sono vietati. Anche gli algoritmi che riconoscono le emozioni di un cittadino sono considerati “Inaccettabili”.
I sostenitori hanno elogiato l’approccio dell’UE alla regolamentazione dell’IA, affermando che altri importanti organi legislativi dovrebbero prenderne atto. Eric Loeb, vicepresidente esecutivo per gli affari governativi di Salesforce, ha elogiato il quadro normativo basato sul rischio affermando che «aiuta a incoraggiare l’innovazione dando priorità allo sviluppo e all’implementazione sicuri della tecnologia.»
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I modelli di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT o Gemini di Google sono considerati tecnologia a «Scopo generale». I software di intelligenza artificiale generativa, quando non sono open source, devono seguire la legge europea sul diritto d’autore, rilasciare informazioni sui propri set di dati ed implementare un’adeguata protezione della sicurezza informatica.
I modelli di intelligenza artificiale generativa open source hanno poca o nessuna regolamentazione. Questi includono 7B, un Large Language Model open source sviluppato dalla società francese Mistral.
In generale, la legge sull’intelligenza artificiale è rivolta ai giganti tecnologici con sede negli Stati Uniti, i cui LLM hanno travolto il mondo della tecnologia negli ultimi anni. Nello specifico, Microsoft, Alphabet (Google), Amazon e Meta (Facebook) hanno investito miliardi di dollari in start-up per sviluppare le proprie soluzioni di intelligenza artificiale.
“L’AI Act ha implicazioni che vanno ben oltre i confini dell’UE. Si applica a qualsiasi organizzazione con qualsiasi attività o impatto nell’UE, il che significa che l’AI Act probabilmente si applicherà a te, indipendentemente da dove ti trovi", Charlie Thompson, vicepresidente senior di EMEA e LATAM per la società di software aziendale Appian, ha detto alla CNBC.
I software di intelligenza artificiale dei giganti tecnologici statunitensi hanno ricevuto forti critiche per la loro presunta violazione delle leggi internazionali sul copyright. I set di dati su cui vengono addestrati questi modelli sono pieni di testi e/o immagini creati dall’uomo i cui autori non hanno ricevuto alcun riconoscimento. Inoltre, diverse autorità europee hanno riscontrato che i modelli di intelligenza artificiale violano la normativa europea sulla privacy.
Il mancato rispetto della legge sull’AI comporterà una multa fino a 35 milioni di euro o al 7% del fatturato globale dell’azienda, a seconda di quale valore sia più elevato.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2024-08-01 20:12:43. Titolo originale: The EU’s AI Act comes into force. Here’s what it contains
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