Le banche europee sono sotto stretta osservazione della Bce, che minaccia multe e sanzioni se gli istituti finanziari non affrontano un rischio per il loro bilanci. Di cosa si tratta?
Le banche europee stanno sottovalutando i rischi legati ai cambiamenti climatici secondo la Bce, che minaccia di sanzionare gli istituti della regione che non agiranno prontamente e con efficacia.
La Banca centrale europea ha ripetutamente affermato che le banche in Eurozona non stanno facendo abbastanza per prepararsi alle ricadute di shock meteorologici sui valori degli asset o alle perdite sui prestiti se i mutuatari legati a grandi emissioni di carbonio falliscono.
L’allarme è talmente elevato e urgente secondo i funzionari dell’Eurotower che il mese scorso hanno sollecitato circa 20 banche a correggere le carenze rilevate secondo scadenze precise, altrimenti saranno sanzionate dalla stessa Bce.
È questo l’ultimo segnale che le autorità europee stanno intensificando il controllo sul settore finanziario affinché migliori la gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance. Le banche, sotto pressione a causa della politica monetaria sui tassi, del contesto geopolitico ed economico molto incerto a livello globale e dalle minacce climatiche, sono costantemente chiamate a ripensare le strategie di bilancio per evitare turbolenze.
Perché la Bce vuole multare alcune banche europee
Nel mese di novembre scorso, la Banca centrale europea ha avvertito circa 20 istituti di credito che imporrà loro delle sanzioni a meno che non affrontino le carenze nella gestione del rischio climatico.
In un’intervista rilasciata su Bloomberg a settembre, il massimo funzionario di vigilanza della banca centrale aveva affermato che le sanzioni stavano diventando sempre più lo strumento preferito per far rispettare la conformità agli standard di sicurezza in alcune aree, riferendosi a tali misure come un “martello” che continuerà a battere sulle banche europee.
Le multe ora minacciate dalla Bce aumenterebbero ogni giorno e potrebbero pesare per il 5% sulle entrate medie giornaliere. Per una banca con un fatturato annuo di 10 miliardi di euro, ad esempio, ciò suggerirebbe sanzioni giornaliere fino a 1,4 milioni di euro.
A testimonianza di quanto la questione sia cruciale, il principale supervisore finanziario europeo ha avvertito di avere a disposizione anche altri strumenti oltre alle semplici multe per garantire che le banche della regione gestiscano nel modo migliore le conseguenze del cambiamento climatico sulle loro attività.
“La mia speranza è che questo invii un segnale forte e che le banche intensifichino i loro sforzi e ottengano risultati”, ha dichiarato a Bloomberg Frank Elderson, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, a margine degli incontri sul clima COP28 a Dubai.
Elderson, che è anche vicepresidente del braccio di supervisione bancaria della Bce, non ha specificato quali altre misure potrebbe essere adottate. Tra i poteri di vigilanza conferiti, la banca centrale può aumentare i requisiti patrimoniali individuali delle banche se ritiene che i dirigenti non tengano pienamente conto dei rischi per le loro attività.
Da precisare, che la Bce supervisiona direttamente le 109 banche più significative dal punto di vista sistemico in Europa, mentre le autorità nazionali gestiscono la supervisione quotidiana dei finanziatori più piccoli.
I rischi climatici che le banche europee stanno ignorando
Le singole banche sotto osservazione della Bce hanno mostrato diversi tipi di carenze, ha detto Elderson a Bloomberg. Alcune, per esempio, non hanno considerato i rischi climatici che devono affrontare nei mercati in cui sono presenti o nei confronti dei prodotti finanziari che offrono. Altre questioni riguardano la governance o la qualità dei dati trasmessi al consiglio di amministrazione di una banca, ha aggiunto.
Il supervisore Bce ha sottolineato anche che alcuni istituti di credito che non hanno ancora effettuato un’adeguata valutazione dell’impatto materiale dei rischi climatici e ambientali sui loro portafogli, che ha descritto come il “punto di partenza fondamentale per gestire qualsiasi tipo di rischio”.
Elderson ha evidenziato inoltre che le banche che finanziano la transizione verso un’economia verde dovrebbero essere rassicurate sul fatto che i prestiti alle industrie ad alta intensità di carbonio, che stanno però effettuando il passaggio a un sistema eco-sostenibile, non saranno sanzionati.
“Se alcune banche attirano più clienti non verdi perché aiutano a metterli su un percorso compatibile con gli obiettivi di Parigi, va bene”, ha specificato, riferendosi agli obiettivi internazionali sul clima concordati nella capitale francese nel 2015. “Ecco perché è così importante per le banche disporre di piani di transizione adeguati e chiederli anche ai loro clienti”.
“Le banche dovrebbero cercare di spiegare in che modo i loro sforzi per finanziare le società in transizione influiscono sui loro bilanci piuttosto che evitare tali clienti o apparire più ecologici di quanto non siano in realtà”, ha ammonito Elderson.
Per le banche europee quella della transizione energetica è un’ulteriore sfida da vincere. Gli shock climatici rischiano, infatti, di impattare anche sui bilanci delle istituzioni finanziarie. E questo sarebbe un duro colpo alla stabilità europea e mondiale. La Bce ha lanciato l’allarme.
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