La lista delle parole e frasi vietate che, se scritte nella causale di un bonifico, possono far scattare i controlli delle banche e dell’Agenzia delle Entrate.
Esistono delle parole “vietate” che, se inserite all’interno della causale di un bonifico, potrebbero causare il blocco del proprio conto corrente.
Sebbene non esista a livello ufficiale una lista di parole e frasi da non usare nei bonifici, il buon senso e le casistiche già verificatesi ci indicano cosa è bene scrivere e cosa, invece, evitare.
Parole vietate nei bonifici. Attenzione, possono bloccare il conto
Come anticipato, esistono parole e frasi che è consigliabile evitare nelle causali di un bonifico per evitare fraintendimenti o problemi con le autorità fiscali e le banche.
Queste parole potrebbero, infatti, far scattare un allarme sui sistemi di controllo automatico delle banche e dell’Agenzia delle Entrate, continuamente alla ricerca di indizi per individuare attività di riciclaggio di denaro e altre attività illecite.
Ecco alcune parole e frasi da evitare nelle causali dei bonifici:
- “Contanti”: questa parola potrebbe suggerire che la transazione del bonifico sia legata ad un’attività in nero o non dichiarata;
- “Prestito”: se non esiste un contratto di prestito ufficiale, questa parola utilizzata nella causale fa sospettare una donazione o un trasferimento di denaro illecito;
- “Regalo/Donazione”: i regali e le donazioni in denaro in alcuni casi sono soggetti a tassazione specifica oppure richiedono la presenza di una documentazione che giustifichi la transazione;
- “Pagamento in nero”: una simile locuzione, per ovvie ragioni, è sospetta e può indicare un’attività illegale;
- “Scommesse”: una parola del genere può essere collegata ad attività legate al gioco d’azzardo;
- “Droga”: qualsiasi riferimento a sostanze illegali può far scattare l’allarme nei sistemi di controllo automatico, causando il blocco del conto e un controllo da parte delle autorità;
- “Lavoro in nero”: proprio come accade con la dicitura “Pagamento in nero”, anche il riferimento al lavoro in nero si ricollega ad attività illegali e sospette;
- “Terrorismo”: qualsiasi riferimento a attività terroristiche o gruppi terroristici o mafiosi, se scritto nella causa del bonifico, può far scattare dei controlli da parte delle autorità;
- “Corruzione”: termini come “corruzione” o simili suggeriscono che la transazione in denaro tramite bonifico stia avvenendo in modo illecito o illegale;
- “Fattura falsa”: una frase del genere fa sospettare la presenza di evasione fiscale o frode.
In generale, si consiglia di scrivere descrizioni chiare, precise e appropriate all’interno delle causali dei bonifici. Ad esempio, usare diciture come “pagamento fattura n. X”, “affitto mese Y”, “rimborso spese”, o simili rende chiaro lo scopo del bonifico senza destare sospetti.
La causale del bonifico è obbligatoria?
Generalmente è possibile inserire fino a 140 caratteri all’interno della causale di un bonifico ma non è obbligatorio scriverla.
La causale, infatti, non è un elemento essenziale del bonifico.
Tuttavia, è un elemento utile per il correntista che vuole tenere traccia dei trasferimenti di denaro e delle relative motivazioni. È utile anche nel caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’assenza di causale può “determinare una presunzione sfavorevole” per chi ha effettuato il bonifico.
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