Bonus mamme, spetta anche con figli non conviventi o non a carico?

Patrizia Del Pidio

02/02/2024

Le mamme con non convivono con i figli e nel caso che la prole non sia fiscalmente a carico hanno diritto al bonus in busta paga con lo sgravio contributivo?

Bonus mamme, spetta anche con figli non conviventi o non a carico?

Bonus mamme ed esonero contributivo in busta paga, per quali figli spetta? Dopo la pubblicazione della circolare Inps numero 27 del 31 gennaio 2024, alcuni dubbi si sono sciolti per quanto riguarda la spettanza del bonus previsto dalla Legge di Bilancio per le mamme lavoratrici.

Il beneficio è riconosciuto a tutte le mamme lavoratrici titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato (con l’esclusione delle lavoratrici del settore domestico) che abbiano almeno due figli. I requisiti richiesti alla lavoratrice sono soltanto questi: essere mamma di almeno due figli e avere un contratto a tempo indeterminato. A cambiare sono, invece, i requisiti dei figli.

Per quali figli spetta il bonus mamme?

Il bonus mamme in busta paga, che prevede l’esonero totale dei contributi a carico del lavoratore dipendente (9,19%) spetta alle mamme con almeno tre figli fino al compimento dei 18 anni del figlio minore, ma comunque non oltre il 2026 perché il beneficio è stato previsto per i periodi di paga compresi tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2026.

Il bonus spetta anche alle mamme che hanno soltanto due figli, ma solo per il 2024 e soltanto fino a quando il figlio più piccolo non compie i 10 anni (se li compie nel corso del 2024, al momento del decimo compleanno lo sgravio contributivo si interrompe).

Quello che si chiedono in questo momento molte lavoratrici è quali figli vanno considerati nel conteggio, se vi rientrano eventuali figli sposati, che vivono da soli, che non sono più a carico fiscalmente. In questo articolo chiariremo questo punto.

Il bonus mamme spetta se un figlio non è convivente?

L’articolo 1, al comma 180, della Legge di Bilancio 2024 prevede che “per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile”

Lo stesso beneficio spetta anche alle mamme con almeno due figli, ma solo per il 2024 e solo fino al compimento dei 10 anni del figlio minore.

La norma di riferimento, quindi, non richiede che i figli siano conviventi con la mamma visto che nella circolare Inps viene specificato che “Possono accedere all’esonero in trattazione tutte le lavoratrici madri, dipendenti di datori di lavoro sia pubblici che privati, anche non imprenditori, ivi compresi quelli appartenenti al settore agricolo, con l’esclusione dei soli rapporti di lavoro domestico”.

Nella circolare Inps viene spiegato che il raggiungimento del requisito dei tre figli (o dei due) si cristallizza al momento della nascita del terzo figlio (o del secondo). Tra l’altro, nella circolare si specifica che il beneficio non decade neanche in caso di:

  • premorienza di uno o più figli;
  • eventuale fuoriuscita di uno o più figli dal nucleo familiare;
  • non convivenza con i figli;
  • affidamento esclusivo di uno o più figli al padre.

Non importa, quindi, che la mamma conviva con i figli per avere diritto al bonus in busta paga, l’importante è risultare mamma di due o più figli.

Figli non fiscalmente a carico, spetta il bonus in busta paga?

Molto spesso i benefici riconosciuti dallo Stato richiedono che i figli siano fiscalmente a carico. Esempi pratici possono essere l’assegno al nucleo familiare e l’assegno unico.

Nel caso di questa agevolazione, però, va considerato che essa è destinata alla mamma e non ai figli e, quindi, è indifferente se questi ultimi siano fiscalmente a carico della genitrice per la spettanza del diritto. Per richiedere la sgravio contributivo il datore di lavoro (o la mamma stessa se vuole presentare domanda direttamente all’Inps) deve indicare solo in codice fiscale dei figli e non anche l’eventuale carico fiscale.

Iscriviti a Money.it