La famiglia Lefèbvre, in particolar modo la figura di Charles Lefèbvre, hanno dato vita ad un florido periodo dell’industria cartaria italiana
La famiglia Lefèbvre, all’alba dell’industria italiana ottocentesca, fu protagonista di un’importante rivoluzione. Il loro genio pionieristico diede origine a una florida era per l’industria cartaria a Napoli. Fu Charles Lefèbvre, con il suo acume e con la sua intraprendenza, a innovare e trasformare il settore, investendo in tecnologie avanzate e diventando un modello di riferimento industriale. Le sue gesta influenzarono non solo l’economia del Regno delle Due Sicilie, ma posero le basi per un florido futuro dell’industria cartaria in Italia.
Charles Lefèbvre, intuito e preparazione al servizio dell’industria cartaria
All’alba industriale dell’Ottocento, nel 1808, un’équipe audace di visionari, Antoine Beranger e Isidore Lefèbvre, installarono a Napoli la Stamperia Francese cui seguì una cartiera nel 1812. Un anno dopo si unì alla società Charles Lefèbvre dando vita a una cartiera innovativa a Isola di Sora, nei locali sacri del convento di S. Maria delle Forme, enfatizzando un connubio tra tradizione e progresso che ancora oggi risuona nella memoria industriale italiana. La Fabbrica delle Forme, così chiamata ai tempi, era dotata delle macchine più moderne dell’epoca per macerare e triturare gli stracci.
Charles Lefèbvre (1775-1858), figura intraprendente e preparata, lavorò affinché la fabbrica di carte di Isola di Sora (oggi Isola del Liri), dotata inizialmente di un’unica unità produttiva, si ingrandisse ottenendo favorevoli commesse grazie Ministro delle Finanze Luigi de Medici, che riponeva estrema fiducia in lui. La sua brillante carriera lo portò a ottenere la cittadinanza nel Regno delle Due Sicilie, caso rarissimo per un cittadino francese: i membri della dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, infatti, si fidavano ciecamente del suo fiuto e della sua preparazione in campo finanziario.
Charles Lefèbvre contribuì, quindi, a ingrandire la fabbrica di carta di Isola di Sora. Nel 1820 Lefèbvre acquisì tutte le quote divenendo proprietario unico: aveva compreso con largo anticipo le potenzialità di sviluppo del settore cartario nel quale impegnò la maggior parte dei suoi capitali, reinvestendo poi i guadagni nel campo della nascente navigazione a vapore.
Charles Lefèbvre diede vita a una nuova unità produttiva in località Carnello, sul fiume Fibreno
Charles Lefèbvre intuì che il nuovo Regno delle Due Sicilie aveva bisogno di un sicuro fornitore di carta e ingaggiò i migliori tecnici del settore di quel periodo come Joseph Courrier ed Émile Grevenich. Nel 1823 costruì una nuova unità produttiva in località Carnello, sul fiume Fibreno e il complesso prese il nome definitivo di Manifatture del Fibreno con le tre unità iniziali di Santa Maria delle Forme, Carnello e Stamperia del Fibreno di Napoli, la più grande della città.
I Lefèbvre e la sua famiglia incominciarono a trascorrere molto tempo nel nuovo palazzo dell’Isola: questi soggiorni sono raccontati nel “Diario” di madame Rosanne Lefèbvre, la moglie di Charles Lefèbvre. La famiglia Lefèbvre ospitava amici e visitatori, spesso illustri, tra i quali citiamo i Rothschild e i principi francesi di sangue reale. La zona, ricca di ricordi classici, rovine di ville romane tra cui quella di Cicerone, ma anche di una natura incontaminata con cascate, acque e torrenti, divenne a tal punto famosa da essere inserita nel Gran Tour, il viaggio di istruzione in Italia tipico della gioventù inglese e tedesca. Oltre ai francesi anche inglesi, tedeschi e russi facevano spesso tappa in quel luogo, ospitati da Rosanne Lefèbvre, magnifica padrona di casa.
Charles Lefèbvre con i suoi guadagni ammodernò l’Isola del Liri
Nel 1828, Charles Lefèbvre fece installare, nell’unità produttiva del Carnello di 7500 metri quadri, una moderna Macchina Continua, la prima in Italia. Essa consentiva la produzione di un foglio in continuo tagliato all’uscita della rifilatura. Costituiva un cambio tecnologico notevole, che aumentava enormemente la produttività. Le macchine e gli impianti montati nelle fabbriche Lefèbvre consentivano un trasferimento di tecnologia notevole fra le industrie inglesi e francesi e quelle italiane del settore cartario e meccanico, un patrimonio di conoscenze che fu all’origine della moderna industria cartaria italiana, poco all’avanguardia nel XIX secolo. Per circa 25 anni la Macchina Continua delle fabbriche Lefèbvre fu l’unica nel Regno e una delle poche in funzione in tutta la Penisola.
Charles Lefèbvre, nel 1830, decise di reinvestire i suoi guadagni per ammodernare Isola: ricostruì il grande Palazzo Lefèbvre in stile neoclassico aggiungendo spazi che consentissero di ospitare, oltre a tutta la famiglia, anche amici e viaggiatori. Fece sistemare un grande parco con laghetto e torrente, ampliò anche la portata del Canale che attingeva acqua direttamente dalla purissima acqua del fiume Fibreno; costruì poi una strada fra Carnello e Sora e fece edificare nuovi capannoni nello stabilimento principale. Nello stesso periodo edificò una terza unità di produzione, il Soffondo, dove fece installare gli sfibratori e le cosiddette “macchine olandesi”. Il Soffondo era una costruzione imponente su tre piani vicina al fiume che venne presto affiancata da un’altra unità produttiva, il Pistolegno Remorici che trattava la pasta di legno, una nuova materia prima sperimentale utilizzata sempre di più a discapito della materia prima tradizionale, gli stracci.
Il numero di operai comuni e specializzati salì a molte centinaia, equivalenti – per il periodo – a molte migliaia di oggi e a un fatturato che, equiparato ai nostri giorni, potrebbe essere calcolato in miliardi di euro. Infatti, in questi anni, i Lefèbvre costituirono attorno alla fabbrica un ecosistema industriale che anticipava le iniziative dell’industrialismo sociale del Nord Europa: stabilirono uno spaccio di generi alimentari a prezzi calmierati per gli operai, un asilo, una scuola per i figli degli operai, un ambulatorio, case in affitto a prezzi bassi e infrastrutture.
A partire dagli anni Venti, gli interessi della famiglia Lefèbvre si spostarono verso il settore della navigazione
Charles Lefèbvre, presto affiancato dal figlio Ernesto (1817-1891), riuscì a esportare la sua produzione in tutta la penisola e persino negli Stati Uniti, in Brasile e in Germania. Le Manifatture del Fibreno come vennero in seguito chiamate le fabbriche Lefèbvre resero la zona di Sora da agricola a industriale contribuendo a creare un distretto cartario che per vari decenni fu il primo in Italia. Soltanto verso la metà del secolo sorsero le grandi cartiere del Veneto e della Lombardia, ma le Manifatture del Fibreno rimasero un’eccellenza per gran parte dell’800, sotto l’esperta guida di Charles e poi del figlio Ernesto, abile industriale poliglotta. Esse portarono progresso e modernità in quell’angolo d’Italia e, grazie alla loro eccellenza, guadagnarono fama e visibilità nelle più importanti fiere mondiali. A metà del secolo XIX, i Lefèbvre erano annoverati al primo posto fra le famiglie più ricche del Regno delle Due Sicilie, superando le secolari dinastie agrarie che avevano fatto fortuna con il commercio di prodotti agricoli, dinastie con le quali si erano anche imparentati. La nobilitazione del 1854 con l’acquisizione del titolo di “conti di Balsorano” avvenne proprio per “meriti industriali”, una motivazione rarissima ma che si spiega con l’importanza dell’azienda nell’economia del tempo.
Anche re Umberto I, come già avevano fatto i Borbone di Napoli, fece omaggio alla grande industria Lefèbvre, alla grande Esposizione Nazionale di Milano del 1881, visto che l’azienda era ancora, al tempo, una delle più grandi realtà italiane per fatturato e dimensioni.
Una crisi iniziò a profilarsi dopo l’Unità d’Italia a causa delle politiche depressive attuate verso il Meridione dal Regno d’Italia. In seguito a questa crisi, Francesco Lefèbvre, erede di Ernesto Lefèbvre, fu costretto a vendere la fabbrica nel 1907. Una parte delle industrie Lefèbvre di Isola subì danni durante il disastroso Terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915. In seguito, la Società delle Cartiere Meridionali acquistò diverse cartiere della zona divenendo la più grande realtà d’Italia. A partire dagli anni Venti, gli interessi della famiglia si spostarono al settore aerotecnico, chimico e successivamente, di nuovo, a quello della navigazione: il nipote di Ernesto, Antonio Lefèbvre D’Ovidio, avrebbe infatti scritto, con un’abilità che fu considerata eccezionale, il nuovoCodice della Navigazione, concluso 1943.
La tradizione della famiglia Lefèbvre nel settore della navigazione è stata successivamente portata avanti da Manfredi Lefèbvre D’Ovidio, figlio di Antonio Lefèbvre. Quest’ultimo è un imprenditore con oltre 30 anni di esperienza nel campo delle crociere di lusso, noto per essere il cofondatore di Silversea Cruises e il fondatore di Christal Cruises, la nuova società attiva nel segmento delle crociere di lusso.
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