La morte del giovane Nahel per mano della polizia francese ha scatenato violente proteste. Cosa sono le banlieue francesi e perché se ne parla?
Le banlieue francesi sono l’immagine del fallimento delle politiche francesi d’integrazione sul piano etnico, sociale ed economico. Michel Wievorka, presidente dell’Associazione internazionale di Sociologia, le ha inserite all’interno della propria analisi sulle dinamiche dell’esclusione sociale. Ma cosa hanno a che fare con le proteste di questi giorni?
Non è la prima volta che si parla di violenza nelle banlieue francesi. La situazione nei sobborghi cittadini, urbanizzati ma esclusi dalla socialità delle grandi città, genera ovunque tensioni. In Italia il termine di paragone è la “periferia”. L’integrazione del modello francese viene rimessa in discussione ancora, questa volta di fronte alle violente proteste nate in seguito alla morte di Nahel M., il diciassettenne ucciso lo scorso martedì dalla Polizia.
È proprio nelle banlieue francesi, dove il contrasto tra centro e periferie è più evidente, che emerge una seconda Francia, quella fatta di esclusione sociale e difficoltà economiche. Uno squarcio nelle banlieue francesi, in particolare parigine, lo ha aperto il film L’odio (1995), di Mathieu Kassovitz. Nel film tre giovani meditano vendetta in seguito all’aggressione delle forze dell’ordine ai danni di un loro amico, picchiato da un agente e in fin di vita in ospedale per questo.
Banlieue francesi: gli abitanti delle periferie
Le banlieue francesi sono le “periferie”. Non c’è niente di più semplice per capire i sobborghi francesi che guardare alle periferie italiane. La loro storia nasce dopo la Seconda guerra mondiale, quando la modernità della Francia era data prima di tutto dalle sue industrie. Fu tra il 1953 e il 1954 che vennero costruiti numerosi alloggi popolari per chi lavorava nell’industria.
Si prendevano i poveri che abitavano nelle città, i pensionati e gli stranieri e si posizionavano all’esterno del centro urbano. Si mettevano a vivere negli alloggi popolari, mancanti di confort moderni presenti invece in città, tutti coloro che erano considerati scomodi e in qualche modo da nascondere alla vista. Tra operai, stranieri e poveri si è andata così a delineare l’umanità delle banlieue francesi.
Ci sono così due facce della stessa Francia: un paese aperto, con alle spalle la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” e dall’altra una Francia chiusa, nazionalista e xenofoba. Queste due facce hanno vissuto insieme nel bene e nel male fino agli anni 2000, quando infine tutto è cambiato.
Banlieue francesi oggi: dove nascono le proteste
Dagli anni 2000 in poi, quando è finita l’era dell’industria e anche il movimento operaio ha perso il suo ruolo centrale, le banlieue hanno cambiato volto. Oggi la periferia francese vive diversi problemi, come l’isolamento della popolazione e la disoccupazione. A differenza di soli cinquant’anni prima, quando la periferia era creata per trovare casa a chi lavorava, oggi le banlieue francesi sono la perfetta incarnazione dell’esclusione sociale, culturale e lavorativa di chi le abita.
la ghettizzazione del modello di integrazione francese ha generato insoddisfazione e rabbia. Lo scoppio della violenza in seguito all’uccisione del diciassettenne ha rivelato non solo estremizzazione del concetto di “legittima difesa” in mano alla polizia francese, ma anche la totale crisi del modello di integrazione francese.
La storia delle banlieue è fatta di proteste e violenza da parte della polizia, la stessa che in questi giorni i giovani chiedono di sciogliere perché razzista e coloniale. Nel 1995 uscì il film L’odio di Mathieu Kassovitz. Il film venne accolto bene dalla critica, ma tra gli agenti di polizia il clima era diverso e lo boicottarono per il ritratto brutale del loro lavoro. Il regista nel film ha voluto raccontare uno dei tanti, troppi, casi di violenza ingiustificata della polizia ai danni dei manifestanti: un ragazzo in fin di vita in ospedale e una pistola agitata in aria che spara per sbaglio a un altro giovane. Immagini non così distanti dalla realtà che oggi le proteste in Francia stanno raccontando e mostrando.
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