Come finirà l’Universo (secondo Stephen Hawking)

Alessandro Nuzzo

13 Giugno 2023 - 23:21

Una nuova ricerca basata sulla teoria del famoso scienziato apre un nuovo scenario su come potrebbe finire l’Universo.

Come finirà l’Universo (secondo Stephen Hawking)

Il mondo astrofisico ha da sempre affascinato l’essere umano. L’incertezza del futuro è un qualcosa che stuzzica l’immaginazione e così lo è anche per chi cerca di capire come potrebbe finire l’Universo. Nel corso degli anni sono state fatte tante teorie: espansione infinita, Big Crunch, singolarità, staticità. Oggi una nuova ricerca apre ad un nuovo scenario per la fine dell’Universo: quello dell’evaporazione.

Stando alla teoria di alcuni scienziati, che si sono basati su quella pubblicata dal famoso Stephen Hawking alcuni anni fa, il nostro Universo sta letteralmente evaporando e questo processo terminerà quando l’evaporazione sarà terminata e non vi resterà più nulla. Capiamo meglio questa strana teoria cercando di essere i più chiari possibili.

La nuova teoria su come finirà l’Universo

La nuova teoria è stata portata avanti da un gruppo di scienziati della Radboud University olandese Michael Wondrak, Walter van Sujlekom ed Heino Falcke ed è stata pubblicata lo scorso mese di aprile sulla rivista Physical Review Letters. Gli scienziati per arrivare a questa teoria si sono basati su quella dell’evaporazione dei buchi neri formulata nel 1974 da Stephen Hawking.

Questa prevede che sebbene i buchi neri abbiano un campo gravitazionale così potente da non consentire né alla materia né alla luce di sfuggirgli, esistono alcune condizioni particolari per cui possono lentamente evaporare emettendo radiazione termica. Questa evaporazione comporterebbe il restringimento dell’orizzonte degli eventi di un buco nero il cui stadio finale non è stato ancora scoperto e rappresenta uno dei più grandi misteri della fisica.

Numerose ricerche hanno dimostrato diversi destini per il processo di evaporazione di buchi neri e l’ultimo, è quello pubblicato proprio dagli scienziati olandesi che si sono basati sulla famosa teoria di Hawking e su un’altra teoria nota come effetto Schwinger che avviene nei campi elettrici.

Provando a spiegarlo in modo molto basico l’idea è che un campo elettrico abbastanza forte porti alla creazione di coppie di particelle e anti-particelle che a loro volta provocano il decadimento del campo elettrico stesso. L’analogia con l’Universo è quindi che da un buco nero potrebbero evaporare delle particelle che finirebbero per distruggerlo.

La teoria della relatività generale di Einstein dice che qualsiasi massa provoca una curvatura dello spazio-tempo, il tessuto di cui è fatto il nostro Universo: fondamentalmente, il campo gravitazionale di queste masse fa deformare lo spazio-tempo intorno a esse, come farebbe un peso appoggiato su un lenzuolo.

I ricercatori hanno mostrato che anche in questi scenari è possibile osservare delle fluttuazioni che portano all’evaporazione di particelle tipiche dei buchi neri, senza la necessità della presenza di un “catalizzatore” come l’orizzonte degli eventi. “Questo vuol dire che anche oggetti senza un orizzonte degli eventi, come i resti di stelle morte o altri corpi massicci dell’Universo, possono emettere radiazione simile a quella di Hawking. Se questo fosse vero vorrebbe dire che tra un periodo di tempo molto lungo l’intero Universo evaporerà, proprio come succede ai buchi neri" - hanno detto i ricercatori. Ma tra quanto potrebbe avvenire tutto questo? Considerato che per l’evaporazione di un buco nero della massa del Sole, con un orizzonte degli eventi del diametro di circa 6 chilometri, ci vogliono circa 1064 anni, c’è tempo per pensare e preoccuparci di altro.

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