Non è facile investire all’estero per mancanza di esperienza, familiarità con il Paese e quantità di informazioni: ecco gli strumenti utili per fare ordine.
Investire all’estero può essere un’ottima opportunità per diversificare il proprio portafoglio e cogliere occasioni in mercati in crescita. Tuttavia, come ogni decisione finanziaria importante, è fondamentale pianificare accuratamente, fare ricerche approfondite e utilizzare gli strumenti giusti. Non solo per calcolare il rischio di investimento ma anche per valutare quando e come investere per avere un maggiore ritorno sull’investimento (ROI).
Allo stesso tempo, però, molti trovano difficile investire all’estero a causa della mancanza di esperienza, di familiarità con il Paese straniero e della quantità eccessiva di informazioni da analizzare.
Ecco, allora, come «alleviare» alcune di queste difficoltà attraverso 5 strumenti per capire come investire più facilmente indagando il grado di rischio sugli indicatori fondamentali di un Paese. Per investire a livello internazionale, ma con successo.
Come si misura il rischio d’investimento di un Paese?
Analizzare i fattori del rischio sovrano è vantaggioso sia per gli investitori azionari che obbligazionari, ma forse è direttamente più utile agli investitori obbligazionari.
Quando si investe in azioni di società specifiche all’interno di un Paese straniero, un’analisi del rischio sovrano del Paese può aiutare nella creazione di un quadro macroeconomico coerente del contesto operativo, ma la maggior parte della ricerca e delle analisi dovrebbe essere eseguita a livello aziendale.
D’altra parte, se si sta investendo direttamente in titoli di stato, la valutazione della condizione economica e della forza del Paese può essere un buon modo per valutare il potenziale sull’investimento in obbligazioni.
Dopotutto, la forza sottostante di un titolo di stato è strettamente legata al Paese stesso e alla sua capacità di crescere e generare entrate. Spesso, il metodo più comune utilizzato dagli investitori, con il poco tempo e le scarse risorse che non permettono loro di fare delle analisi approfondite, è di affidarsi a esperti che passano tutto il loro tempo ad effettuare questo tipo di analisi.
Ovvero, calcolare i rapporti tra debito e servizio del debito, il rapporto import/export, le variazioni dell’offerta di moneta e tutti gli altri aspetti fondamentali di un Paese, e tentare di inserirli tutti in un quadro generale richiede un impegno significativo se si decide di farlo da soli.
Pertanto, si raccomanda, invece, di focalizzarsi su una serie di strumenti di facile comprensione (e alla portata di tutti). Ecco quali sono, come utilizzarli e come sfruttarli per valutare con maggiore attenzione gli investimenti possibili.
1) Coface Country Risk Rating
Il Coface Country Risk Rating è uno degli strumenti più affidabili per valutare il rischio di credito di un Paese, fornendo un’analisi dettagliata delle condizioni economiche, politiche e finanziarie. Coface, una delle principali compagnie globali di assicurazione del credito, elabora valutazioni basate su una vasta gamma di fattori che includono la solvibilità del governo, le dinamiche macroeconomiche e la stabilità politica.
Tale valutazione è essenziale per gli investitori internazionali, poiché offre un’indicazione chiara sulla probabilità che un Paese possa entrare in default o ritardare il pagamento dei debiti sovrani.
Coface classifica i Paesi in base a quattro livelli di rischio: molto basso, basso, medio e alto, fornendo un indicatore chiaro dell’affidabilità di un mercato.
Perché è importante? Sapere se un Paese è considerato a rischio basso o medio può influenzare significativamente le strategie di investimento. Un rating elevato può indicare un’economia stabile e una politica monetaria gestibile, mentre un rating più basso potrebbe riflettere debolezze strutturali, elevata inflazione o rischi di instabilità politica, tutti fattori che possono mettere a rischio i rendimenti degli investimenti. Utilizzare il Coface Country Risk Rating consente agli investitori di mitigare i rischi legati al credito sovrano e di proteggere i propri portafogli da esposizioni ad economie vulnerabili.
2)Economist Intelligence Unit (EIU)
Un altra fonte di informazioni è l’Economist Intelligence Unit (EIU). L’EIU è una divisione di ricerca de The Economist e una delle migliori indagini offerte è il Country Risk Service.
Queste valutazioni coprono 131 Paesi, con particolare attenzione ai mercati emergenti e fortemente indebitati (Country Risk Model).
La valutazione analizza fattori simili a quelli del rating dell’ECR, come il rischio economico e politico, e fornisce un punteggio su una scala di 100 punti; tuttavia, a differenza del precedente strumento, i punteggi più elevati indicano un livello di rischio più elevato.
Un vantaggio dei rating sull’EIU è che sono aggiornati su base mensile, in modo che i trend possano essere colti molto prima di altri strumenti aggiornati meno frequentemente. Inoltre, l’EIU offre agli investitori più analisi e fornisce una prospettiva per il Paese anche con previsioni a due anni per diverse variabili chiave.
Quindi, se si vuole conoscere il trend di determinato Paese è guidato per il prossimo futuro, questo potrebbe rivelarsi uno strumento utile.
3) S&P Global Ratings
Il S&P Global Sovereign Credit Rating valuta la capacità di un Paese di onorare i propri impegni finanziari, fornendo agli investitori un quadro chiaro del rischio associato all’investimento in obbligazioni governative e altri strumenti finanziari legati a quel Paese.
Le agenzie di rating, come Standard & Poor’s (S&P), emettono un rating sovrano che va da AAA (eccellente) fino a D (in default), in base all’affidabilità creditizia del Paese.
Questo strumento è importante perché riflette la salute finanziaria del governo di un Paese, tenendo conto di variabili come il rapporto debito/PIL, la gestione fiscale e monetaria, e la stabilità politica. Gli investitori utilizzano questi rating per prendere decisioni di allocazione del capitale, poiché un rating sovrano positivo è indicativo di un ambiente di investimento relativamente sicuro. Un downgrade, invece, può comportare una fuga di capitali e un aumento dei costi di finanziamento per il Paese in questione.
Utilizzando il S&P Global Sovereign Credit Rating, gli investitori possono quindi stimare la probabilità di default sovrano e calcolare un premio al rischio appropriato per investire in quel Paese. Un deterioramento improvviso del rating può causare una svalutazione del debito sovrano, rendendo più rischiosi gli investimenti in titoli di stato e influenzando negativamente la valuta locale.
4) Doing Business Rankings, World Bank Group
Il Doing Business Index (o Rankings) della Banca Mondiale misura la facilità di fare affari in diversi Paesi, analizzando variabili come la facilità di ottenere credito, la protezione degli investitori, l’efficienza della burocrazia, e il livello di regolamentazione dei contratti. Questo strumento non si limita solo a fornire dati economici, ma valuta anche la qualità delle istituzioni, un aspetto critico per gli investitori esteri.
Perché è importante? Il Doing Business Index è utile per valutare il rischio operativo associato a investimenti diretti in un Paese. Un punteggio alto significa che un Paese ha un ambiente economico favorevole, con una burocrazia snella e una regolamentazione chiara, mentre un punteggio basso può indicare difficoltà nell’ottenere permessi, alti costi di conformità o difficoltà nel far valere i propri diritti legali.
Gli investitori che cercano di stabilire o acquisire attività in un Paese utilizzano il Doing Business Index per valutare i costi e i rischi operativi, nonché per stimare il potenziale di crescita e la capacità di accesso al credito. Il ranking è uno strumento essenziale per decidere in quali Paesi conviene avviare operazioni commerciali o industriali, riducendo al minimo i rischi legati alla gestione locale.
5) OECD Country Risk Classification
Infine, è impossibile non citare l’OECD Country Risk Classification, uno strumento utilizzato per classificare il rischio di credito sovrano di Paesi membri e non membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD).
Questa classificazione tiene conto del rischio di mancato pagamento di debiti pubblici e privati nei confronti di investitori stranieri, classificando i Paesi su una scala da 0 a 7, con 0 che indica il rischio più basso e 7 il più alto.
Quindi, l’OECD Country Risk Classification è un riferimento chiave per gli investitori che desiderano valutare la capacità di un Paese di rispettare i propri obblighi di debito esterno. Un rating più alto indica un maggiore rischio di default e di perdita di capitale per gli investitori, mentre un rating più basso suggerisce che il Paese è in una posizione finanziaria solida.
Questo strumento è ampiamente utilizzato dalle agenzie di credito all’esportazione e dagli investitori istituzionali per stimare i tassi di interesse appropriati e i premi di assicurazione per il rischio sovrano.
Per gli investitori che hanno poco tempo e risorse limitate, ma vogliono diversificare il proprio portafoglio a livello internazionale, questi strumenti possono essere di grande aiuto per creare un breve elenco dei Paesi in cui è consigliabile investire. Ogni metodo ha i suoi punti di forza e di debolezza, e potrebbe essere ottimale utilizzare una combinazione o tutte queste fonti di dati per conoscere esattamente il grado di rischio di un Paese.
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