Quali sono le detrazioni fiscali a rischio a partire dal 1° gennaio 2025? Vediamo nel dettaglio cosa cambia e cosa resta invariato.
Nel 2025 arriva un taglio sulle detrazioni di oneri e spese per i contribuenti che hanno un reddito superiore a un certo limite. A prevederlo la Legge di Bilancio 2025 con la quale il governo ha introdotto per il prossimo anno una riforma delle detrazioni fiscali che colpirà soltanto chi ha un reddito superiore a 75.000 euro.
La novità rischia di mettere a rischio numerose detrazioni per oneri e spese, ovvero tutte quelle che il contribuente inserisce nella dichiarazione dei redditi annuale, visto che viene imposto un limite massimo proprio all’importo delle spese che si possono scalare dalle imposte. Il limite è stabilito in base al reddito e al numero dei figli. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare per le diverse detrazioni e chi è maggiormente esposto al rischio di tagli del beneficio.
Spese detraibili a rischio nel 2025
Dalla novità del 2025 si salvano tutti coloro che hanno un reddito fino a 75.000 euro. In questo caso, infatti, il meccanismo delle agevolazioni fiscali rimane invariato rispetto agli anni precedenti.
Per chi ha un reddito superiore a 75.000 euro, invece, le detrazioni a rischio sono tutte quelle applicate in percentuale sulle spese sostenute (quindi al 19%, al 36%, al 50%). Le uniche detrazioni che restano fuori dal conteggio sono quelle che riguardano le spese mediche e sanitarie sostenute dai contribuenti.
A rischio sono, quindi, le detrazioni per i bonus edilizi, quelle per l’istruzione dei figli, le spese funebri, gliinteressi passivi dei mutui, le erogazioni liberali per il Terzo Settore, solo per citare qualche esempio dei benefici maggiormente utilizzati dagli italiani. Rientrano tra le agevolazioni soggette al taglio anche le spese universitarie.
Le nuove regole delle detrazioni fiscali
Come cambiano le detrazioni fiscali per gli oneri e spese? Come abbiamo detto la novità investe solo i cittadini con redditi superiori a 75.000 euro per i quali le detrazioni avranno una soglia massima che si applica alle stessa dopo aver calcolato l’agevolazione nel modo tradizionale.
Di fatto, quindi, se un contribuente, per esempio, ha diritto a 4.000 euro di detrazioni, dovrà per prima cosa calcolare le reali detrazioni spettanti (nel classico modo utilizzato fino al 2024), di queste potrà fruire solo nel limite di 4.000 euro. In questo modo si punta a ridurre il beneficio spettante a chi ha un reddito più alto che sarà, di fatto, costretto a scegliere quali spese portare in detrazione proprio in base al limite annuo riconosciuto.
Il beneficio fiscale sarà riconosciuto a ogni contribuente in base al reddito annuo e al numero di figli a carico.
Sono stati individuati due importi base e due fasce di reddito:
- l’importo base per redditi superiori a 75.000 ma entro i 100.000 euro è 14.000;
- l’importo base per redditi superiori a 100.000 euro è 8.000.
L’importo base riferito alla fascia di reddito, poi, va moltiplicato per i coefficienti riferiti al numero dei figli e nello specifico:
- 0,50 per chi non ha figli a carico;
- 0,70 per chi ha un figlio a carico;
- 0,85 per chi ha due figli a carico;
- 1 per chi ha più di due figli a carico o almeno un figlio disabile.
Questo significa che l’importo base riconosciuto per fascia di reddito spetta soltanto a chi ha più di due figli o almeno un figlio disabile, in tutti gli altri casi l’importo delle detrazioni spettanti sarà minore all’importo base.
Ad esempio un contribuente con più di 75.000 euro di reddito e senza figli la detrazione massima è pari a 7.000 euro.
Mutui prima casa, per chi è a rischio la detrazione?
Una cosa importante da sottolineare è che il taglio delle detrazioni riguarda anche gli interessi passivi dei mutui per l’acquisto della prima casa. Un contribuente, infatti, può portare in detrazione gli interessi passivi corrisposti annualmente alla banca nel limite di 4.000 euro l’anno. La novità rischia di penalizzare chi ha contratto un mutuo non permettendo di fruire per intero dell’agevolazione.
C’è da tenere presente, però, che la norma non è retroattiva e per i mutui contratti fino al 31 dicembre 2024 la detrazione spetterà, comunque, per intero: la detrazione per gli interessi passivi del mutuo già in essere, infatti, non finirà nel computo per il raggiungimento della soglia massima.
Detrazione bonus edilizi
Lo stesso discorso valido per gli interessi passivi sui mutui si applica anche alle detrazioni per lavori edilizi: in questo caso entrano nel computo per il raggiungimento del limite solo le nuove spese affrontate a partire dal 2025. Le detrazioni che si stanno fruendo annualmente (solitamente l’ammortamento del beneficio avviene in 10 anni) per spese già effettuate entro il 31 dicembre 2024, non rientrano nel limite stabilito dalla Legge di Bilancio 2025.
In linea generale, quindi, la novità si applica solo per le spese effettuare a partire dal 1° gennaio 2025, per tutte le spese effettuate entro il 2024 le modifiche non hanno effetto.
Le novità 2025, quali sono?
Per riassumere quello che accadrà dal 1° gennaio 2025 alle detrazioni fiscali, con effetto sulla dichiarazione dei redditi 2026, possiamo dire che le novità colpiranno solo coloro che hanno un reddito superiore a 75.000 euro, mentre per tutti gli altri il diritto al beneficio resta invariato. Salve dal taglio previste solo le spese sanitarie (anche effettuate dal 2025 in poi) e le spese effettuate fino al 31 dicembre 2024.
La novità impatterà, come abbiamo detto, sui redditi più alti che, in ogni caso, avranno diritto a una agevolazione maggiore in presenza di più figli a carico: le famiglie numerose, a prescindere dal reddito, quindi, saranno favorite.
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