L’allarme climatico si aggrava e il conto da pagare è in aumento: la stima parla di 200 miliardi di dollari di perdite annuali. E l’Italia rischia molto.
I disastri dovuti al cambiamento climatico sono sempre più frequenti e violenti, tanto da generare danni e perdite da 200 miliardi di dollari all’anno. Questa è la stima che si legge nel nuovo rapporto Swiss Re.
L’allarme è duplice: da una parte il timore per la distruzione di intere città e territori, con le conseguenze inevitabili e drammatiche sulle persone, cresce ogni anno di più. Dall’altra, l’impatto economico è destinato ad aumentare, generando perdite di Pil non trascurabili in alcuni Paesi del mondo.
Secondo i calcoli di Swiss Re, Stati Uniti e Filippine sono le due nazioni maggiormente esposte alle calamità del clima e, quindi, alle perdite economiche. Tuttavia, anche l’Italia ha motivi per preoccuparsi.
Quanto costa il disastro climatico? I conti spaventano
Quattro pericoli meteorologici – inondazioni, cicloni tropicali, tempeste invernali in Europa e forti temporali – causano oggi perdite economiche globali stimate in 200 miliardi di dollari ogni anno: questo è il primo punto evidenziato dal rapporto di Swiss Re.
Con un avvertimento ancora più cupo che risale al 2021 ma che è valido ancora oggi: se il riscaldamento globale rimane sulla traiettoria attuale, il mondo potrebbe perdere fino al 7-10% del PIL entro la metà del secolo.
Nel dettaglio, con perdite economiche annuali pari al 3% del Pil a oggi, le Filippine sono il Paese maggiormente colpito dai quattro pericoli meteorologici rispetto ai 36 analizzati.
Gli Stati Uniti si posizionano al secondo posto. Sono stati 97 i miliardi di dollari (0,38% del PIL) persi a oggi in termini assoluti a causa di eventi meteorologici avversi.
Secondo la tabella elaborata dalla compagnia, questi sono i primi 10 Paesi più esposti ai quattro pericoli meteorologici ad oggi, anche se il calcolo delle perdite di Pil è da considerarsi in difetto:
Swiss Re ha anche sottolineato che il principale motore delle maggiori perdite economiche legate al clima negli Stati Uniti, così come nell’Asia orientale e Sud-orientale, sono i cicloni tropicali. Oggi, in termini assoluti, le perdite economiche dovute agli eventi meteorologici negli Stati Uniti sono le più alte al mondo, principalmente a causa degli uragani. Anche i forti temporali rappresentano una parte importante dei danni, senza contare che, in generale, le ondate di caldo (che hanno caratterizzato il 2023) non sono conteggiate.
Quanto è a rischio l’Italia?
Secondo le osservazioni degli esperti, l’Italia non è esente da rischi anche gravi. Occorre considerare, per esempio, che in Emilia Romagna c’è stato “l’evento meteorologico più costoso dal 1970 a oggi” e sono stati 10 i miliardi di dollari dei danni, di cui solo 0,6 assicurati.
Nella classifica, sulle perdite in relazione al Pil, la nostra nazione si piazza al diciassettesimo posto, con una perdita stimata pari allo 0,11%. Nel 2023, inoltre, l’Italia è risultata la più colpita da temporali e tempeste in Europa. Il bilancio non è affatto roseo per la nazione: dal 2013 al 2022 i danni di eventi meteorologici sono stati pari a 37 miliardi di dollari. Di questi, solo 5 avevano copertura assicurativa con una assenza di protezione pari all’87% dei casi.
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