Dramma Intelligenza artificiale, ecco quanti rifiuti elettronici produrrà entro 5 anni

Luna Luciano

1 Novembre 2024 - 16:25

L’AI genera un crescente impatto ambientale, con proiezioni di 5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici annui entro il 2030. Ecco perché e quali soluzioni poter adottare.

Dramma Intelligenza artificiale, ecco quanti rifiuti elettronici produrrà entro 5 anni

L’Intelligenza artificiale è un rischio per l’ambiente, o meglio lo sono le sue 5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici.

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) è entrata sempre più nella vita quotidiana, trasformando settori come la medicina, i trasporti e l’intrattenimento. Tuttavia, mentre il progresso in campo tecnologico continua, emergono anche nuove sfide, soprattutto di tipo ambientale.

Uno studio recente pubblicato su Nature Computational Science, condotto dal team della Chinese Academy of Sciences e guidato dal ricercatore Peng Wang, ha stimato l’impatto ambientale delle tecnologie AI, in particolare dei sistemi di AI generativa utilizzati nei modelli di linguaggio (LLM).

I dati sono allarmanti: entro il 2030 si potrebbe raggiungere una produzione annua di 5 milioni di tonnellate di rifiuti legati all’AI. Questo dato si aggiunge a un contesto globale in cui i rifiuti elettronici superano già i 60 milioni di tonnellate ogni anno, aggravando una situazione di per sé critica.

Nonostante ciò, esistono delle strategie che potrebbero contenere il problema. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’impatto ambientale dell’Intelligenza artificiali e quali soluzioni potrebbero aiutarci a ridurne i rifiuti elettronici.

L’AI e il suo impatto ambientale: 5 milioni di tonnellate di rifiuti

L’intelligenza artificiale non è affatto una tecnologia “immateriale” e le sue applicazioni richiedono una notevole quantità di risorse fisiche, soprattutto in termini di dispositivi hardware specifici e potenti.

I sistemi AI generativa, utilizzati ad esempio nei grandi modelli di linguaggio come ChatGPT, necessitano di centinaia di server e componenti elettronici avanzati. Gli scienziati hanno stimato che l’uso intensivo di queste tecnologie comporterà un impennarsi della quantità di dispositivi elettronici obsoleti, che nel migliore dei casi saranno sostituiti con apparecchiature più avanzate e, nel peggiore, scartati come rifiuti.

Secondo le proiezioni, entro il 2030 i rifiuti elettronici generati annualmente dall’AI potrebbero raggiungere i 5 milioni di tonnellate, un volume equivalente a miliardi di smartphone. La situazione peggiora se si considera che gran parte di questi dispositivi viene raramente smaltita correttamente e che contiene materiali difficili da riciclare, come metalli rari e altri componenti preziosi.

Il problema dei rifiuti elettronici si concentra in particolare nelle aree geografiche che utilizzano in modo intensivo le tecnologie AI: Nord America, Asia orientale ed Europa, con il Nord America in testa come principale contributore. A fronte di questi dati, dunque, si evidenzia come l’AI, nonostante i suoi benefici, rappresenti un rischio crescente per l’ambiente se non gestita in modo sostenibile.

AI e sostenibilità: quali soluzioni adottare per ridurne l’impatto ambientale

La buona notizia, secondo i ricercatori, è che, pur essendo una questione complessa, il problema dei rifiuti elettronici causati dall’AI può essere mitigato.

Gli esperti nello studio pubblicato hanno suggerito diverse strategie praticabili, a partire dall’estensione della vita utile dei dispositivi, promuovendo l’adozione di componenti più durevoli e resistenti. Prolungare l’utilizzo dei componenti ridurrebbe il bisogno di aggiornamenti hardware continui e contribuirebbe a rallentare il ciclo di produzione dei rifiuti.

Anche l’efficienza dei chip usati nei sistemi di intelligenza artificiale può fare la differenza: chip meno energivori e di maggiore durata potrebbero ridurre drasticamente sia i consumi che il volume di rifiuti. Una seconda soluzione consiste nell’implementare processi avanzati di riciclo, che permettano di recuperare materiali rari e preziosi dai dispositivi AI dismessi. Attualmente, una gran parte dei componenti elettronici finisce in discarica, ma con un maggiore investimento in infrastrutture di riciclo, si potrebbe migliorare notevolmente il riutilizzo dei materiali.

Infine, una collaborazione tra aziende tecnologiche e istituzioni governative potrebbe spingere verso pratiche industriali più sostenibili, promuovendo regolamenti che incentivino il design sostenibile e disincentivino l’obsolescenza programmata. Lo studio stima che adottando queste misure i rifiuti elettronici prodotti dall’AI potrebbero ridursi tra il 16% e l’86%, a seconda delle specifiche azioni intraprese. Insomma, si può progredire nello sviluppo dell’AI preservando e rispettando il pianeta.

Iscriviti a Money.it