Scopri quali sono i potenziali obiettivi identificati dalla Russia in Europa per gli attacchi nucleari.
Recenti rivelazioni del Financial Times hanno portato alla luce un elenco di obiettivi potenziali che la Russia potrebbe avere in Europa e che potrebbe colpire con armi nucleari. Questi dati, risalenti a documenti identificati nel periodo tra il 2008 e il 2014, offrono uno spaccato sui target militari e strategici che Mosca avrebbe previsto in caso di conflitto con la NATO.
Gli obiettivi della Russia in Europa
Le tensioni tra Russia e NATO risalgono alla Guerra Fredda, un periodo caratterizzato da una corsa agli armamenti nucleari e strategie di deterrenza reciproca. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, le relazioni sono rimaste tese, con episodi come l’espansione della NATO verso est e la crisi in Ucraina del 2014 che hanno acuito il confronto. Negli ultimi anni, il riarmo russo e le esercitazioni militari vicino ai confini NATO hanno riportato in auge scenari di conflitto simili a quelli della Guerra Fredda.
Secondo i documenti riservati consultati dal Financial Times, la Russia ha identificato 32 potenziali obiettivi in Europa che potrebbero essere presi di mira da missili nucleari. Gli obiettivi includono diverse località in otto paesi membri della NATO: Estonia, Norvegia, Francia, Germania, Regno Unito, Romania, Bulgaria e Turchia. I missili, lanciati da sottomarini e navi, sarebbero diretti a infrastrutture militari e strategiche, mirati a un’efficace incapacità del nemico nelle prime fasi di un conflitto.
Non solo in Europa, le mire della Russia anche altrove
Oltre agli obiettivi europei, la Russia avrebbe considerato anche altre regioni per eventuali attacchi nucleari, estendendo i suoi piani a Medio Oriente, Asia centrale ed Estremo Oriente. Paesi come Azerbaigian, Iran, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud e Giappone figurano tra i target globali potenziali. Questi obiettivi sarebbero inclusi in scenari di conflitto più ampi che coinvolgono potenze non appartenenti alla NATO, dimostrando la portata globale delle strategie di deterrenza russa.
Le tensioni nucleari in Russia si sono oltretutto riaccese con l’annessione della Crimea nel 2014 e la guerra in Ucraina dal 2022. Durante questi conflitti, la Russia ha utilizzato la “retorica nucleare” come strumento per dissuadere l’intervento occidentale.
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Non è detto che questi obiettivi siano ancora validi!
La dottrina nucleare russa si basa su un approccio di “deterrenza strategica”, che integra sia mezzi militari che non militari per prevenire conflitti e gestire l’escalation. Una delle caratteristiche principali della dottrina è il concetto di “escalation per de-escalation”, dove la Russia potrebbe utilizzare armi nucleari tattiche in risposta a minacce convenzionali significative, al fine di stabilizzare una situazione di conflitto.
Ma dobbiamo fare attenzione a un dettaglio. È importante notare che queste informazioni risalgono a un decennio fa. Per questo motivo, ovviamente, potrebbero non riflettere gli aggiornamenti recenti nei piani di difesa e attacco russi, soprattutto se riflettiamo sui recenti avvenimenti e quini gli sviluppi successivi al conflitto in Ucraina. Inoltre tali piani siano una pratica comune tra le potenze nucleari, quindi la loro emersione deve essere trattata con cautela e non va interpretata come una minaccia immediata.
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