Il “fallimento” delle auto elettriche testimoniato da queste immagini

Maria Paola Pizzonia

8 Agosto 2024 - 07:45

L’auto elettrica ha fallito? Per molto è sembrata una soluzione sostenibile. Esaminiamo le sfide (come il riciclo delle batterie) e le possibili alternative.

Il “fallimento” delle auto elettriche testimoniato da queste immagini

Le auto elettriche sono state spesso presentate come la soluzione definitiva per la mobilità sostenibile. Ma è così? Ad oggi, il loro percorso è tutt’altro che privo di ostacoli. Problemi legati al riciclo delle batterie e fallimenti industriali mettono in discussione il loro reale impatto ambientale. Esploriamo le immagini e le testimonianze di questi insuccessi per capire se l’auto elettrica è davvero la risposta che tutti noi cercavamo.

Lo smaltimento delle batteria

Questo è il principale problema che rompe l’idillio delle auto elettriche. Lo smaltimento delle batterie di queste auto è infatti uno degli argomenti più discussi nella transizione verso la mobilità elettrica. Entro il 2030, si prevede che sulle strade europee circoleranno circa trenta milioni di auto elettriche. Questo porterà a una significativa riduzione delle emissioni di CO2, ma a che prezzo?

Infatti, introdurrà un nuovo problema: lo smaltimento sicuro e sostenibile delle batterie. A differenza delle batterie al piombo-acido delle auto tradizionali (facilmente riciclabili) le batterie al litio delle auto elettriche sono composte da materiali pericolosi e preziosi come cobalto, manganese e nichel. Tali materiali richiedono processi complessi per effettuare il riciclo. Oltretutto, non le smaltiamo qua in Italia. Attualmente, gran parte delle batterie viene inviata in Germania per il trattamento, ma le soluzioni esistenti non sono ancora in grado di recuperare tutti i materiali in modo economico ed efficace.

Il riciclo completo non avviene in Italia, e nemmeno in Europa

Le batterie al litio contengono elementi pericolosi e inquinanti. Questo rende il loro smaltimento una questione piuttosto critica. In Europa, la maggior parte delle batterie viene riciclata in Germania. Lì ci sono ben quindici impianti capaci di recuperare parte dei materiali. Tuttavia, non basta: le tecniche e i macchinari tedeschi sono in grado di estrarre litio e manganese, elementi preziosi e non rinnovabili.

Di conseguenza, parte delle batterie viene inviata in Cina, dove le tecnologie permettono un riciclo più completo. Fabio Orecchini, professore di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, ha evidenziato che esistono processi brevettati per il riciclo delle batterie, ma i costi sono ancora molto alti. Per questo parte di quella Massa Nera (la parte delle batterie che contiene litio, manganese, cobalto, e nichel) viene inviata in Estremo Oriente (Corea e Filippine), dove avviene lo smaltimento sia del mercato interno che di quello globale.

Quali possono essere le soluzioni?

Alcune case automobilistiche stanno sviluppando soluzioni innovative per affrontare il problema del riciclo delle batterie. La Volkswagen ha aperto un impianto di riciclo a Salzgitter, in Germania. L’impianto si propone di recuperare i materiali delle sue batterie. Nissan , invece, riutilizza le batterie della Leaf per alimentare veicoli a guida automatica all’interno dei suoi impianti. Buone notizie per Renault , che è già in grado di riciclare tutte le batterie delle sue auto elettriche (anche se si tratta solo di circa duecento all’anno). L’Unione Europea, nel frattempo, non sta con le mani in mano: sta discutendo una normativa che obblighi i produttori a provvedere al riciclo totale delle batterie, ma al momento questo avviene solo nel 5% dei casi.

Si potrebbe per poter competere con la Cina e le altre nazioni, investire al più presto in tecnologie efficienti e sicure. La miglior prospettiva sarebbe quella di concentrarsi su un lavoro il più possibile automatizzato. Questo potrebbe preservare la salute dei dipendenti, considerati i materiali presenti nella Massa Nera.

Oltre a ciò, esistono progetti di ricerca che potrebbero rivoluzionare il riciclo delle batterie. Uno studio della Aalto University in Finlandia propone un metodo di elettrolisi per ricostituire gli elettrodi delle batterie esauste. Ciò le renderebbe nuovamente utilizzabili nei veicoli o nell’illuminazione pubblica. Anche se promettente, questa tecnologia è purtroppo ancora costosa . In generale, non si può considerare pronta per una produzione su larga scala. Parallelamente, alcune case automobilistiche stanno esplorando alternative come i veicoli a idrogeno, considerati una soluzione più sostenibile per il futuro.

il Cimitero di ElectraMeccanica Solo

Il fallimento di ElectraMeccanica Solo, un’azienda che produceva auto elettriche particolari (la loro peculiarità era il design a tre ruote), rappresenta un esempio significativo delle difficoltà che il settore può incontrare. Le immagini del cimitero di auto a Gilbert, in Arizona, è evocativa. Lì giacciono centinaia di auto elettriche a tre ruote del marchio, sogno fallito dell’imprenditore Jerry Kroll. L’azienda aveva l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il pendolarismo urbano con un veicolo elettrico a tre ruote, pensato per essere ecologico e pratico.

Nonostante un buon inizio e l’accoglienza positiva in California, sono sopraggiunti gravi problemi tecnici che hanno portato al richiamo e al successivo smaltimento di tutte le auto prodotte. Uno dei problemi principali che ha afflitto il progetto è stato un difetto nello sterzo, che ha portato a un richiamo di tutti i veicoli venduti. Questo difetto è legato a problematiche con la centralina del motore e dell’inverter o con la centralina della batteria. Gli ingegneri non sono riusciti a trovare una soluzione efficace, costringendo l’azienda a riacquistare tutti i veicoli dal mercato, un’operazione che ha avuto gravi ripercussioni finanziarie.

Questo caso sottolinea l’importanza di tecnologie affidabili e di un supporto post-vendita efficiente per garantire il successo a lungo termine delle auto elettriche. Si tratta di tecnologie che sono lungi dall’essere complete per l’uso, evidentemente.

Dove andremo a finire?

Le auto elettriche sono da anni un sogno tecnologico nella mente di tutti. Sarebbero, sulla carta, una soluzione promettente per la riduzione delle emissioni di CO2. Ma non è tutto oro quel che luccica: le auto elettriche presentano sfide significative legate (tra le varie) al riciclo delle batterie. Le immagini degli impianti di riciclo in Germania e Cina, o delle fabbriche di Volkswagen e Renault, mostrano gli sforzi per sviluppare soluzioni sostenibili che sfidano (non sempre vincendo) i proprio limiti.

Investimenti in tecnologie avanzate e una maggiore collaborazione tra le industrie e le istituzioni sono necessari per garantire che le auto elettriche possano veramente contribuire a un futuro più sostenibile. Nel frattempo, le alternative come i veicoli a idrogeno potrebbero essere un’opzione interessante da esplorare. L’auto elettrica non ha fallito, ma la strada verso una mobilità veramente sostenibile è ancora lunga e complessa.

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