Non è un capriccio, ma una disagio psicologico che si manifesta negli adolescenti in età scolastica. È stata chiamata febbre da scuola ed è la risposta del corpo a una disabilità invisibile.
Si chiama febbre da scuola ed è una “strana” malattia che colpisce studenti e studentesse che soffrono di ansia di andare a scuola. La fobia scolastica, in seguito ad atti di bullismo o condizioni di disagio all’interno della classe dovuto anche a comportamenti scorretti di alcuni docenti, può allontanare per molto tempo i giovani dalla scuola. La patologia, sintomo di un disagio psicologico, si manifesta fisicamente con l’innalzamento della temperatura e tutti gli altri sintomi di allarme tipici della febbre tradizionale.
Non si tratta del capriccio di qualche studente e studentessa che non vuole andare a scuola, ma di una patologia correlata all’ansia studiata e confermata da alcuni specialisti. Il caso divenuto noto è quella di una studentessa di 13 anni che da due anni si sveglia ogni mattina con una febbre alta, che raggiunge anche i 40°. La patologia è stata certificata da una neuropsichiatra di Padova come “fobia scolastica” e che impedisce fisicamente alla ragazza di frequentare le lezioni. Nel caso specifico della studentessa di Venezia, l’origine scatenante della fobia scolastica sono stati alcuni episodi di bullismo.
Sarebbe facile lasciare nel dimenticatoio la vicenda, se non fosse che sono sempre di più i giovani che si ritirano da scuola per motivi relativi a disagi ed ansie gravi. Almeno 450 gli adolescenti tra I 12 e i 18 anni presi in carico dal servizio infanzia, adolescenza e famiglia per fenomeni di disagio legati all’ansia, attacchi di panico e all’autolesionismo. Si tratta di una vera e propria disabilità invisibile che impedisce ai giovani di proseguire gli studi e addirittura di uscire di casa. Si tratta di un malessere psicologico sistematico che andrebbe affrontato a livello nazionale, così da non stupirsi più di fenomeni quali bullismo o aggressione insegnanti e non piangere più le vittime di suicidio in età scolare.
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Cos’è la febbre da scuola?
La febbre da scuola è una “strana” malattia perché si manifesta solo in alcuni giorni. Da lunedì al venerdì il termometro segna anche fino a 40°, mentre sabato e domenica il malessere svanisce. Diagnosi? Febbre da scuola o sintomo di un’ansia dovuta alla fobia scolastica, ovvero la paura di andare a scuola. Il caso che sta facendo scuola - gioco di parole voluto - e quello della tredicenne veneziana colpita da febbre a 40° che da due anni non riesce ad andare a scuola.
L’origine della strana febbre non è clinica, ma sociale. La famiglia si è infatti rivolta a uno psicologo che ha certificato la malattia e ha permesso così alla studentessa di avere un sostegno a scuola. Si tratta di un vero e proprio certificato di disabilità per la giovane, al pari di certificati di disabilità concessi a molti altri adolescenti che soffrono l’attività scolastica per colpa di alcuni episodi di bullismo da parte di coetanei o di insegnanti.
Sono almeno 450 gli studenti che soffrono di ansia e attacchi di panico, tanto gravi da arrivare all’autolesionismo. “Sono almeno 100 in più ogni semestre”, dice la direttrice del servizio dei distretti di Milano, Dolo e Chioggia, tanto da diventare caso nazionale. Il caso della studentessa veneziana è quello di un’alunna bullizzata e molestata e che per questo teme di tornare nell’ambiente dove gli episodi sono avvenuti
Come si cura la fobia scolastica e come andrebbe affrontata?
La febbre da scuola è una malattia che può essere considerata da molti un capriccio, ma va tenuta in considerazione non soltanto la salute fisica dei giovani, ma anche la loro condizione psicologica. Non esiste una cura, una pasticca in grado di far passare la febbre. È necessario seguire un percorso di benessere psicologico ed è necessario accompagnare questo a un supporto scolastico per non far perdere tappe importanti della vita educativa ai giovani in condizioni di disagio.
Ogni caso è specifico e non bisogna generalizzare. Impossibile dire quale sia la soluzione più adatta in termini ampi, se non considerare il supporto psicologico come terapia fondamentale da accompagnare al supporto scolastico. Solo nel distretto di Milano e Chioggia sono presenti 450 casi di disagio psicologico e il lavoro per gli operatori sanitari è tanto. C’è bisogno di investire sulla salute mentale dei più giovani in senso più ampio, sostenere e supportare la lotta al bullismo sia questo senza matrice (quasi un miraggio) o di matrice razzista, abilista, grassofobica od omolesbobiatransfobica.
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