Fusione nucleare per produrre l’energia del futuro, intervista a Gizzi del CNR

Dario Colombo

15/12/2022

La fusione nucleare consentirà di produrre energia pulita per tutti fra 30 anni o anche prima. Come funziona e come ci arriveremo, intervista a Leonida Antonio Gizzi del CNR

Fusione nucleare per produrre l’energia del futuro, intervista a Gizzi del CNR

La fusione nucleare è arrivata a un punto di svolta che ha fatto capire che potrà essere la metodologia per produrre energia. Il fattore di sblocco è stato il test condotto dal laboratorio americano National Ignition Facility i cui risultati, dopo essere stati anticipati, sono stati illustrati dal Dipartimento di Energia Usa in una conferenza stampa che è stata attesa quasi come uno sbarco sulla Luna, anche da tutta la comunità scientifica internazionale.

Ecco perché in una videointervista abbiamo chiesto Leonida Antonio Gizzi del CNR, Istituto Nazionale di Ottica, un’autorità in materia in Italia, di spiegarci la portata dell’annuncio e di disegnare quale futuro ci attende in materia di fusione nucleare e di produzione di energia.

Fusione nucleare e produzione di energia, cosa ci attende in futuro

La conferenza sulla fusione nucleare ha detto che il test dei laboratori californiani per la prima volta ha generato più energia di quanta ne è stata immessa per provocare la fusione. I laboratori con un’energia di 2,05 megaJoule sono riusciti a ottenere 3,15 megaJoule.
Un esperimento che apre uno scenario di progresso nel campo della produzione di energia, mettendo però tante domande sul tavolo: quanto costerà, sarà per tutti, ci sono rischi, e soprattutto quando sarà disponibile?
Gizzi ha intanto ricordato che l’esperimento non è una sorpresa, dato che il National Ignition Facility aveva già annunciato l’accensione alcuni mesi fa. Il valore del test è che sono stati fugati i dubbi sulla riproducibilità del processo e che si può ottenere un guadagno netto di energia.
Quindi si può già pensare alla efficienza industriale e commerciale e a quanti progressi tecnologici e risorse economiche servono per raggiungere gli obiettivi.
La ricerca futura dovrà creare i materiali che possano resistere alle temperature di fusione nucleare (il test ha riprodotto il fenomeno di generazione energetica tipico del Sole e delle stelle) sia ottimizzare l’efficienza del laser. L’obiettivo a lungo termine è di avere guadagni energetici in scale ampie del mille o diecimila per cento.
Un traguardo temporale ipotetico condiviso dalla comunità scientifica per avere una fusione nucleare su scala industriale è di 30 anni, ma il cammino secondo Gizzi potrebbe avere un’accelerazione, se le tecnologie accessorie, come l’intelligenza artificiale, continueranno a integrarsi nella ricerca.

Fusione nucleare, le alternative e il futuro

Gizzi ha spiegato che esistono due tipi di fusione nucleare: quella dell’esperimento americano, la fusione inerziale, e la fusione magnetica, che è studiata presso laboratori europei, sottolineando che non sono in competizione. Puntano entrambe alla stesso obiettivo, come ci ha spiegato anche il fisico Francesco Romanelli in una intervista.
Osservando che a fusione magnetica utilizza la gran parte dei fondi che l’Europa destina alla fusione, Gizzi ha centrato il tema per arrivare all’obiettivo di produzione di energia con la fusione nucleare: gli investimenti devono essere anche privati.
Di sicuro la fusione nucleare, vista anche il riscontro di attenzione che ha avuto nel mondo, può catalizzare interessi e spingere l’industria privata a investire.

La fusione nucleare è democratica?

Il punto nodale della fusione nucleare per la produzione di energia pulita, libera e illimitata riguarda proprio il rapporto con le popolazioni. Ci dobbiamo chiedere quindi se sia un’energia democratica, per tutti, o se sarà destinata a un’élite.

Secondo Gizzi il fatto che i materiali per produrla siano abbondantemente presenti in natura (come aveva spiegato anche Romanelli) la rende una tecnologia libera. Va osservato però che i costi per la realizzazione delle infrastrutture necessarie prefigura un futuro in cui l’accesso alle risorse economiche sarà un fattore primario.

La fusione nucleare e i rischi che potremmo correre

Inevitabile accostare il tema della fusione nucleare sia alla fissione, sia all’idea che possa essere manipolata e indirizzato a scopi che non siano quelli, civili, di produzione di energia, ma militari.
Per quanto riguarda il nucleare per come lo abbiamo conosciuto e vissuto sino ad oggi, Gizzi ritiene la fissione una tecnologia sicura, ma prefigura addirittura un meccanismo di sostituzione.
Nel mix energetico del futuro la fusione nucleare potrà sostituire la fissione.

Per quanto riguarda la distrazione di una tecnologia “buona” come la fusione nucleare verso scopi offensivi, secondo Gizzi non abbiamo indicazioni che possa avvenire. Possiamo inve attenerci al fatto che sulla fusione nucleare sono coinvolte le comunità scientifiche di tutto il mondo, pertanto il controllo sugli sviluppi è condiviso.

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