Gli elettrodomestici «smart» hanno i loro vantaggi, ma difficilmente si parla anche dei loro «contro» come l’impatto ambientale che hanno i loro rifiuti. Ecco cosa sapere a riguardo.
Gli elettrodomestici “smart” stanno diventando sempre più popolari nelle nostre case, promettendo comodità e funzionalità senza precedenti.
Grazie alla possibilità di poter controllare questi elettrodomestici a distanza, tramite app e l’integrazione con assistenti vocali come Alexa o Google Assistant, questi dispositivi sembrano offrire un futuro fatto di praticità e controllo. Tuttavia, questa crescente dipendenza dalla tecnologia connessa a Internet non è priva di conseguenze. Come ha notato la giornalista Victoria Turk, secondo cui questi elettrodomestici non solo eliminano la necessità di compiere sforzi fisici, ma ci spingono anche a rinunciare a un controllo reale sulle nostre vite domestiche.
Dietro le promesse di efficienza e modernità, gli elettrodomestici intelligenti nascondono svantaggi significativi che molti ignorano. La loro complessità tecnica aumenta il rischio di malfunzionamenti, causando frustrazione e incentivando il consumismo sfrenato. Inoltre, l’impatto ambientale della tecnologia “smart” è un aspetto raramente considerato, ma di fondamentale importanza. Le risorse necessarie per supportare i server che gestiscono i dati di questi dispositivi contribuiscono in modo catastrofico al riscaldamento globale, alimentando un circolo vizioso di danni ecologici. È tempo quindi di affrontare i “lati oscuri” della tecnologia “smart” e di riflettere sulle conseguenze delle nostre scelte di consumo. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Malfunzionamenti e consumismo: il“ lato oscuro” della tecnologia smart
Uno dei problemi più evidenti degli elettrodomestici smart è la loro tendenza ad andare in contro a malfunzionamenti che spesso danneggiano in modo irreparabile il dispositivo. Rispetto agli elettrodomestici tradizionali, quelli connessi a Internet sono molto più difficili da riparare per l’utente medio. Come sottolineato il dottor Jan Udris, quando un aspirapolvere tradizionale si guasta, solitamente è possibile risolvere il problema con un intervento semplice; al contrario, se un aspirapolvere «smart» smette di funzionare, l’utente spesso “non sa nemmeno da dove iniziare”. Questo porta a un aumento della frustrazione e a una tendenza prevedibile a sostituire il dispositivo con uno nuovo piuttosto che tentare di ripararlo.
Questa dinamica non solo alimenta il consumismo, ma favorisce un sistema economico che trae vantaggio dallo spreco e dalla produzione continua di beni tecnologici. Le aziende prosperano grazie a questo modello economico, mentre i clienti si ritrovano intrappolati in un circolo vizioso di acquisti e rifiuti. Il problema diventa ancora più grave se consideriamo che molti di questi dispositivi sono difficili o impossibili da smaltire in modo ecologico, contribuendo ulteriormente all’accumulo di rifiuti tecnologici. Alla fine, il costo di questa comodità ricade non solo sul portafoglio dei consumatori, ma anche sulla salute del nostro Pianeta
Elettrodomestici smart e il loro impatto ambientale
Oltre ai problemi pratici e sociali, gli elettrodomestici «smart» hanno un impatto ambientale “devastante”, come ricordato da Turk. Ogni dispositivo connesso a Internet genera una quantità significativa di dati che devono essere archiviati e gestiti nei server.
Come evidenzia Udris, i server richiedono enormi quantità di energia per funzionare e per mantenere sicure le loro posizioni fisiche, contribuendo in modo sostanziale al riscaldamento globale. Questa “spazzatura digitale”, che include non solo i dati generati dagli elettrodomestici «smart» ma anche l’infinita mole di contenuti inutili caricati online, rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro tempo, insieme alle tonnellate di rifiuti prodotti dall’Intelligenza artificiale.
Il costo ambientale di queste tecnologie è insostenibile ed è necessario che non solo le nuove generazioni ma la classe dirigente riconosca il contributo dell’AI e dei nuovi dispositivi smart alla crisi climatica. La natura, come avverte Udris, sta già reagendo con eventi climatici sempre più estremi, e continuare su questa strada equivale a ignorare i ripetuti avvertimenti. Insomma, in un mondo sempre più dipendente dalla tecnologia, è essenziale valutare con attenzione le conseguenze delle nostre scelte.
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