C’ è un mondo parallelo che si muove dietro a quello già abbastanza speculativo delle criptovalute, nato quasi per scherzo ma che sta diventando un vero e proprio fenomeno finanziario: le meme coin.
Il termine “meme” (dal greco “mimema”, che significa “imitazione”) è stato introdotto per la prima volta dal biologo Richard Dawkins per descrivere un’unità di informazione culturale diffusa tramite imitazione. La storia delle meme coin è strettamente legata alla cultura di Internet e all’ascesa delle criptovalute.
Si tratta di progetti legati appunto ad una criptovaluta, che acquisiscono valore e popolarità da meme, barzellette di Internet o da personaggi famosi (Trump è uno dei più gettonati), rendendole fortemente guidate dalla comunità social finanziarie. A differenza delle criptovalute tradizionali che forniscono utilità specifiche, le monete meme generalmente non hanno ancora una propria utilità intrinseca oltre all’essere scambiate.
Una memecoin in altre parole è una criptovaluta il cui valore deriva interamente dai meme ad essa associati, apportando essenzialmente valore economico al concetto di meme.
Il loro valore si basa quasi esclusivamente sulla pertinenza dei meme e sulla loro capacità di attirare l’attenzione soprattutto dei più giovani. Vince chi è in grado, come un vero e proprio influencer, di attirare maggiore attenzione sul suo singolo progetto. Spesso i rialzi sono anche superiori al 100%, ma il tempo la fa da padrone. Perché non reggendosi, in buona sostanza, su fondamentali o su basi reali queste monete hanno oscillazioni elevatissime in spazi temporali brevissimi.
Si tratta quindi di un mercato ovviamente altamente speculativo e rischioso. Nate come uno scherzo con la prima moneta, Dogecoin, creata nel lontano 2013, proprio per rispondere scherzosamente a Bitcoin, dopo qualche anno di immobilismo ha avuto uno dei trend maggiormente al rialzo di tutto il mercato delle criptovalute.
Dogecoin è riconosciuta come la prima e più popolare moneta meme sul mercato. Creata da Billy Markus e Jackson Palmer, è stata ispirata da un’immagine di un cane Shiba Inu di nome Kabosu. Inizialmente pensata come uno scherzo, Dogecoin ha rapidamente guadagnato un’immensa popolarità su Internet. Poi sono arrivate Shiba Inu, Pepe & C, che sono arrivate anche nella top 10 delle criptovalute maggiormente capitalizzate.
Sulla grande diffusione di Dogecoin e Shiba hanno influito moltissimo i numerosi post dell’uomo più ricco del mondo, Elon Musk. Ad inizio febbraio del 2021 la Tesla acquista infatti criptovalute per 1,5 miliardi di dollari e il magnate sudafricano definì in particolare Dogecoin “la criptovaluta del popolo”. La meme dopo la notizia ebbe in poche settimane un rialzo mostruoso, passando da una quotazione di 0,052 ad un massimo di 0,72 dollari (ora veleggia intorno a 0,16 dollari).
Ma a fianco di queste meme coin che ormai si possono definire a tutti gli effetti delle vere e proprie criptovalute, dal momento che sia Doge che Shiba sono da tempo accettate come moneta di scambio in diverse attività commerciali in Usa, si è generato una sorta di mercato parallelo di meme coin che girano sulla blockchain Solana, concorrente di Ethereum, che non a caso nell’ultimo anno è stata la criptovaluta con il maggior guadagno relativo di tutto il mercato.
Alcune nascono e muoiono nel giro di pochi giorni, come quella dedicata a Mbappe, celebre giocatore francese, che ha fatto perdere in poche ore ad un singolo investitore 1,2 milioni di dollari.
Ma d’altro canto invece c’è chi con l’investimento in solo tre meme coin (BONK, WIF e BODEN) è riuscito a guadagnare in poche settimane astronomica cifra di 30 milioni di dollari.
Alcuni tendono ad equiparare il fenomeno delle meme coin con quanto accaduto nel gennaio del 2021, quando un gruppo di giovani investitori con il passaparola tramite alcuni social e blog di finanza riuscirono incredibilmente per alcune settimane a mettere sotto scacco Wall Street, costringendo fondi speculativi a perdite milionarie.
Ma la bolla speculativa presto si è spenta e alla fine sono stati in pochi quelli che sono riusciti a guadagnare davvero. Il pericolo è che alla fine tutto questo fermento tra i giovanissimi possa rivelarsi una sorta di trappola finanziaria che, come spesso accade, premia sempre i soliti pochi noti e lascia la maggior parte in brache di tela.
Si vedrà, ma certo è che questo mercato ha sicuramente in qualche modo rivoluzionato il vecchio e tradizionale modo di investire, come e più di quello delle classiche criptovalute.
© RIPRODUZIONE RISERVATA