Nel nostro Paese la durata media della vita lavorativa è di 32,9 anni, quattro in meno della media europea. Pesa il ruolo degli inattivi.
Al confronto con quasi ogni altra popolazione europea, gli italiani passano meno tempo a lavorare o a cercare un’occupazione. Stiamo parlando della durata media della vita lavorativa, ossia di quanti anni una persona può aspettarsi di essere attiva nel mercato del lavoro nel corso della propria vita.
Secondo Eurostat, nel 2023 la durata media della vita lavorativa nell’Unione Europea è stata di 36,9 anni, in chiara crescita negli ultimi vent’anni (nel 2003 era di 32,6 anni). L’aumento della durata media riguarda anche l’Italia, anche se qui l’aspettativa della vita lavorativa continua a essere tra le più basse d’Europa. Ovviamente non è una buona notizia, perché è rivelatrice dell’alto tasso di inattività (di cui è un esempio il fenomeno Neet).
La durata media della vita lavorativa in Italia è di 32,9 anni. In altri termini, si tratta degli anni che, nel 2023, un giovane italiano poteva aspettarsi di trascorrere, in media, nel mercato del lavoro. È esattamente quattro anni in meno rispetto alla media Ue ed è più bassa di quelle di Germania (39,6) e Francia (36,8). Tuttavia, anche a Berlino e Parigi la vita lavorativa è molto più breve se confrontata con quelle di Paesi Bassi, che rappresentano il record europeo per l’aspettativa sugli anni trascorsi nel mercato del lavoro, con una media di 43,7 anni, Svezia (43,1) e Danimarca (41,3). [...]
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