Record di casi di influenza negli ultimi 12 anni ed è già allarme zona rossa per ben 6 regioni. Ecco quali sono le Regioni con più casi e come distinguere l’influenza dal Covid.
È allarme zona rossa per 6 regioni italiane e non per il Covid. Il virus dell’influenza, chiamato Darwin, si sta diffondendo così rapidamente lungo tutta la penisola che è giunto a segnare il nuovo record di casi negli ultimi 12 anni.
Stando al bollettino Influnet elaborato dall’Istituto superiore di Sanità (Iss), l’incidenza a oggi è di 16 contagi ogni mille abitanti, che sale però a 50,2 ogni mille abitanti per i bambini al di sotto dei cinque anni.
L’Italia, dopo tre anni in cui si è preoccupata per il Covid, torna a preoccuparsi per l’influenza australiana, la cui curva epidemica non fa che salire vertiginosamente, battendo il record di casi della stagione 2009-2010, e ben 6 regioni si avvicinano pericolosamente alla zona rossa a causa dell’elevata intensità di circolazione del virus influenzale, mettendo sotto pressione i sistemi ospedalieri.
A complicare maggiormente la situazione: il Covid, che non solo presenta sintomi simil influenzali, ma che impegna circa il 15% dei posti letto a disposizione nei reparti di medicina. Al momento però, come sottolineato anche in un articolo de La Stampa, gli ospedali che stanno risentendo di più dell’elevata diffusione del virus influenzale sono i nosocomi pediatrici, perché sono i più piccoli ad essere colpiti dall’influenza Darwin.
Davanti a una simile situazione è dunque opportuno approfondire la questione, cercando di capire come distinguere l’influenza dal Covid e soprattutto quali sono le regioni a rischio. Di seguito, tutto quello che c’è da sapere.
Influenza, 6 regioni da zona rossa: ecco chi sta peggio
La curva epidemica dell’influenza continua a salire ed è allarme zona rossa per almeno sei regioni, dove gli ospedali, specialmente quelli pediatrici, sono sotto pressione a causa degli elevati casi.
Se sono rari i casi in cui nei piccoli pazienti al di sotto dei tre anni si possono sviluppare problemi di natura polmonare, è anche vero che a causa dell’elevato numero di casi aumentano i ricoveri nei reparti ospedalieri. Stando agli ultimi risultati del monitoraggio settimanale dell’Iss, risalenti alla settimana dal 28 novembre al 4 dicembre, sono ben 942mila i cittadini a letto con l’influenza, contro i 770mila della settimana precedente. Da inizio epidemia il conto degli allettati dal virus influenzale sale a 3 milioni e 521 mila.
Al momento sono le Regioni del centro-nord quelle più colpite dalla diffusione del virus Darwin e per questo a rischio zona rossa. Le regioni sono:
- il Piemonte, dove si sono registrati i picchi più alti;
- la Lombardia;
- il Veneto;
- l’ Umbria,
- il Lazio,
- l’ Abruzzo.
Se questa è la situazione alla prima settimana di dicembre, gli esperti mettono in guardia i cittadini, in quanto solitamente il picco influenzale si raggiunge tra fine gennaio e i primi di febbraio, anche se, essendosi verificato il contagio con largo anticipo quest’anno, l’influenza potrebbe toccare il suo massimo prima, probabilmente subito dopo Natale. Stando alle previsioni del virologo dell’Università di Milano, Fabrizio Pregliasacco, è probabile che entro la fine dell’anno il numero di pazienti allettati per l’influenza possa superare i 10 milioni di casi.
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A preoccupare gli esperti sembra quindi non essere più il Covid ma questo nuovo virus influenzale: Darwin.
Virus non più pericoloso delle precedenti versioni ma che, come gli altri virus influenzali, può comportare delle complicazioni di natura polmonare quando a essere infettati sono anziani, fragili e bambini piccoli, con polmoniti anche letali quando il sistema immunitario è debole.
Bisogna poi considerare che a oggi il virus Sars-Cov-2 presente sintomi influenzali simili, ma non uguali a quelli dell’influenza. Infatti, i sintomi del virus Darwin sono principalmente:
- febbre improvvisa oltre 38 che dura circa 3 giorni;
- naso chiuso o che cola;
- mal di gola;
- tosse;
- dolori articolari e muscolari.
Solitamente i pazienti positivi al Covid presentano sì sintomi quali il raffreddore, la tosse e mal di gola, ma il tutto è accompagnato da una febbre che tende a essere più bassa. In questi casi è importante fare un tampone per scoprire se si tratti di Covid o di altri virus simil-influenzali.
Secondo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova si sta verificando un aumento “spaventoso” di patologie infettive non Covid, specialmente l’influenza.
Con il Natale alle porte e i cenoni in famiglia, poi, il virus potrebbe diffondersi ancora più velocemente, rischiando di causare seri problemi alla rete ospedaliera delle regioni. Per non rinunciare alle festività una soluzione potrebbe essere quella di indossare la mascherina in presenza dei sintomi per non contagiare i familiari più a rischio: anziani, persone fragili e bambini.
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