Influenza australiana in Italia, attacca anche al cervello. I sintomi

Luna Luciano

3 Novembre 2024 - 11:45

L’influenza australiana H3N2 è arrivata in Italia e porta con sé confusione mentale. Ecco come riconoscerla e quali sono i sintomi.

Influenza australiana in Italia, attacca anche al cervello. I sintomi

L’influenza australiana, causata dal virus H3N2, è ufficialmente arrivata in Italia e ha già destato la preoccupazione dei medici per i suoi effetti più gravi rispetto alle influenze stagionali tradizionali.

Il virus H3N2 è una variante dell’influenza stagionale ed proviene dall’Australia, dove ha causato un elevato numero di ricoveri. L’arrivo della variante australiana in Italia preoccupa non poco gli esperti, poiché questo virus è in grado di eludere parte delle difese immunitari e si prevede che tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 questo possa colpire circa 15 milioni di italiani. A differenza delle varianti comuni, il virus H3N2 sembra colpire non solo le vie respiratorie, ma anche il sistema nervoso, causando sintomi neurologici in alcuni pazienti.

Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha riportato un caso allarmante di un paziente di 76 anni che, oltre a presentare i classici sintomi influenzali, ha manifestato difficoltà cognitive al punto di non riuscire a riconoscere la moglie.

Questo primo caso in Italia conferma i timori che già si erano diffusi nell’emisfero australe, dove l’H3N2 ha scatenato una delle stagioni influenzali più aggressive degli ultimi dieci anni. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul virus: quali sono i sintomi e come prevenire il contagio.

H3N2, i sintomi dell’influenza australiana

I sintomi dell’influenza australiana sono simili a quelli delle altre influenze, ma con alcune peculiarità preoccupanti, che comprendono effetti anche a livello neurologico. Il tropismo del virus, ossia la capacità di colpire diversi organi, inclusi cervello e polmoni, rappresenta un fattore di rischio rilevante che differenzia questa influenza dalle precedenti. I sintomi principali causati dal virus dell’influenza australiana sono:

  • febbre elevata, generalmente superiore ai 38 gradi;
  • tosse persistente;
  • congestione nasale;
  • occhi arrossati;
  • dolori muscolari e articolari, che provocano una sensazione generale di affaticamento e debolezza.

Tuttavia, al quadro sintomatologico si devono aggiungere altri sintomi. Questa nuova variante H3N2 , infatti, presenta segnali insoliti, come i sintomi neurologici, che sembrano colpire alcuni pazienti, soprattutto anziani. Come riportato da Bassetti, i casi positivi al virus H3N2 hanno sperimentato:

  • perdita del senso del gusto, simile a quella osservata nei casi di Covid-19;
  • confusione mentale;
  • difficoltà cognitive.

Esempio lampante il caso del 76enne che non riusciva a riconoscere la propria moglie. In alcuni casi, il virus potrebbe provocare poi encefaliti e altre complicazioni neurologiche, aumentando il rischio di ricoveri prolungati e complessi. Questa manifestazione peculiare del virus sottolinea l’importanza di riconoscere i sintomi tempestivamente e rivolgersi ai medici in caso di peggioramento.

H3N2, come prevenire l’influenza australiana

La diffusione dell’influenza australiana in Italia, soprattutto tra i soggetti più fragili, potrebbe mettere sotto pressione il sistema sanitario nazionale, in particolare i reparti di malattie infettive e terapia intensiva.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha già messo in guardia sui rischi legati a questa nuova influenza, considerato che ogni anno l’influenza stagionale causa circa 8.000 decessi in Italia, soprattutto tra gli anziani. Questa variante H3N2 potrebbe aumentare il tasso di complicazioni, spingendo molti pazienti in ospedale e rendendo essenziale il ricorso alla vaccinazione per ridurre la gravità dei sintomi e proteggere le persone più vulnerabili.

Bassetti, così come altri infettivologi, esorta chi è a rischio a vaccinarsi per evitare il sovraffollamento degli ospedali. La capacità dell’H3N2 di aggirare parzialmente le difese immunitarie lo rende più insidioso e difficile da trattare rispetto alle influenze stagionali precedenti.

Inoltre, il coinvolgimento neurologico e la possibilità di encefaliti e altre complicanze cerebrali sono elementi che suggeriscono che questa stagione influenzale potrebbe essere particolarmente impegnativa. La vaccinazione, insieme all’adozione di pratiche preventive come l’igiene delle mani e l’uso della mascherina in luoghi affollati, rimane la misura più efficace per evitare un aumento dei contagi e ridurre la probabilità di sviluppare forme gravi dell’influenza.

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