Come funziona l’imposta sul valore aggiunto? Vediamo le aliquote e come si applicano a cosa serve l’Iva e alcuni chiarimenti sull’imposta che grava sui consumi.
Cos’è l’Iva, a cosa serve, come funziona e in base a quali aliquote si paga? L’Iva è una delle imposte più diffuse a livello mondiale e viene utilizzata in molti paesi per raccogliere entrate fiscali. Si tratta di una imposta sui consumi che grava sul consumatore finale di beni e servizi.
L’Iva viene applicata tramite aliquote percentuali che variano in base al tipo di servizio o bene che si acquista. Si tratta dell’imposta che incide maggiormente sul prezzo di quello che si acquista, ma va detto anche che è una di quelle che garantisce il maggior gettito per lo Stato e contribuisce a coprire le spese che sostengono l’economia nazionale.
In Italia, l’Iva è stata introdotta per la prima volta nel 1973. L’aliquota ordinaria italiana è del 22%, ma ci sono aliquote ridotte per alcuni beni di prima necessità. In Italia ci sono anche aliquote maggiori per alcuni beni considerati di lusso o dannosi per la salute come sigarette e alcolici.
Cos’è l’IVA, l’imposta sul valore aggiunto
L’Iva tecnicamente rappresenta quindi un’imposta sui consumi plurifase a valore aggiunto, ovvero colpisce solo il valore aggiunto che ciascun passaggio commerciale o industriale del bene produce.
L’Iva grava sul consumatore finale in base al prezzo del bene ma a prescindere dal numero di passaggi subiti dal bene/servizio considerato.
Quali sono le caratteristiche essenziali dell’IVA? L’IVA si presenta, in particolare, come un’imposta:
- indiretta perché, a differenza delle imposte dirette, non colpisce direttamente la capacità contributiva del contribuente, ma soltanto una sua manifestazione (il consumo);
- proporzionale perché il suo ammontare dipende dal prodotto tra il prezzo del bene e l’aliquota relativa, a prescindere dal numero di passaggi che il bene subisce nel corso del processo produttivo-distributivo;
- neutra perché colpisce il maggior valore che ciascuna fase del processo aggiunge al bene/servizio considerato, anche in questo caso prescindendo dall’effettivo numero di passaggi che la merce medesima subisce;
- generale perché colpisce tutti i contribuenti, senza alcuna distinzione;
- generale;
- sui consumi poiché il suo meccanismo applicativo (imposta plurifase a valore aggiunto) finisce col gravare esclusivamente sul consumatore finale.
Imposta sul valore aggiunto, come funziona?
L’Iva come abbiamo detto è una imposta sui consumi. Su ogni prodotto o servizio venduto il venditore aggiunge al prezzo anche l’imposta Iva: il costo finale, quindi, è maggiorato anche in percentuale dall’Iva (in base dall’aliquota che si deve applicare a quel bene o servizio).
Il prezzo finale di ogni cosa, quindi, è composto dalla somma del prezzo netto + la percentuale di Iva.
Supponiamo di dover acquistare un bene di natura tecnologica (Iva ordinaria al 22%) dal costo di 1.000 euro Iva esclusa. Applicando il 22% di Iva il prezzo Iva inclusa, ovvero quello finale che si paga, è uguale a 1.220 euro.
Cosa significa al netto d’Iva? Il prezzo al netto di Iva è quello che solitamente viene chiamato «Prezzo Iva esclusa», quindi, il costo del bene o del servizio che si ha senza applicare la percentuale di aliquote Iva.
Cosa significa Iva esposta? Quando nel prezzo finale è già calcolata anche l’aliquota Iva si parla di Iva esposta. Si ha quando l’Iva è già compresa nel costo finale (un sinonimo potrebbe essere “prezzo Iva inclusa”)
L’Iva, come già accennato, è un’imposta plurifase e, quindi, grava su tutti i passaggi che il bene o il servizio passa prima di arrivare al consumatore finale, ma è sostenuta solo su quest’ultimo perché in tutti gli altri passaggi della catena produttiva risulta neutra grazie a rivalsa e detrazione.
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Quanto è l’IVA in Italia: le aliquote
L’IVA è un’imposta proporzionale perché il suo ammontare dipende dal prezzo del bene moltiplicato per l’aliquota di riferimento.
Ma quali sono le aliquote IVA attualmente previste?
Le aliquote IVA in Italia sono tre ovvero:
- 4% - aliquota minima - per l’IVA sui generi di prima necessità;
- 5% -aliquota minima- applicata su alcuni beni e alimenti e su alcuni prodotti sanitari;
- 10% - aliquota ridotta - per l’IVA su servizi turistici, alimentari ed edili;
- 22% - aliquota ordinaria - per l’IVA da applicare in tutti i casi non rientranti nelle prime due aliquote.
A cosa serve l’IVA
Anche se si tratta di un’imposta che grava su tutti allo stesso modo (e non tiene, quindi, conto del reddito) e che pesa, ovviamente, più sui meno abbienti che sui ricchi, a cosa serve veramente l’Iva?
Anche se spesso non ci si pensa l’Iva ha un ruolo cruciale nei conti pubblici visto che rappresenta uno dei gettiti maggiori delle entrate fiscali. Il gettito dell’Iva viene utilizzato dallo Stato per sovvenzionare le Leggi di Bilancio, ma anche per finanziare i servizi pubblici.
Cosa significa “soggetto passivo dell’Iva”?
I soggetti passivi Iva sono quelli che effettuano le operazioni di cessione di servizi o prodotti soggette all’applicazione Iva. Si tratta, quindi, dei contribuenti di diritto Iva che sono obbligati ad applicare l’imposta come maggiorazione del prezzo. Dell’Iva incassata, poi, diventano debitori verso il Fisco e devono provvedere periodicamente a presentare una dichiarazione Iva per calcolare quella incassata e quella pagata e l’eventuale differenza dovuta all’Erario.
I soggetti passivi Iva sono, solitamente, i lavoratori autonomi con partita Iva in regime ordinario, le aziende, i commercianti. Non sono soggetti passivi Iva, invece, i consumatori finali e i lavoratori autonomi che hanno scelto il regime forfettario.
Iva a debito e Iva a credito, che significa?
Da premettere che quanto segue riguarda soltanto i soggetti passivi di Iva.
Quando si vende un bene o un servizio il venditore riscuote l’Iva che dovrà versare, poi, al Fisco. Questa andrà ad alimentare l’Iva a debito, quella, appunto, da versare.
Nelle operazioni di acquisto, invece, l’acquirente paga l’Iva e questa somma pagata gli dà diritto a una detrazione. Questa va ad alimentare l’Iva a credito che potrà essere sottratta da quella a debito.
A cadenza mensile o trimestrale il soggetto è tenuto a presentare la liquidazione periodica Iva andando a compensare Iva e debito e Iva a credito.
Cos’è l’acconto IVA?
L’acconto Iva è un versamento che il contribuente deve effettuare in anticipo, in base alla liquidazione Iva dell’anno precedente. Si tratta, quindi, di un anticipo che si versa e che sarà poi, regolarizzato con il saldo Iva.
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