Le 10 parole meno usate in italiano

Luna Luciano

04/08/2024

Scopriamo dieci parole della nostra lingua cadute ormai in disuso, esplorando il loro significato e scoprendo la bellezza dell’italiano. Ecco come stupire i propri amici.

Le 10 parole meno usate in italiano

La lingua italiana, con la sua ricchezza e complessità, è un patrimonio prezioso che riflette la nostra storia e la cultura del nostro Paese.

Alcune parole che una volta erano parte integrante del nostro vocabolario sono oggi cadute in disuso, rimpiazzate da espressioni più moderne o semplicemente dimenticate, Infatti, come ogni lingua viva, l’italiano è in continua evoluzione, non solo dal punto di vista grammaticale con le recenti dispute riguardo a un linguaggio e una grammatica più inclusiva, ma anche da un punto di vista lessicale.

Basti pensare a tutti quei prestiti dall’inglese che ormai fanno parte del linguaggio comune e di cui ha scritto Claudio Giovanardi, membro dell’Accademia della Crusca, docente di Linguistica italiana presso l’Università Roma Tre e autore di “Inglese-italiano 1 a 1.Tradurre o non tradurre le parole inglesi?”, il quale consiglia di evitare anglismi almeno nei contesti di comunicazione pubblica.

E se il vocabolario di una persona si è arricchito di termini inglese quali “call, schedule, planner ecc...”, dall’altro si è impoverito di parole italiane, le quali rischiano di essere totalmente perdute. La loro scomparsa rappresenterebbe non solo una perdita linguistica, ma anche un segnale dei cambiamenti nelle nostre abitudini e nelle nostre comunicazioni quotidiane. Si potrebbe, quindi pensare di adoperarle quotidianamente, sfoggiando un linguaggio forbito.

In questo contesto, riscoprire e valorizzare queste parole può offrirci un’opportunità unica di esplorare le sfumature della nostra lingua e di riconnetterci con il passato. Un viaggio linguistico che ci permetterà di apprezzare la bellezza e la varietà della nostra lingua, mentre riflettiamo su come essa continua a trasformarsi nel tempo. Ecco 10 parole desuete.

Le 10 parole meno usate in italiano

Le parole che cadono in disuso non sono meno belle o importanti; rappresentano una parte preziosa della nostra storia linguistica e culturale. Rispolverare queste parole e comprenderne il significato può arricchire il nostro vocabolario e offrirci un collegamento con il passato.

La lingua è in continua evoluzione, ma ogni tanto è utile guardare indietro e riscoprire le gemme linguistiche che abbiamo lasciato alle spalle. Così facendo, possiamo preservare la ricchezza e la diversità dell’italiano, rendendo omaggio alla sua storia e tradizione. Ecco 10 parole desuete che possiamo tornare a utilizzare quotidianamente.

1. Eristico

Termine ultimamente tornato al centro di alcuni reel su Instagram dedicati alle parole desuete. Eristico è colui che è “polemico” di natura. L’eristica, infatti, è proprio l’arte di “battagliare” e disputare con le parole. Potremmo riutilizzarla in frasi e contesti come nel seguente esempio: “La discussione con Marco è sempre complicata, il suo atteggiamento eristico rende difficile arrivare a una conclusione pacifica”.

2. Misoneista

Misoneista è chi odia le novità i cambiamenti (dal greco mìsos “odio” e nèos “nuovo”). Il misoneista preferisce vivere seguendo soltanto le proprie abitudini. Ad esempio potremmo dire “Giovanni è un vero misoneista, rifiuta qualsiasi cambiamento nel suo lavoro e nella sua vita quotidiana”.

3. Solipsista

Se il termine solipsista è più noto rispetto ad altri, almeno “per sentito dire”, non tutti però ne conoscono il significato. Solipsista è chi pensa solo a se stesso ed è accecato dal proprio ego. Colui che aderisce alla dottrina filosofica del solipsismo, estremamente individualista. Ad esempio potremmo dire “La sua visione solipsista lo ha portato a isolarsi dagli altri, pensando solo al proprio benessere”.

4. Sacripante

Sacripante, come alcuni alunni ricorderanno, è un personaggio al quanto noto dell’Inamoramento de Orlando di Mattia Maria Boiardo e dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, valoroso e fortissimo re dei Circassi, noto per la sua statura e la sua capacità di incutere timore. Come accaduto per altri personaggi della letteratura, il nome è diventato un aggettivo per descrivere altre persone. È sacripante una persona di alta statura e corporatura molto robusta, dall’aria fiera e minacciosa. Vediamo un esempio: “Luigi sembrava un vero sacripante, con la sua figura imponente”.

5. Gaglioffo

Qualcuno avrà sentito il termine gaglioffo da qualche video di Alessandro Barbero e non solo, ma come spesso accade, ogni giorno possiamo incontrare parole ignorandone il significato. Con il termine gaglioffo indichiamo una persona goffamente presuntuosa, un cosiddetto “buono a nulla”, “cialtrone”, “sciocco”. Oggi potremmo riutilizzarla in frasi tipo: “Non fidarti di Carlo, è un gaglioffo che non mantiene mai le sue promesse”.

6. Stolido

Continuiamo con aggettivi non proprio lusinghieri. Una persona Stolida, come suggerisce anche la vicinanza con il termine più moderno, è una persona stolta. Proprio di una persona che non brilla per intelligenza: una persona “ottusa”. Vediamo un esempio per riportare in auge questo termine: “Il comportamento stolido di Paolo durante la riunione ha fatto infuriare tutti i presenti”.

7. Opimo

Opimo è un aggettivo che dal significato letterale di “grasso” e “pingue”. Tuttavia, come molti termine, ha anche un significato figurale di “ricco”, “abbondante”, “copioso”. Si pensi a quando - tornando all’Orlando Furioso - Bradamante in preda alla gelosia si rivolge al suo amato Rugiero:

“perfido Ruggiero:
tu non andrai, s’io posso, de la opima
spoglia del cor
d’una donzella altiero”

La paladina ariostesca dichiara quindi che non lascerà che lui vada fiero (o altèro) delle ricche (e preziose) spoglie del cuore di una donna. Inoltre, sono ricche le spoglie - secondo gli antichi romani - del comandante nemico ucciso in battaglia dal generale romano vittorioso. Ma vediamo un modo per riattualizzare l’uso di questo aggettivo: “Il raccolto di quest’anno è stato opimo, con frutti abbondanti e di ottima qualità”.

8. Albagìa

Termine forse meno noto della lista fin qui presentata. Il termine deriva dal latino e significa superbia o altezzosità. Era comunemente usata per descrivere un atteggiamento di presunzione o arroganza. Oggi, è quasi completamente scomparsa dal lessico quotidiano, sostituita da termini più moderni come per l’appunto arroganza. Vediamo come riutilizzarlo oggi: “La sua albagìa era evidente in ogni parola e gesto, rendendolo insopportabile agli occhi degli altri

9. Trasecolare

Un verbo dal sapore elegante e poetico. Il termine deriva dall’espressione “essere fuori dal secolo” (letteralmente “aver perduto l’intelletto” secondo la Treccani). Il verbo è utilizzato per indicare il fatto di Essere fuori di sé per grande meraviglia o stupore e quindi “rimanere sbalordito” o esterrefatto. Può essere usato anche in senso scherzoso. Vediamo come riattualizzarlo oggi: “Io trasecolo ogni volta che ascolto questa canzone

10. Facondia

Quale miglior termine per concludere questa lista se non quello dedicato alla facilità nel parlare, nell’uso della parola. Facondia, infatti, vuol dire eloquenza, l’arte di esporre in modo chiaro e semplice - anche se desideriamo utilizzare termini desueti. Ad esempio potremmo riutilizzare questa parola per complimentarci per la performance orale di un amico: “La facondia di Maria durante la presentazione ha impressionato tutti i presenti, rendendo il suo discorso memorabile”.

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