Le monete da 5, 10, 20 centesimi di euro si stanno estinguendo. Ecco i motivi di un possibile addio.
Le monete da 5, 10, 20 centesimi di euro sono ormai una specie in via di estinzione.
In altre parole, sempre meno cittadini vanno in giro con i soldi in tasca. Hanno scarso bisogno delle “monetine”, soprattutto quelle dal valore nominale irrisorio, e molti si lamentano nei negozi che, a causa della scarsità dei tagli più piccoli, hanno difficoltà a consegnare il resto esatto ai clienti.
Il fenomeno non è nuovo. Gli istituti finanziari hanno evidenziato delle carenze di monete da 5, 10 e 20 centesimi già a partire dal 2020. Ma a cosa andiamo incontro? È presumibile un addio, come nel caso delle monete da 1 e 2 centesimi?
Perché le monete da 5, 10, 20 centesimi di euro stanno scomparendo
La scarsità di monete da 5, 10 e 20 centesimi di euro può essere attribuita a diversi fattori tra cui, in primis, i cambiamenti nelle abitudini di pagamento. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento dell’uso dei pagamenti elettronici, con carte di credito e debito, tramite smartphone e trasferimenti bancari online. Questa nuova tendenza ha ridotto la necessità di utilizzare monete per le transazioni quotidiane.
Le persone tendono poi ad accumulare le monete in casa o nei portamonete, senza rimetterle in circolazione - un fenomeno è noto come “hoarding” - riducendo così il loro numero in circolazione.
Per non parlare dei costi. Produrre monete di piccolo taglio può essere costoso rispetto al loro valore nominale. Alcuni Paesi stanno considerando l’idea di ridurre o eliminare la produzione di queste monete per risparmiare sui costi di conio, come già successo con le monete da 1 e 2 centesimi in alcuni Paesi europei.
Un altro elemento impattante risiede nell’inflazione, ha ridotto il potere d’acquisto delle monete di piccolo taglio. Molte transazioni non richiedono più l’uso di monete da 5, 10 e 20 centesimi, il che porta le persone a preferire monete e banconote dal valore più elevato.
La combinazione di questi fattori contribuisce alla scarsità di monete da 5, 10 e 20 centesimi di euro. La tendenza verso i pagamenti digitali sembra destinata a crescere, il che potrebbe continuare a influenzare la disponibilità di monete fisiche in futuro, portando - potenzialmente - i Paesi della zona euro a valutare la loro eliminazione.
Le conseguenze della scarsità di monete da 5, 10, 20 centesimi di euro
La scarsità di monete di euro, specialmente quelle di piccolo taglio quelle da come 5, 10 e 20 centesimi, sta diventando un problema sempre più evidente, con effetti sia sui consumatori che sulle imprese.
La difficoltà legata al trovare monete di piccolo taglio rende complicati i pagamenti in contanti ed espone i cittadini all’impossibilità di ricevere il resto esatto nei clienti, spingendoli a utilizzare banconote di valore maggiore o a cercare delle alternative di pagamento. Una dinamica, questa, che può accelerare ulteriormente la transizione verso i pagamenti elettronici.
Anche le imprese risentono fortemente di questa situazione. I commercianti, infatti, hanno difficoltà a dare il resto corretto ai clienti, il che può tradursi in tempi di attesa più lunghi alle casse e a una maggiore insoddisfazione dei clienti. In alcuni casi, i negozi devono acquistare le monete dalle banche o da altri fornitori, sostenendo dei costi aggiuntivi.
Questa problematica spinge molti negozi a promuovere l’uso di pagamenti elettronici per ridurre i problemi legati alla gestione del resto in monete. Le banche, a loro volta, si trovano ad affrontare una richiesta maggiore di monete da parte dei clienti e dei commercianti, costringendole a rivedere la propria logistica e distribuzione delle monete e a vedersi aumentare i costi operativi.
Dal punto di vista psicologico e sociale, la gestione dei pagamenti in contanti senza le monete necessarie può causare frustrazione e insoddisfazione, influendo negativamente sull’esperienza di acquisto e modificando le relazioni tra consumatori e commercianti.
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