Migliaia di soldati sono fuggiti dal fronte ucraino

Maria Paola Pizzonia

1 Ottobre 2024 - 20:17

Migliaia i soldati fuggiti dal fronte ucraino a causa delle terribili condizioni, si cercano soluzioni a quella che ormai è diventata una guerra di logoramento.

Migliaia di soldati sono fuggiti dal fronte ucraino

Negli ultimi mesi, si è verificata una crescente ondata di diserzioni tra i soldati ucraini impegnati nel conflitto con la Russia.

Secondo diverse fonti, tra cui il quotidiano Kyiv Post, migliaia di soldati avrebbero quindi abbandonato il fronte, infrangendo così la legge militare. Gli esperti individuano tra le cause principali le dure condizioni di vita al fronte ma anche un altro fattore, meno scontato, quale la mancanza di una formazione adeguata. Queste sono le due principali questioni causa dell’aggravarsi di una situazione già di per sé estremamente difficile. Ma vediamo nel dettaglio.

Procedimenti penali contro chi diserta, ma i soldati continuano a scappare

Il problema dell’abbandono del fronte è talmente diffuso che nemmeno la legge del gennaio 2023 ferma i soldati. Zelensky infatti firmò lo scorso anno un controverso provvedimento che inaspriva le pene per i disertori nell’esercito: i soldati rischiano fino a 12 anni di carcere per diserzione e fino a 10 anni per disobbedienza.

Il procuratore di Stato ucraino ha reso noto che, dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022, sono stati avviati oltre 60.000 procedimenti penali contro soldati accusati di diserzione. Di questi casi, quasi la metà è stata registrata solo nell’ultimo anno, segnalando un aumento preoccupante del fenomeno. Le cifre confermano che le diserzioni sono un problema crescente per l’esercito ucraino, con un numero sempre maggiore di militari che scelgono di allontanarsi dai combattimenti nonostante le gravi conseguenze legali.

Una vita da incubo

Le dure condizioni al fronte rappresentano una delle ragioni principali che spingono i soldati alla fuga. Come evidenzia il Kyiv Post, molti soldati sono stati impegnati in combattimento ininterrottamente fin dall’inizio del conflitto, con solo brevi periodi di congedo, limitati a dieci giorni di vacanza due volte all’anno. Alcuni di loro non vedono le proprie famiglie da oltre un anno, un fattore che contribuisce al crescente malessere tra le truppe.

L’analista militare dell’Accademia della Difesa, Anders Puck Nielsen, ha spiegato che le condizioni violente e l’esposizione costante al pericolo alimentano la paura e la stanchezza tra i soldati.

Essere un soldato è pericoloso, e le persone hanno paura quando sono in prima linea. Si tratta di un’esistenza violenta e dura. Molti partono dopo soli 30 giorni di addestramento, e non è molto se non sei mai stato un soldato prima.

ha dichiarato Nielsen.

Soldati poco addestrati

Un altra questione messa in luce da Nielsen infatti è proprio lo scarso livello di preparazione dei soldati, che è un altro dei principali fattori che alimentano le diserzioni nell’esercito ucraino. Appena 30 giorni di preparazione è un periodo decisamente insufficiente per preparare dei soldati a un conflitto complesso come quello in Ucraina. Secondo l’analista Anders Puck Nielsen, questa impreparazione aumenta il senso di vulnerabilità dei soldati. Le testimonianze evidenziano carenze di munizioni e di attrezzature nei centri di addestramento, con alcuni soldati che ricevono solo 20 proiettili per le esercitazioni, limitando gravemente la loro capacità di imparare a usare le armi.

L’addestramento, già sciatto e accelerato, è ulteriormente aggravato dall’alto turnover delle truppe, poiché l’esercito deve inviare rapidamente nuove reclute per sostenere le linee di difesa contro l’avanzata russa. La promessa di un addestramento breve si scontra con la realtà di una guerra che richiede maggiore esperienza e resistenza, spingendo molti coscritti a disertare per evitare di combattere in queste condizioni precarie e quindi con un elevato rischio di morte. Questa combinazione di fattori contribuisce alla crescita del fenomeno, che sta raggiungendo livelli preoccupanti.

Una mobilitazione senza fine

In risposta alla carenza di truppe, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha introdotto una nuova legge sulla mobilitazione ad aprile. La legge consente un ampliamento del numero di soldati reclutati e prevede anche un inasprimento delle pene per coloro che non rispondono alla convocazione militare (questa è considerata una misura cruciale per l’impegno dell’Ucraina nella guerra). A tal proposito, Nielsen avverte che gli effetti di questa legge non saranno immediati e che ci vorrà tempo prima di vederne i risultati sul campo.

Ma non finisce qui. Un altro aspetto controverso della nuova normativa è il fatto che essa non stabilisce un limite di tempo per il servizio militare, il che significa che molti soldati potrebbero trovarsi bloccati in servizio per un periodo indefinito. Questa situazione genera un forte senso di ingiustizia tra le truppe, che vedono come unico modo per lasciare l’esercito il subire gravi ferite o la morte in battaglia:

Non è stata trovata alcuna soluzione su quando rimandare le persone a casa. Come soldato sei quindi coinvolto per un periodo di tempo indefinito e l’unico modo per uscire dal fronte è se muori o se sei gravemente ferito. Questo potrebbe far decidere a qualcuno che ne ha abbastanza.

Conclude Nielsen.

Una guerra di logoramento

La crescente ondata di diserzioni e i problemi legati alla mobilitazione indicano che l’esercito ucraino sta combattendo contro le forze russe quella che sempre più somiglia a una guerra di logoramento. Ciò significa che il un conflitto sembra destinato a durare a lungo e diventa sempre più difficile per entrambe le parti sostenere lo sforzo bellico. Nonostante le nuove misure di mobilitazione, sarebbe importante la presenza di un sistema di rotazione efficace che permetta ai soldati, sia nuovi che esperti, di alternarsi al fronte e di tornare a casa regolarmente. Perché risulta evidente, a oggi, le condizioni attuali sono insostenibili.

È una guerra di logoramento, in cui entrambe le parti vanno avanti all’infinito: così diventerà sempre più dura per tutti e due i paesi.

Queste sono le esatte parole di Nielsen. Nel prossimo futuro, potrebbe essere addirittura necessaria una legge separata che stabilisca chiaramente le condizioni per il rimpatrio dei soldati, consentendo così di alleviare la pressione sulle truppe. Il parlamento ucraino aveva già adottato una misura in tal senso ad agosto, con l’approvazione di una legge che depenalizza il primo caso di diserzione, così da permettere ai soldati di rientrare nella propria unità senza subire sanzioni, però alla condizione inderogabile che il comandante approvi il rientro.

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