Il «raw dogging» è «da sigma» ma, soprattutto in aereo, può causare la trombosi. Insomma, cos’è la nuova (ennesima) bizzarra moda sui social?
Negli ultimi mesi, una nuova tendenza è emersa sui social media e tra i giovani, conosciuta come “raw dogging”. Originariamente, il termine aveva connotazioni erotiche e indicava attività sessuali senza protezione.
Tuttavia, oggi viene usato in contesti diversi per descrivere comportamenti audaci, come affrontare lunghe ore di volo senza alcun tipo di intrattenimento o supporto. Questa nuova moda potrebbe nascondere rischi non indifferenti. Esploriamo, oltre alla salute fisica, i significati di questa tendenza e come si collega alla salute mentale e alla società della performance.
Cos’è ora il «raw dogging»?
Il termine «raw dogging» è stato utilizzato principalmente per descrivere la pratica di avere rapporti senza precauzione. Tuttavia, ora non è così. Oggi ha assunto anche un significato più ampio e colloquiale: viene usato per riferirsi a qualsiasi attività, anche pericolosa, eseguita senza alcun tipo di supporto. Quando si affianca ad una challenge, ha poi un significato ancora più specifico.
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Recentemente, la parola è stata adattata per descrivere sfide o esperienze estreme sui social media. Per esempio, alcuni utenti documentano e celebrano la loro capacità di affrontare situazioni difficili, come voli che durano moltissime ore, il tutto senza intrattenimento, cibo o bevande (in questo caso: «rawdoggare il viaggio in aereo»). Questo uso del termine si discosta notevolmente dal significato originale e viene spesso visto come una sorta di prova di forza mentale o resistenza. O ancora, può essere un momento di riflessione, legato all’auto-indursi un isolamento: non a caso il raw dogging è (davvero impropriamente) spesso affiancato alla mindfulness.
Si tratta di una sfida, un modo per dimostrare qualcosa, ma anche intrattenere chi sta guardando. Infatti la pratica è diventata popolare su piattaforme come TikTok, dove gli utenti documentano e celebrano la loro capacità di resistere a questi viaggi noiosi e privi di stimoli.
Un significato più ampio
Il neologismo nasce, probabilmente, dal calciatore del Manchester City Erling Haaland. Sembra sia stato lui a lanciare il trend su Instagram. Pare che il ragazzo di 24 anni abbia documentato un volo di sette ore senza telefono, senza dormire, senza acqua, senza cibo, definendolo “facile”.
L’Urban Dictionary indica il rawdogging (in realtà andrebbe scritto tutto attaccato), esteso nell’accezione più generale, come l’approcciarsi a qualcosa senza aiuti esterni. Ad esempio, rawdogging è affrontare un raffreddore senza medicinali («rawdoggare il raffreddore»), studiare con solo il libro (cartaceo) e un tavolo rivolto verso il muro («rawdoggare l’esame»), ma anche qualcosa di più basilare, come rigirare un pollo in cottura a mani nude. In altri termini, il rawdogging sarebbe visto come un totem del “vero maschio”, del “sigma male”.
Esprime segnale di forza mentale e autocontrollo, tradizionalmente ritenute qualità maschili. (...) Il progressivo cambiamento dei confini della mascolinità nella società è potenzialmente percepito come una minaccia per l’identità maschile, e questa tendenza può risultare seducente per gli uomini che desiderano riaffermare la propria virilità tramite un’esibizione di pura resistenza.
Dice la dottoressa Gurpreet Kaur, psicologa clinica, su Euronews. Più in generale, il raw dogging può essere visto come una strategia di coping (strategia di adattamento) atta a dimostrare di sapersi mettere alla prova anche in condizioni difficili. Come ad esempio un lungo viaggio in volo senza mangiare né bere.
Il raw dogging non è particolarmente consigliabile (potrebbe causare trombosi)
Ovviamente l’assenza di attività, di cibo e di bevande può aumentare lo stress e l’ansia. La psicoterapeuta Gin Lalli sottolinea che questo tipo di comportamento, orientato verso un riconoscimento online piuttosto che verso un reale miglioramento del benessere, può avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica. La pratica di ignorare le proprie esigenze fisiche e psicologiche può sembrare sigma, ma in verità semplicemente non è consigliabile.
I medici stanno esprimendo preoccupazioni riguardo alla pratica di “rawdoggare i viaggi aerei”. La totale immobilità e la mancanza di stimolazione possono portare a trombosi venosa profonda, una condizione medina in cui si formano coaguli di sangue nelle vene profonde. Avviene con lunghe ore di inattività e, se non trattata, ha complicazioni gravi. Gli specialisti raccomandano (ovviamente) un approccio più equilibrato per gestire i lunghi viaggi in aereo. Insomma, godere del viaggio senza compromettere la propria salute.
Il rawdogging è «sigma», pare
In un’epoca in cui le tendenze virali sembrano proliferare senza sosta, il fenomeno del raw dogging si impone come una delle più recenti espressioni di sfida e resistenza. Ma ciò che suscita interrogativi è: si tratta veramente di un atto di indipendenza radicale, o è semplicemente un’altra manifestazione di conformismo travestito da anticonformismo (condiviso sui propri social media)? Per capire meglio è utile esplorare il concetto di sigma male, un termine molto interessante che si inserisce nella nuova visione della mascolinità performativa delle generazioni più giovani.
Il termine sigma viene utilizzato in alcuni ambienti online per descrivere un uomo che, secondo certi stereotipi, vive al di fuori delle normali gerarchie sociali e relazionali. Contrapposto al tradizionale alpha male (simbolo canonico della mascolinità performativa, iper-virile e accentrante), il sigma è visto come un individuo che opera autonomamente, anche da solo, lontano dai gruppi e dalle dinamiche di potere sociali. È rappresentato come qualcuno che non cerca l’approvazione degli altri e che preferisce mantenere un’indipendenza completa, spesso a scapito delle relazioni sociali tradizionali. Questo atteggiamento ha un’attrattiva incredibile nei giovani maschi oggi.
In un mondo iperstimolato, il rawdogging è “andare contro corrente”? Non sembra molto convincente
Ma perchè il rawdogging è sigma? Perchè, in teoria, si propone come una manifestazione di totale autosufficienza e disinteresse per il mondo esterno. Il paradosso invece, è che in questo caso si tratta di un fenomeno profondamente radicato nella cultura dell’apparenza e della visibilità. La “resistenza” viene documentata e condivisa su social media con l’obiettivo esplicito di ottenere approvazione e riconoscimento da parte degli altri. Questo contrasto tra il desiderio di isolamento e la necessità di essere visti mette in luce delle contraddizioni fondamentali.
Può sembrare un atto di ribellione radicale contro la cultura dell’iperstimolazione, ma il raw dogging non è altro che l’ennesimo (veramente, ennesimo) sintomo della nostra dipendenza dal feedback sociale e dalla digitalizzazione della vita quotidiana. Mostrarsi pubblicamente incapaci di cedere alle comodità in nome di una presunta purezza è, ironicamente, un gesto che dipende intrinsecamente dall’attenzione e dalla conferma degli altri.
Ci dobbiamo davvero preoccupare (ancora una volta) per l’ennesima sfida sui social?
È comprensibile sentirsi preoccupati per l’ultima sfida virale sui social media, considerando che spinge le persone a passare lunghe ore immobili, senza cibo e bevande. Tuttavia, è importante non lasciarsi travolgere dall’allarmismo e, con curiosità aperta, cercare di comprendere delle dinamiche che non sempre fanno parte del nostro vissuto. Il raw dogging colpisce soprattutto i giovani ragazzi, per i quali affermare la propria mascolinità è cruciale nella costruzione di un’identità spesso frammentata. Questi trend, per quanto insoliti o estremi possano sembrare, spesso comunque hanno una vita breve e tendono a svanire così rapidamente come sono comparsi.
Il rawdogging potrebbe essere visto da alcuni di questi ragazzi come un’opportunità per affrontare un vuoto – sia esso fisico o mentale – e riflettere su sé stessi con i mezzi che hanno a disposizione, anche se spesso contraddittori. Comunque, queste sfide non sono una minaccia reale nella gran parte dei casi, ma più una prova di resistenza personale, un modo per dimostrare a sé stessi che si può sopportare qualcosa di difficile. Nonostante i potenziali rischi, come la trombosi o magari l’ansia da isolamento (da tenere comunque d’occhio), è necessario considerare che probabilmente si tratta di una mera moda passeggera: seguirà il destino di molte altre tendenze virali, dissolvendosi presto e lasciando spazio a nuove modalità di espressione.
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